L’educazione è parte integrante della missione della Chiesa.
È con questa convinzione che si sono conclusi, giovedì 17 a Bologna, i lavori del 44° congresso dei direttori degli uffici catechistici diocesani promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Cei).
Nella sua relazione di sintesi il direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, don Guido Benzi, ha evocato un’immagine che ben riassume i lavori e le prospettive future scaturite dal convegno: la Chiesa come Mysterium Lunae.
Dopo aver richiamato il suo simbolismo, commentando un passo dell’Exaemeron di sant’Ambrogio, Benzi ha sottolineato i due aspetti che più legano la Chiesa alla sua attività di maestra e madre della fede: “La Chiesa, come la “Luna crescente” nel rinnovarsi della sua presenza, è soggetta, in forza della Grazia dello Spirito, a una vita sempre nuova, a un rigenerarsi, generando alla luce e alla vita del Cristo i cristiani.
E, infine, la Chiesa, come l'”astro rifulgente”, irraggia nel plenilunio pasquale, la luce del Cristo, e annuncia la verità del Vangelo della morte e risurrezione del Figlio di Dio”.
La Chiesa, oggi come ieri, riceve da Cristo – “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Ebrei, 12, 2) – tutto ciò che le serve per poter, a sua volta, accompagnare altri nella crescita dell’esperienza di vita cristiana.
La sottolineatura che è stata data nei quattro giorni di convegno, in linea con le indicazioni progettuali della Cei, è stata quella relativa al tema dell’educazione.
Per questo motivo, il convegno si è dato dei momenti di ascolto delle molteplici declinazioni del tema educativo.
La prima è quella pedagogica, tema affrontato da Maria Teresa Moscato dell’Università di Bologna.
Dal suo versante, la Moscato ha ribadito l’importanza del legame intrinseco che esiste tra esperienza religiosa ed educazione, al punto che l’elisione della prima cancella anche la seconda: “E c’è ancora un elemento essenziale che confluisce nella sparizione dell’idea di educazione, ed è la progressiva riduzione dell’esperienza – e della pratica – religiosa nelle generazioni adulte: non sto dicendo che dal momento che è sparita l’idea di educazione non educhiamo più alla religiosità.
Sto dicendo che, al contrario, nella misura in cui non siamo più religiosi non riusciamo a percepire la necessità dell’educazione e la responsabilità comune verso di essa”.
Così come la fede è una salvaguardia per la retta ragione, altrettanto l’esperienza religiosa è custode dell’importanza dell’educazione complessiva delle nuove generazioni.
È questo una sorta di leit motiv che è risuonato anche in altre relazioni come, per esempio, nella sottolineatura posta da Paola Bignardi, membro del Comitato per il progetto culturale della Cei, sul ruolo e l’importanza della comunità ecclesiale come comunità educante, così come è stata pensata dal documento base Il rinnovamento della catechesi fino a oggi.
Da queste indicazioni, ha ricordato la Bignardi, deve scaturire un percorso di verifica e ripensamento: “Oggetto della verifica cui le nostre comunità sono chiamate è il volto attraente che esse sanno mostrare, facendo percepire il valore dell’invito di Papa Benedetto a Verona: far “emergere soprattutto quel grande “sì’ che in Gesù Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza””.
Particolarmente significativa è stata, infine, la tavola rotonda, condotta da don Carmelo Sciuto, dell’ufficio catechistico nazionale, che ha posto a tema la questione decisiva delle alleanze educative.
Originale ed efficace è stata la modalità scelta che ha visto, mediante l’utilizzo di video e interviste precedentemente preparate, il coinvolgimento dei diversi protagonisti dell’attività educativa ecclesiale, a cominciare dai direttori degli uffici competenti della Cei ma coinvolgendo anche le famiglie, i catecumeni, i parroci, i catechisti, gli insegnanti di religione, i capi scout, gli educatori dei ragazzi di Azione cattolica provenienti da varie realtà italiane.
Oltre all’importanza dei temi trattati, ciò che è emerso è la vera forza di cui dispone la compagine ecclesiale nel raccogliere le impegnative sfide dell’emergenza educativa.
(©L’Osservatore Romano – 20 giugno 2010)
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