Hereafter: dopo che c’è??? Il crudo film di C.
Eastwood, dal fascinoso titolo “Hereafter”( = L’Aldilà), ha rimesso in moto il cervello di molte persone che- dopo averlo visto- si sono chieste davvero: ma dopo la morte che c’é?, cosa ci aspetta, è vero che c’è un “qualcosa”, oppure tutto finisce di noi sotto un metro di terra o in un forno crematorio??? Attraverso i secoli, l’uomo ha ricercato al di là di se stesso, al di là del benessere materiale – qualcosa che chiamiamo verità o Dio oppure realtà, uno stato eterno che non può essere turbato dagli avvenimenti, dal pensiero o dalla corruzione umana.
L’essere si e’ sempre posto la domanda: che cosa e’ tutto quanto? La vita ha davvero un significato? Egli ne vede l’enorme confusione, le brutalità, le rivolte, le guerre, le eterne fratture di religione, le ideologie, le nazionalità, gli etnicismi, e con un senso di profonda e costante frustrazione chiede cosa bisogna fare, cos’é questa cosa che chiamiamo vita, e se c’e’ alcunché aldilà di essa che meriti che brighiamo per raggiungerla..
E poiché non e’ riuscito a trovare quello che ha sempre cercato, questa cosa senza nome a cui vengono dati migliaia di nomi, ha coltivato la fede – fede in un saggio o in un ideale – In questa perenne battaglia che chiamiamo vivere, tentiamo di fissare un codice di comportamento conforme alla società in cui siamo cresciuti, qualunque sia la sua connotazione politica e religiosa( buddhista, cristiana, indù, musulmana, atea…).
E così continuiamo a vivere, rifiutandoci- quando pensiamo- di vivere come i pesci in un acquario.
Io non voglio essere un pesce rosso.
Chi è il regista Il regista dagli occhi di ghiaccio, partito da semplice cow boy con i Film di Leone, oggi ad ottant’anni, dopo aver girato titoli straordinari come Million Dollar Baby, Gran Torino e Changeling, invece di riposare sugli allori continua ad accettare sfide.
E si cimenta per la prima volta con il thriller sovrannaturale.
Hereafter che racconta la storia incrociata di tre personaggi: un uomo che può comunicare con i morti ma che vuole sfuggire a questo suo “dono”, una giornalista scampata ad uno tsunami e un bambino che ha assistito alla morte del fratello gemello.
Il film ha la sceneggiatura di Peter Morgan di The Queen ed è interpretato da Matt Damon, Bryce Dallas Howard e Cécile de France e musicato, come d’abitudine, dallo stesso regista.
La trama.
Marie è una nota giornalista televisiva francese ed è una sopravvissuta dello tsunami.
Marcus è un ragazzino di Londra che vede morire il fratello gemello.
George è di San Francisco e ha la capacità di entrare in contatto con i morti.
Per la costruzione, “Hereafter” sembra essere un film di Iñárritu(terribilmente tragico), però lo stile e la sensibilità sono indubbiamente quelli di Eastwood.
La prima parte del film, che inizia con la sconvolgente sequenza dello tsunami ricostruita al computer, è volutamente lenta e piuttosto introduttiva, ma il tema scelto impone una certa delicatezza ed una analisi approfondita.
Il comune denominatore delle tre storie apparentemente slegate è, infatti, la morte.
Quella toccata da Marie che, per pochi secondi, muore, quella sofferta da Marcus che perde una parte di sé insieme al fratello e quella con cui, da tutta la vita, ha a che fare George.
Il suo non è un dono, ma una maledizione.
Il film, rigorosamente sceneggiato da Peter Morgan (“Frost/Nixon- il duello”, “The Queen”, “L’ultimo re di Scozia”), ha tra i suoi pregi quello di presentare una tesi (c’è qualcosa dopo la morte), supportarla con prove (testimonianze di chi ha avuto un’esperienza di quasi morte, sensitivi che parlano con i morti) e affrontare le eventuali confutazioni (i ciarlatani), ognuno di noi, dopo, avrà modo di pensare a ciò che ha visto e trarre le proprie conclusioni.
“Hereafter” non afferma, infatti, che la vita dopo la morte c’è, vuole solo proporre un’eventualità e per chi già ci crede non è altro che una conferma, ma per gli scettici rappresenta indubbiamente qualcosa su cui riflettere.
Ancora una volta Eastwood si dimostra un regista delicato, poetico, misurato.
La direzione degli attori è perfetta e il film è ottimo e da vedere, assolutamente( Cfr.: www.savonaeponente.com ) Qualche pensiero “curioso” Durante la storia teologica dell’umanità, i capi religiosi ci hanno assicurato che se avessimo compiuto certi riti, ripetuto delle preghiere o mantra, se ci fossimo adattati a certi schemi, avessimo soffocato i desideri, controllato i pensieri, sublimato le passioni, frenato l’avidità e avessimo evitato di abbandonarci al sesso, avremmo, dopo una sufficiente tortura della mente e del corpo, trovato qualcosa che fosse al di là di questa vita banale.
Ed e’ quanto milioni di persone religiose hanno fatto nei secoli, sia da soli, andandosene in un deserto o sulle montagne o in una caverna o vagando di villaggio in villaggio con una ciotola da mendicante, oppure in gruppo, riunendosi in monasteri, costringendo le loro menti a conformarsi ad un modello stabilito.
Ma una mente torturata, una mente agitata, una mente che vuole sfuggire ad ogni inquietudine, che ha rifiutato il mondo esteriore ed e’ stata resa ottusa dalla disciplina e dal conformismo – una mente del genere, per quanto a lungo possa cercare, nelle sue scoperte sarà sempre condizionata dalla propria deformazione.
Alla domanda se esiste o meno un Dio, una verità o una realtà o comunque vogliate chiamarla, non può mai essere data una risposta dai libri, dai preti, dai filosofi o dai saggi.
Nessuno e niente può dare una risposta alla domanda tranne voi stessi( tratto da J.
Krishnamurti, Liberta’ dal conosciuto, Ubaldini).
Ma debbo – per onestà professionale- raccontare del bellissimo incontro che ebbi anni fa con J.
Eccles, Nobel per la medicina 1963, K.
Popper, il grandissimo filosofo che tutti hanno amato e il Prof.
Piergiorgio Strata( attualmente dirige il Compartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino) che alla Giorgio Cini di Venezia tennero un convegno sulle “Molecole e la mente”( così allora, intitolai il mio pezzo per Dimensioni Nuove), che alle mie domande si “accapigliarono” tantissimo tra di loro, tanto che l’allora giovane Prof.
Strata rimproverò il famoso Popper che amava rispondere a me e non esporre all’assemblea dei dotti le sue idee! Ma i dotti non avevano la mia chioma rossa! Amo concludere questo mio piccolo contributo a continuare a porci domande sull’Aldilà, come ha fatto così bene C.
Eastwood, con le parole di J.
Eccles e che cioè “che l’evoluzione biologica trascende se stessa fornendo il supporto materiale, il cervello umano, a individui autocoscienti la cui vera natura è di cercare le speranze e di indagare sul significato della ricerca dell’amore, della verità e della bellezza”.(Cfr.: John Eccles “Evoluzione del cervello e creazione dell’io”) Di: Maria de falco Marotta &Team
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