Chi si ricorda di Ivan Gagarin? Probabilmente, ben poche persone.
Questo oscuro segretario dell’ambasciata di Russia a Parigi, in carica intorno al 1850, ha però contribuito alla creazione di uno dei pilastri della vita intellettuali francese.
Proprietario terriero non privo di risorse, l’uomo si convertì al cattolicesimo durante il suo soggiorno parigino.
Spinto dalla sua nuova fede, si fece prete ed entrò nella Compagnia di Gesù.
Ma la sua conversione personale non gli basta, e l’ex diplomatico si impegna per riportare l’intera Russia ortodossa nell’ambito del cattolicesimo.
Per far questo, fonda nel 1856 una rivista annuale dedicata agli “studi di teologia, di filosofia e di storia”.
Era nata “Etudes”.
Il primo numero, un grosso volume di diverse centinaia di pagine ingiallite, è devotamente conservato con la sua rilegatura nell’attuale sede della rivista gesuita, in rue d’Assas, a Parigi.
Perché la Compagnia di Gesù, pur non condividendo l’ossessione personale di Padre Gagarin, comprese presto l’utilità di poter disporre di una rivista di formazione delle menti cristiane.
Sul modello della Civiltà cattolica italiana, fondata nel 1850 dai gesuiti, la Compagnia, famosa per il suo ruolo nell’educazione delle élite cristiane, recupera la rivista.
La ribattezza Etudes religieuses, historiques et littéraires, e la pubblica in forma mensile, “al fine di esporre la vera dottrina cattolica di fronte agli errori che minano le società moderne”, come spiegherà un gesuita in occasione del cinquantenario della rivista.
Da allora, a seconda dei suoi capiredattori e del contesto politico-religioso, gli Etudes hanno alternato periodi di apertura e di irrigidimento intellettuale, tuttavia con una costante: l’accoglienza nelle sue colonne, fin dal primo anno, di argomenti anche non religiosi.
“Sullo sviluppo della Cina e dell’India, ad esempio, la rivista ha avuto un notevole anticipo grazie alla presenza missionaria di gesuiti sul posto”, commenta Jean-Claude Guillebaud, lettore e collaboratore della rivista.
Desiderosi di lasciare a Etudes la strada aperta alla scienza, alla tecnica, alla cultura, alla letteratura e ai dibattiti di società, i gesuiti crearono del resto, nel 1910, un’altra rivista, Recherches de science religieuse.
Una maniera anche di proteggere Etudes dall’eventuale censura romana sulle questioni teologiche…
Oggi, Etudes tratta un solo argomento religioso al mese e fa dell’eclettismo il suo marchio di fabbrica.
Durante un primo periodo, che finirà con la cessazione della rivista nel 1870, la Compagnia di Gesù offre una lettura cristiana piuttosto aperta e liberale di argomenti allora principalmente teologici, trattati nella rivista.
Anche se, parallelamente, difende un approccio tradizionalmente conservatore dell’ordine stabilito.
La pubblicazione della rivista a Lione, interrotta con l’espulsione dalla Francia della Compagnia di Gesù nel 1880, conoscerà nel suo secondo periodo un irrigidimento intellettuale sotto la direzione di padre de Scoraille, un realista dichiarato.
L’anticlericalismo della Terza Repubblica alimenterà come risposta un antirepubblicanesimo ed un antimodernismo virulenti.
Nel 1910, la rivista pubblica la condanna del movimento sociale cattolico Le Sillon da parte di Pio X.
Nel corso degli anni 30, pur mostrandosi critica nei confronti dell’ascesa del nazismo, la rivista non è tuttavia stata “anti-antisemita”, secondo l’espressione di Jean-Yves Calvez, uno dei suoi capiredattori, nel 2000.
Una analoga discrezione caratterizzerà gli anni della decolonizzazione e della guerra d’Algeria, mentre il periodo del dopoguerra è stato segnato da una apertura al cristianesimo sociale.
Parallelamente la rivista ha fatto delle innovazioni introducendo della scienza dura nelle sue pagine.
“Secondo i periodi, il livello era anche particolarmente esigente”, rileva il fisico Etienne Klein, consigliere della redazione.
“Fin dal 1900, vi si trovano articoli sulla relatività, talvolta con qualche errore!” Nel 1907 la rivista pubblica uno schizzo di un futuro tunnel sotto la Manica, accompagnato da un articolo fustigante la stampa inglese per le sue “prevenzioni” su quel progetto! Decisamente “conciliare” durante il Vaticano II (1962-1965), la rivista si è stabilizzata negli anni ’70 in una “concezione umanista e cristiana” dei dibattiti di società, “articolando ragione e fede”.
“Etudes oggi può essere senza dubbio collocata al centro-sinistra da un punto di vista di Chiesa, e al centro-destra dal punto di vista della società!”, riassume Padre de Charentenay.
Senza essere in contrasto con Roma, la rivist aha coltivato la sua indipendenza proclamata nei confronti del Vaticano.
“Roma non ha mai convocato uno dei capo redattori di Etudes, anche quando nel 1974 non è piaciuta una interpretazione “aperta” delle posizioni della Chiesa sulla contraccezione, presentate nel 1968 nell’enciclica Humanae Vitae.” Negli anni ’70 e ’80, la rivista non sfugge al movimento generale di ripiegamento.
I lettori lasciano allora Etudes, considerata una “istituzione”, così come i fedeli disertano le chiese.
Da 15000 nel 1968, il numero di lettori crolla a 7000 nel 1980.
Simbolo di questo movimentato periodo, padre Bruno Ribes, capo redattore considerato “progressista”, lascia la rivista nel 1975.
In seguito uscirà dalla Compagna di Gesù e poi dalla Chiesa.
Rivendicando il suo statuto di rivista di opinione e non di dibattito, Etudes si è ormai stabilizzata attorno agli 11 000 abbonati.
Più “consensuale” che in certe epoche, secondo alcuni osservatori, la rivista evita pochissimi argomenti.
Esempio di uno di questi buchi neri: l’ordinazione delle donne nella Chiesa cattolica.
in “Le Monde” del 14 luglio 2010 (traduzione: ww.finesettimana.org)
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