La Bibbia patrimonio di tutti

Da più di due secoli, con una molteplicità di forme, i cristiani sono impegnati nella promozione della lettura della Bibbia in una prospettiva ecumenica.
Un impegno che ha progressivamente coinvolto un crescente numero di cristiani e che ha talvolta preceduto il dialogo ecumenico ufficiale tra le Chiese.
Tale dialogo è stato spesso sostenuto dalla scoperta del comune patrimonio spirituale, teologico, pastorale delle sacre Scritture, con il superamento di quei pregiudizi sulla lettura e sull’interpretazione della Bibbia che avevano frenato l’ascolto della Parola di Dio.
Si sono così aperti nuovi orizzonti non solo per un approfondimento ecumenico delle ricchezze del testo biblico, ma soprattutto per la definizione di iniziative per una sempre maggiore diffusione della Bibbia nella Chiesa e nella società contemporanea.
In questa prospettiva si colloca la celebrazione della Settimana della Bibbia promossa ogni anno dall’Alleanza biblica francese (Abf), associazione nata per iniziativa di un gruppo di protestanti all’interno del mondo della Società biblica; nel corso degli anni l’Abf si è venuta arricchendo della partecipazione dei cattolici e degli ortodossi francesi, divenendo così una palestra di ecumenismo biblico-pastorale che si pone l’obiettivo di far conoscere la Bibbia anche al di là della Chiesa, come ha ricordato il pastore Bernard Coyault, segretario generale dell’Alleanza biblica francese, nel presentare i progetti in corso.
Questi progetti prevedono una mostra sulla Bibbia patrimonio dell’umanità, per riaffermare l’importanza della conoscenza del testo e del mondo biblico per il passato, per il presente e per il futuro della società, nonché la redazione di una bibbia pensata per i giovani, non solo cristiani ma di tutte le altre religioni, e soprattutto per coloro che si dichiarano indifferenti a una dimensione di fede.
Inoltre le iniziative comprendono la messa in rete del Primo Testamento in ebraico e francese per favorire la conoscenza dei testi originali.
La Settimana biblica francese, che dal 2000 comincia con la i domenica di Avvento, vuole essere un’occasione per favorire una conoscenza della Scrittura attraverso un percorso di nove tappe di lettura comune dalla Genesi all’Apocalisse; il percorso, che è pensato per le comunità cristiane locali, ogni anno sviluppa una prospettiva particolare, nella formulazione del contenuto e della forma, grazie al coinvolgimento diretto nella fase di progettazione di gruppi impegnati nel campo dell’annuncio e della lettura della Bibbia.
Così è stato nel 2006 con l’associazione Cimade, dedita all’accoglienza dei migranti e dei rifugiati, e nel 2008 con i gruppi di volontari impegnati nell’assistenza dei detenuti.
Quest’anno la Settimana biblica si è rivolta ai giovani:  la scelta è nata dal desiderio di presentare il progetto ZeBible, che prevede, per il maggio 2011, la pubblicazione di un’edizione della Bibbia pensata per i giovani dai 15 ai 25 anni, corredata da una serie di strumenti in grado di avvicinare i ragazzi alla lettura e all’approfondimento del testo biblico.
A questa edizione verrà affiancata anche una versione on line, all’interno di uno spazio di dialogo e di riflessione sulla rete, nel quale approfondire e discutere della Bibbia.
Il progetto è nato all’interno dell’Abf con il sostegno di una dozzina di istituzioni, dall’Unione delle Chiese protestanti d’Alsazia alla Lega per la lettura della Bibbia, dalla Fondazione della gioventù avventista alla Provincia francescana di Francia, dall’Associazione degli scout e delle guide fino all’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia.
Nella realizzazione del piano si è cercato di andare incontro ai giovani, facendo ricorso a strumenti e a luoghi, come il mondo virtuale di internet, che sono più familiari a questa generazione, in modo da favorire un dialogo a partire dall’assunzione dei nuovi mezzi di comunicazione senza incorrere in inutili banalizzazioni ma proponendo la ricchezza e la profondità della Bibbia in tutta la sua complessità.
Alla stessa prospettiva si richiama il “Mondo della Bibbia”, un progetto lanciato, in questi giorni nella versione italiana, dalla Società biblica in Italia (Sbi), proprio per favorire la conoscenza della Scrittura nella Chiesa e nella società.
Si tratta di una serie di documentari che illustrano il mondo della Bibbia da un punto di vista storico, culturale, sociopolitico e geografico, con una serie di immagini che aiutano il lettore a comprendere il mondo nel quale venne redatto il testo biblico, dalla città di Ur alla Terra Santa.
Con il “Mondo della Bibbia”, realizzato dall’Alleanza biblica universale (che raccoglie nel mondo oltre centocinquanta società bibliche), ci si propone di creare uno strumento efficace per la conoscenza delle sacre Scritture rivolto non solo a coloro che sono impegnati nella catechesi, nell’insegnamento scolastico e nei gruppi di ascolto della Bibbia, ma a tutti quelli che hanno il desiderio di conoscere o di approfondire il mondo legato alla fonte primaria e fondamentale dell’esperienza delle comunità cristiane, utile anche alla comprensione della società e della civiltà contemporanea.
Il “Mondo della Bibbia” si compone di otto documentari sulla geografia della terra della Bibbia, la terra di Abramo, Isacco e Giacobbe, sulle vicende storiche dall’entrata in Canaan alla monarchia, e poi dalla monarchia all’esilio; e inoltre sul Nuovo Testamento, con una particolare attenzione ai vangeli e alle parole e ai luoghi dell’insegnamento di Gesù Cristo, sulla diffusione della Chiesa primitiva nell’Impero Romano, sulle religioni del Vicino Oriente antico; infine sul testo e sul canone della Bibbia, così come si è formato, con tutte le questioni ecumeniche che tale processo continua a porre alle Chiese.
Anche in questo progetto la Sbi ha potuto contare, oltre che sul sostegno economico della Conferenza episcopale italiana e di alcune Chiese evangeliche, sulla piena collaborazione dell’editrice Ldc, che cura, da oltre trent’anni, la pubblicazione della traduzione interconfessionale della Scrittura della Società biblica in Italia, con la convinzione che essa rappresenti un segno concreto del dialogo ecumenico per l’unità della Chiesa, il quale costituisce a sua volta una scelta irreversibile per la Chiesa cattolica.
Nella recente esortazione apostolica postsinodale  Verbum  Domini,  Benedetto XVI ha indicato l’importanza della conoscenza della Bibbia non solo per la Chiesa ma per il mondo, con un evidente richiamo alle indicazioni contenute nella costituzione dogmatica Dei Verbum del concilio Vaticano ii, “una pietra miliare nel cammino ecclesiale” – si legge nell’esortazione – che ha dato grande impulso “per la riscoperta della Parola di Dio nella vita della Chiesa, per la riflessione teologica sulla divina Rivelazione e per lo studio della sacra Scrittura”.
Con la Dei Verbum e con gli atti successivi, attraverso i quali la Chiesa ha voluto confermare le scelte del Vaticano ii, si è aperta una prospettiva di reale collaborazione ecumenica nella traduzione e nella diffusione della Bibbia come strumento per rendere più efficace la missione della Chiesa nell’annuncio del Vangelo a ogni uomo e a ogni donna.
(©L’Osservatore Romano – 13-14 dicembre 2010)

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