La lettura della Bibbia a scuola “è un’iniziativa a cui sono favorevole come ministro, come credente e come cittadina italiana”.
Lo scrive il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, in un articolo scritto per il prossimo numero di Famiglia Cristiana.
“La scuola deve istruire i ragazzi”, spiega il ministro, “ma deve anche formare dei cittadini responsabili e degli adulti consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri.
Questo insieme di valori e insegnamenti, nel mondo occidentale, è rappresentato dalla tradizione cristiana.
E’ quindi importante che i nostri figli, nel bagaglio di conoscenze che la scuola deve garantire loro, possano incontrare fin da subito un testo che ha determinato la nascita della civiltà in cui viviamo e che parla ai cuori e alle coscienze di tutti”.
Le parole del ministro ripropongono la questione delle ‘radici’ cristiane dell’Europa, già oggetto di polemiche in occasione della stesura della Costituzione europea.
Gelmini prende lo spunto dalla Bibbia, ma poi sviluppa la sua riflessione sottolineando che “l’Occidente è stato edificato sugli insegnamenti del cristianesimo ed è impossibile, senza comprendere questa presenza, studiare la sua storia, capire la filosofia, conoscerne l’arte e la cultura.
Diventa impossibile, soprattutto, dialogare e confrontarsi in modo proficuo con le altre culture”, perciò “dobbiamo fare in modo che i nostri giovani siano consapevoli della propria identità per potersi confrontare con le altre e crescere e vivere nel rispetto reciproco”.
Ma sulla questione della lettura della Bibbia (che in effetti in Italia è poco conosciuta, meno che in molti altri Paesi europei), al di là del confronto politico e culturale sulla proposta nasce il problema di chi e come dovrebbe occuparsene in classe: l’insegnante di storia? Quello di religione? Entrambi? In collegamento o no con “Cittadinanza e Costituzione”? Per quanto tempo? Con quali ricadute sul piano valutativo? Come si vede, la proposta del ministro Gelmini non sembra di quelle facilmente praticabili…
tuttoscuola.com
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