Il dibattito sull’intervento militare in Libia coinvolge vari piani: politico, economico, filosofico, morale, religioso, ecc.
Vogliamo qui presentare una documentazione del dibattito così come appare sugli organi di comunicazione ufficiali per aiutare una personale riflessione:
Un orizzonte di pace per la Libia dall’Osservatore romano
A ll’Angelus Benedetto XVI chiede che siano garantiti l’incolumità dei cittadini e l’accesso ai soccorsi umanitari
| Le parole del cardinale Bagnasco | Le voci del mondo cattolico
– Oltre la logica del gendarme di Andrea Lavazza
– La “campagna” francese in Italia di Giancarlo Galli
Guerra o giusta ingerenza umanitaria? La Chiesa divisa sull’attacco alla Libia di Roberto Monteforte in l’Unitàdel 27 marzo 2011
“Si è fatto tutto il possibile prima di arrivare all’uso delle armi? Quali sono le responsabilità dell’Occidente verso questi regimi? Il popolo della pace si interroga e si divide. Come la Chiesa. Stretta tra le esigenze diplomatiche, la tutela dei cristiani in zone difficili e la difesa della vita e della dignità della persona, della giustizia e della libertà.”
Cattolici divisi anche sulla Libia? di Angelo Bertani in Europa del 25 marzo 2011
“Di fronte alle tragedie in Giappone e in Libia sembra naturale attendersi uno sforzo globale. Noi siamo caduti così in basso anche perché abbiamo accettato per troppo tempo una politica egoista, dominata dalla banalità e dalla menzogna.”
“Nei silenzi e nei tormenti della chiesa cattolica romana e dei cattolici di fronte alla guerra in Libia c’è di più dell’imbarazzo di fronte ad una guerra in bilico tra intervento umanitario ed eliminazione del dittatore libico. C’è anche un imbarazzo intellettuale e teologico di fronte alla questione della democrazia nel mondo occidentale e non”
“Altra è la questione dell’uso della forza per impedire genocidi e altre nefandezze o minacce alla pace, previsto dal capitolo VII della Carta dell’ONU. Esso è legittimo non per il semplice fatto che l’ONU lo decida e lo affidi all’esecuzione di questa o quella potenza, ma per il fatto che non abbia altre finalità che quelle ammesse dalla Carta (e non ad esempio rovesciamento di regimi o assassinio dei loro capi) e che in nessun modo sia assimilabile alla guerra.”
“un grappolo di problemi di coscienza, sufficienti per togliere convinzione all’azione di sbarramento militare contro il ritorno del leader libico al potere pieno e dittatoriale; ma anche per consentire che la guerra metta radici sotto le finestre di casa nostra senza che ce ne rendiamo pienamente conto”
“Il copione dei pacifisti e degli interventisti si replica come le sedie di Ionesco. Si può davvero dubitare del dovere di aiutare, o chiamare aiuto, quando il crimine si compie sotto i nostri occhi?” … “Ci sono state guerre inevitabili e giustificate, come contro il nazifascismo. “Umanitarie” no.” … “A volte c’è una sola via. La sera di Bengasi, la mattina di Srebrenica. Lì non si può dire “Né… né…”, né con i ribelli né con Gheddafi…Si deve stare con qualcuno e contro qualcun altro. Con l’aggredito contro chi lo aggredisce, in una infame sproporzione di forze.”
“Proprio perché i faticosi passi del nuovo Egitto verso un sistema democratico vanno incoraggiati, è bene non tenere basso l’allarme che merita una denuncia di Amnesty International su «test di verginità» ai quali sarebbero state sottoposte donne scese in piazza… il 9 marzo scorso”
“Non è mai cosa semplice giustificare una guerra… Frasi del tipo… nessuna guerra va chiamata guerra… Il governo italiano è specialista di quest’ultima menzogna… equivoco è il ritardo con cui l’Onu interviene… Nel mondo arabo… una vera discussione sulla democrazia è in corso, e a questa discussione gli occidentali non partecipano, per ignoranza o disprezzo… Pensando all’Italia, ho avuto l’impressione che anche noi avremmo bisogno di partecipare… Forse impareremmo qualcosa sulle nostre democrazie fast-food: dove regnano i clan, le cerchie di amici, i capipopolo…”
“stavolta, si dirà, si interviene in difesa dei principi, non degli interessi. Ne siamo proprio sicuri?… Il colonnello Gheddafi massacra la sua gente: non sarebbe giusto rallegrarsi di poterglielo impedire?… L’inconveniente sta però nel fatto che la guerra è un mezzo tanto potente da far dimenticare il proprio obiettivo… I massacri commessi in nome della democrazia non addolciscono la vita più di quelli perpetrati per fedeltà a Dio o ad Allah, alla Guida o al Partito…”
– DOSSIER Le domande chiave di un conflitto dalle mille incognite di V.E.Parsi
– Lega araba a denti stretti, al Palazzo di vetro crescono i pentiti
“Mentre parlano solo le armi, si resta senza parole. Ammutoliti, sconcertati. Anche noi di Pax Christi, come tante altre persone di buona volontà….”
“L’essenziale è quel principio della «responsabilità di proteggere» che Benedetto XVI evocò nel discorso all’Onu del 18 aprile 2008. Bisogna partire da qui, fanno notare Oltretevere, per capire le parole che il Papa ha pronunciato ieri all’Angelus sulla Libia”
“tutti rilanciano sul «Gheddafi tiranno che va fermato», ma molti appuntano… che «i vertici del Pd dovrebbero lasciare libertà di coscienza ai parlamentari… Follini: «Che ci possano essere obiezioni di coscienza, questo è nello stato delle cose, ma la scelta fatta sino ad oggi mi pare fosse obbligata»… D’Alema: «La comunità internazionale è intervenuta per proteggere la popolazione civile, non per sconfiggere Gheddafi. Ora si lavori… per una transizione pacifica».”
La chiesa prende posizione a favore dell’azione in Libia ma emergono freddezze e distinguo.
“le ragioni e le obiezioni hanno la stessa età dell’uomo… Monsignor Paglia: «Ogni guerra è una sconfitta… Nel caso libico, e non solo, non possiamo non esaminare i comportamenti scorretti del passato che hanno indebolito la ragione: c’è quindi bisogno di un serio esame di coscienza. Non si doveva forse intervenire prima?»”
«È una guerra che si appoggia su un’insurrezione nascente, aiuta i libici a liberare la Libia». Il filosofo, che ha spinto Sarkozy, spiega le ragioni del conflitto Bernard-Henri Lévy