È stato appena pubblicato l’Annale 2010 della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci),
dal titolo Un’economia per l’uomo. Ragioni dell’etica e provocazioni della fede, a cura di Luca Bilardo ed Emanuele Bordello (Roma, Edizioni Studium, 2011, pagine 199, euro 16). Pubblichiamo ampi stralci del contributo del presidente dell’Istituto per le opere di religione.
È da quando ho ultimato gli studi universitari, nel 1971, che, alla fine di una crisi economica – e personalmente ne ho viste tante – viene proposta come soluzione l’imposizione di nuove regolamentazioni e di nuovi controlli. La crisi in questo modo diventa ancora più complessa: quando si è in difficoltà e si stabiliscono sistemi di controllo si irrigidisce tutto il sistema. Resta poi una domanda che non trova mai risposta: chi controlla i controllori? Non è lo strumento che fa marciare i processi, ma è l’uomo. Max Weber distinse, in modo opportunistico e machiavellico, l’etica personale della responsabilità dall’etica della convinzione. Secondo il sociologo tedesco vi è quindi un’etica di chi ha la responsabilità di un determinato settore e quella di chi ne è veramente convinto. Come è possibile avere la responsabilità e praticarla, se non si è convinti? Il convincimento, cioè il riferimento a qualcosa di forte, di stabile, di vero, è determinante per poter ottenere risultati. Non esiste l’etica degli strumenti, l’etica del mercato, l’etica del capitalismo: esiste un uomo che dà senso etico ad ogni comportamento.
Le famiglie americane, a causa della crisi, hanno perso circa il 50 per cento dei propri investimenti, percentuale corrispondente al valore del crollo della ricchezza americana. Questo perché negli ultimi venticinque anni è stata gonfiata del 50 per cento tutta l’economia statunitense. Le famiglie hanno avuto il dimezzamento del valore della casa, dei risparmi, del fondo pensione, di fronte ora hanno un futuro fatto di debiti da pagare e di un alto rischio di disoccupazione.
Perché si è dovuto gonfiare per oltre dieci anni il Pil della più grande economia del mondo? La risposta corretta non la si trova di frequente, ma il Papa la fornisce nell’enciclica Caritas in veritate: perché trent’anni fa il sistema del mondo occidentale (Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone) ha smesso di fare figli.
Quando si afferma che l’origine della crisi è nell’uso sbagliato di strumenti finanziari, nell’avidità dei banchieri o nella mancanza dei controlli si dicono falsità. Perché l’economia è stata costretta a espandere il credito senza controllarlo? Perché si era inceppata negli anni Ottanta la crescita economica, il Pil dei Paesi occidentali cresceva troppo poco ed era legato alla crescita zero della popolazione. Se la popolazione non cresce, non può crescere l’economia e quindi bisogna accontentarsi. Il mondo occidentale, ricco, avido di cose ed egoista, ha deciso di non accontentarsi e si è quindi inventata la crisi economica.
Benedetto XVI salverà il mondo: lo farà perché sta proponendo un radicale cambiamento culturale per l’uomo. Leggendo l’introduzione alla Caritas in ventate, si coglie come il Papa rimandi al primo comandamento del Decalogo, distinguendo esplicitamente e implicitamente verità e libertà.
Nella cultura dominante la libertà, che dall’Illuminismo si condisce con positivismo, relativismo, fino all’odierno nichilismo, precede la verità. L’uomo deve essere libero di trovare la verità, ma così facendo, non solo non la trova, ma la confonde con la libertà stessa. Benedetto XVI invece ribadisce che occorre cambiare gli uomini, e non gli strumenti. Saranno infatti gli uomini nuovi a cambiare gli strumenti vecchi. La verità precede la libertà e non esiste vera libertà responsabile che non si riferisca ad una verità assoluta. Il Papa distrugge il pensiero nichilista, che porta l’uomo ad essere un animale intelligente, il quale orienta il suo agire solo all’appagamento dei bisogni materiali.
Se l’uomo infatti vivesse solo di questo genere di soddisfazioni oggi dovrebbe esultare, perché le conquiste della scienza e della tecnologia lo hanno portato a livelli mai raggiunti in passato. Se l’uomo è solo figlio del caos o del caso, quale dignità potrà mai pretendere? Quella di vivere il più a lungo possibile, magari senza malattie, ma nulla più. Il Papa può salvare l’uomo, nel senso che gli riapre gli occhi sulla sua reale dignità di Figlio di Dio.
Gli strumenti, in generale, sono tutti neutri. Le grandi iniquità che sono state compiute nel mondo della finanza non sono dovute soltanto a cattive interpretazioni o applicazioni delle regole della finanza. In più occasioni anche i Governi hanno sostenuto l’infrazione di alcune regole. Gli abusi veri ci sono perché si è permesso che ci fossero, non perché mancavano le strutture di controllo. Esistono 23 boards, strutture di regolamentazione dei mercati finanziari, dal Financial stability board fino a quelle più periferiche che riguardano determinate aree geografiche. Un istituto finanziario oggi deve sottoporsi a 23 nuove regolamentazioni immediate con la minaccia di sanzioni fortissime.
Queste regole c’erano anche prima, ma non sono mai state rispettate. È l’uomo infatti che deve crescere da un’etica di responsabilità ad una nella quale crede veramente in quello che compie. Ecco perché oggi si parla di emergenza educativa, perché c’è bisogno di essere formati.
Nel sesto capitolo dalla Caritas in veritate troviamo un passaggio chiave, in modo diverso, ma con lo stesso spirito, già presente nella Sollicitudo rei socialis. Giovanni Paolo II si domandava come può l’uomo tecnologico, che cresce enormemente nella capacità di elaborare tecniche e strumenti sempre più sofisticati, gestire tali conoscenze nell’immaturità che lo caratterizza. Ancora una volta Benedetto XVI mette in guardia l’uomo del nostro tempo dalla deriva etica, la definitiva autonomia morale degli strumenti.
(©L’Osservatore Romano 1° maggio 2011)