È un mondo popolato da figure che sembrano tratte dai film di esorcismo.
Purtroppo non hanno nulla di fantasioso.
Una realtà la cui filigrana è costituita da satanismo, spiritismo, vampirismo, stregoneria, arti magiche, esoterismo.
Le loro vittime in genere sono persone vulnerabili, rese deboli da fatti luttuosi o esperienze personali toccanti.
Con buone disponibilità economiche, un livello di cultura medio alto e un’età che oscilla tra adolescenza e senilità.
Solo nel 2010 sono stati circa 240 mila gli italiani caduti nella trappola di ottomila sette, secondo la Comunità Papa Giovanni XXIII che per aiutare le famiglie ha da alcuni anni aperto un numero verde (800.228.866).
Il censimento è molto parziale perché riguarda l’attività dell’organizzazione fondata da don Oreste Benzi, basata principalmente sull’accoglienza in case e strutture semi residenziali.
Il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, ha indicato una strada giudiziaria: «Le vittime potrebbero avvalersi di un nuovo strumento normativo, quello contro lo stalking» che può essere un’arma per difendersi, oltre che da ex mariti ossessionanti, anche da santoni e guru.
«Purtroppo il numero delle persone coinvolte è molto più alto.
Noi abbiamo raccolto i dati attraverso i contatti telefonici e le storie di chi si è rivolto alla comunità per salvarsi», chiarisce bene i limiti dell’indagine don Aldo Buonaiuto, autore di due libri sul fenomeno, sacerdote nella diocesi di Fabriano.
Ieri un convegno organizzato a Roma, titolo «L’esperienza religiosa dell’umanità tra libertà e manipolazione», ha scattato una fotografia sull’occultismo, pratica dilagante «da conoscere e capire» perché provoca danni incommensurabili nella vita pratica e psicologica di chi ne viene accalappiato.
Il mondo delle sette è multiforme e condizionato in parte dalle nuove tecnologie.
Ci sono i culti distruttivi che offrono a giovani tra 14 e 16 anni contatti col sovrannaturale e altre entità malefiche (stregoni, spiriti, vampiri, diavoli) con le quali stringere alleanza per la realizzazione dei propri desideri.
La chiave degli ingannatori è molto spesso la religione.
I guru usano un linguaggio sacrale e, promettendo benefici spirituali, si impossessano dell’animo e dei beni dei loro proseliti, ovviamente benestanti.
E poi ancora sette specializzate in pratiche esoteriche, con finalità criminali, gruppi acido-giovanili (chi ne entra a far parte finisce con l’abusare di droga, riti satanici, messe nere, musiche estreme, sesso).
Attraverso il web vengono reclutate le Wikka, streghe moderne, soprattutto ragazze giovani, convinte di possedere qualità magiche.
Sono gruppi di piccole dimensioni, la media è non più di una decina di «schiavi» che per seguire il guru di turno hanno abbandonato il resto.
Parenti, amici, soldi.
La comunità Giovanni XXIII raccoglie almeno 15 telefonate al giorno e spesso agisce avvalendosi della squadra antisette della polizia, nata nel 2006.
Secondo don Aldo, il 70%di queste bande ha obiettivi criminogeni: «Dunque dobbiamo reprimerle sul nascere e svolgere interventi di prevenzione.
La gente deve sapere cosa rischia e quali sono le tecniche di reclutamento».
Il numero verde riceve la segnalazione di casi disperati.
Su 354 storie trattate nel 2009, il 44%riguardavano psicosette, il 17%sette religiose, il 15%satanismo, 13%esoterismo, 5%magia, 4%spiritismo, 1%stregoneria.
A prescindere dal tipo di pressione esercitata dai capi sui sudditi, il risultato è sempre lo stesso.
Chi cade in stato di schiavitù si trova in una condizione di sudditanza psicologica così severa da impedire il ritorno alla normalità.
L’obiettivo dei gestori di questa rete dell’occulto è isolare i nuovi adepti dal loro ambiente vitale.
All’inizio si presentano come amici e lentamente si introducono negli spazi della preda, conquistandone confidenza e fiducia.
In cambio promettono risultati immediati e si propongono il più delle volte come alternativa alla religione che richiede sacrificio e forza di volontà.
in “Corriere della Sera” del 17 febbraio 2011
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