Il Film
The Tree of life è solo il quinto film in una carriera più che trentennale per il regista de La sottile linea rossa. Malick in questo suo lavoro, è sicuro del paradiso. La natura, la vita ci hanno fatto espiare a sufficienza. Abbiamo già pagato. Certo, è bello pensarlo.
Diamogli credito, così come glielo ha dato Cannes, col suo massimo premio.
Il film è stato prodotto anche da Brad Pitt, giunto in Francia con la famiglia al seguito e con la moglie Angelina Jolie.
[The Tree of Life, USA, 2011, Azione, durata 138′] Regia di Terrence Malick
Con Brad Pitt, Sean Penn, Fiona Shaw, Pell James, Crystal Mantecon, Jessica Chastain, Lisa Marie Newmyer, Tamara Jolaine, Jennifer Sipes, Will Wallace, Kari Matchett. Uscita: mercoledì 18 maggio 2011.
Trama
Jack, un ragazzino di undici anni, vive nel Midwest insieme ai suoi due fratelli e ai suoi genitori. La sua esistenza gli appare piena, incantevole nonostante i messaggi che gli giungono dai genitori amorevoli siano dissonanti: la madre gli insegna la grazia, l’amore e la misericordia, il padre cerca invece di motivare la sua autostima e il suo individualismo. Le cose si fanno più complesse quando Jack affronterà per la prima volta la malattia, la sofferenza e la morte. Il mondo, che un tempo era per lui una cosa splendida, diventa un labirinto. Inizia così un cammino verso la consapevolezza e la comprensione dell’esistente che si compirà quando Jack sarà adulto.
Cosa dicono del film
E’ un’ opera densa e inesauribile, fuori dal tempo e che copre tutto il Tempo,.È un miracolo.
Terrence Malick e il suo affascinante The Tree of Life, ha presentato un’opera ambiziosa che ha saputo distinguersi per la sua dimensione mistica e per la maestria della messa in scena.
Texas, anni Cinquanta. Jack cresce tra un padre autoritario ed esigente e una madre dolce e protettiva. Stretto tra due modi dell’amore forti e diversi, diviso tra essi per tutta la vita, e costretto a condividerli con i due fratelli che vengono dopo di lui. Poi la tragedia, che moltiplica le domande di ciascuno. La vita, la morte, l’origine, la destinazione, la grazia di contro alla natura. L’albero della vita che è tutto questo, che è di tutte le religioni e anche darwiniano, l’albero che si può piantare e che sovrasta, che è simbolo e creatura, schema dell’universo e genealogia di una piccola famiglia degli Stati Uniti d’America, immagine e realtà.
L’attesa della nuova opera di uno degli sguardi più dotati e personali dell’arte cinematografica è ricompensata da un film tanto esteso, per la natura dei temi indagati, quanto essenziale. Popolato persino da frasi quasi fatte, che la genialità del regista riesce a spogliare di ogni banalità e a resuscitare al senso. Malick parla la sua lingua inimitabile, le cui frasi sono composte di immagini (tante, in quantità e qualità) e di parole (molte meno) in una combinazione unica, senza mai pontificare. Si ha più che mai l’impressione che con questo film, che parla a tutti, universalmente, non gli interessi comunicare per forza con nessuno, ma farlo innanzitutto per sé.
Testimone di una capacità rara di sapersi meravigliare, ha realizzato un film che non si può certo dire nuovo ma nel quale Terrence Malick si ripete come si ripropone il bambino nell’uomo adulto, per “essenza” vien da dire: ci si può vedere la maniera o, meglio, ci si può vedere l’autore.
Del film si mormorava addirittura che avrebbe riscritto la storia del cinema e in un certo senso The Tree of Life fa anche questo, senza inventare nulla ma spaziando dall’uso di un montaggio emotivo da avanguardia del cinema degli esordi ad una sequenza curiosamente molto vicina al finale del recentissimo Clint Eastwood, Hereafter. Il confronto, però, scorretto ma tentatore, non si pone: la passeggiata di Malick in un’altra dimensione è potente e infantile come può esserlo solo il desiderio struggente che nutre il bambino di avere tutti nello stesso luogo, in un tempo che contenga magicamente il presente e ogni età della vita. Ecco allora che il film non sarà nuovo ma rinnova, ritrovando un’emozione primigenia, fondendo ricordo e speranza. L’ultimissima immagine non poteva che essere un ponte(Recensione di Marianna Cappi).
I premi di Cannes 2011:
Palma d’Oro al miglior film: The Tree of Life di Terrence Malick
Gran Premio della Giuria: Il ragazzo con la bicicletta di Jean-Pierre e Luc Dardenne ad ex aequo con Once Upon a Time in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan
Premio della giuria: Poliss di Maïwenn Le Besco
Miglior attrice: Kirsten Dunst per Melancholia
Miglior attore: Jean Dujardin per The Artist
Miglior regista: Nicolas Winding Refn per Drive
Miglior sceneggiatura: Joseph Cedar per Hearat Shulayim
Camera d’Or: Las Acacias di Pablo Giorgelli
Inoltre, desideriamo ricordare che L’albero della vita (Titolo originale: The fountain ) di
Darren Aronofsky, fu presentato al Festival internazionale della Mostra di Venezia nel 2006 e raccontava dell’Albero della Vita, una pianta leggendaria che si racconta potesse donare la vita eterna a chi beveva la sua linfa. In un certo senso, l’assunto del film di Terence Malick che “spinge” l’umanità a fidarsi di Dio- comunque lo si invochi- e a superare le molte prove della vita, amandosi, aiutandosi, dandosi una mano, anche se quello che ci circonda non indurrebbe a farlo.