Le venuzelas di Mandela

La vuvuzelas, é l’argomento per eccellenza extra-tecnico dei Mondiali sudafricani:  una tromba da stadio lunga non più di un metro da tempo in voga tra i tifosi locali, chiamata vuvuzela.
C’è chi le paragona al barrito di un elefante e chi a uno sciame d’api inferocite.
  C’è chi le ha elette a simbolo di Sudafrica 2010 e chi, per il loro infernale frastuono, le ha bollate come strumento del diavolo.
Eppure, secondo il sito boogieblast, la tromba, oggi «soccer horn» per eccellenza e oggetto sempre più di culto tra i tifosi.
Fu introdotta in Sudafrica come un giocattolo per bambini che dovevano soffiarci dentro per puro gioco.
Non ebbe granché successo, fino a quando non furono i supporters locali del soccer a scoprire e realizzare l’effettivo potenziale dell’invenzione, il cui primo prototipo sarebbe stato ‘importato dagli Stati Uniti.
Sull’origine del nome, e su cosa veramente significa, sono state fatte molte ipotesi.
Di fatto le vuvuzelas appartengono ai supporters, come se i tifosi in qualche modo ne detenessero i diritti.
Nella versione messa a disposizione da un sito specializzato la vuvuzela misura 65×13 centimetri e pesa 120 grammi.
In commercio ne sono attualmente reperibili almeno un paio di versioni, a costi tutto sommato limitati.
Si parte da circa otto euro l’una, e si può anche arrivare ai 50, ma scegliendo una versione particolarmente «pretenziosa».
Maggiore il risparmio se si compra direttamente in Sudafrica: la tromba a Johannesburg costa la modica cifra di 25 rand, circa due euro e cinquanta centesimi.
Gli «strumenti del demonio» si appresterebbero a invadere gli stadi europei con il loro frastuono che può raggiungere i 150 decibel, anche se l’uso dei tappi può ridurlo di 30 decibel.
Oggetto di una semplicità arcaica, la vuvuzela produce una limitata ma potente gamma di suoni.
Anche se l’origine del nome non è chiara, sembra abbia ascendenze zulu: potrebbe significare “far rumore” ma anche “ronzio di uno sciame d’api”.
Suonarla è tutt’altro che alla portata dei profani e richiede una tecnica adeguata.
Debitamente illustrata in un apposito sito, il supplier boogieblast (www.boogieblast.com).
Che così spiega: «Introducete le labbra nell’imboccatura e provate a riprodurre il suono di una scoreggia (pudicamente, l’inglese farting è messo tra virgolette).
Rilassate le guance e fate vibrare le labbra nell’imboccatura.
Non appena il suono comincia ad uscire, soffiate con maggior forza».
Con risultati che sono stati ampiamente e assordantemente sperimentati.
Il modello di plastica, oggi il più diffuso negli stadi sudafricani dei mondiali, si è affermato nel corso degli anni Settanta tra i tifosi che seguivano le partite di calcio in Messico.
La vuvuzela aveva guadagnato l’attenzione dei cronisti sportivi già durante la Confederation Cup della FIFA dello scorso anno.
Valutato l’effetto del continuo e incessante ronzio causato dalle migliaia di trombette presenti negli stadi e la potenziale pericolosità dello strumento nel caso di tafferugli, la FIFA aveva deciso di vietarne l’utilizzo nel corso dei mondiali.
La SAFA, la South African Football Association, ha però presentato un ricorso a difesa della vuvuzela, risorsa indispensabile per regalare al mondo una vera esperienza sudafricana delle partite di calcio.
La FIFA è così tornata sui suoi passi, permettendo l’utilizzo dei modelli di vuvuzela di plastica che non superino il metro di lunghezza.
Sicuramente uno dei motivi per cui verranno ricordati questi mondiali sono le vuvuzelas, le trombette usate negli stadi che ospitano le partite dei mondiali in Sudafrica, e il forte rumore che queste provocano.
Il loro suono continuo infatti disturba i tantissimi telespettatori che assistono ai mondiali da tutto il mondo.
I primi a correre al riparo sono state le emittenti tedesche Zdf e l’Ard, che hanno deciso di introdurre alcuni accorgimenti durante le telecronache: utilizzeranno microfoni labiali e meglio direzionati per ridurre il fastidiosissimo rumore e impiegheranno un filtro audio inventato da Tobias Herre. Oltre alla Germania, anche la Bbc ha annunciato di aver preso degli accorgimenti per limitare il rumore prodotto dalle vuvuzelas.
Un funzionario ha dichiarato: “Stiamo monitorando la situazione.
Se le vuvuzelas continuano ad avere un impatto sonoro elevato, siamo pronti a prendere degli ulteriori accorgimenti”.
E un “commento” di un tifoso furioso(allegro e spiritoso) Ste trombette, quelle trombe lunghe un metro che fanno da sfondo ai campionati del mondo in Sudafrica, le Vuvuzela, hanno francamente rotto i coglioni.
Almeno a me ecco.
Cioè hanno un suono fastidioso e monocorde che alle mie orecchie risulta molto irritante.
Detto questo, la scorsa settimana ho seguito una discussione su Twitter, di un amico (del quale non dico il nome) ed una tipa che non conosco, che non seguo e che non ho intenzione di seguire dopo aver letto le stronzate che diceva.
In pratica sosteneva che i Sudafricani sono degli incivili, che ci vorrebbe uno sterminio, una bomba atomica o al minimo un Tzunami, per spazzare via un popolo di aborigeni che fanno un rumore simile con le trombette.
La simpatica amica in questione si accalorava nel dire cose come “non capisco come i calciatori accettino di giocare li” e cose di questo genere, senza risparmiare bestemmie e ataviche maledizioni ai “negri” africani.
L’amico di cui parlavo sopra, con grande freddezza e simpatia è anche riuscito ad interloquire e le ha detto qualcosa come “faranno casino si ma da li a augurare loro lo sterminio…” e li si è scatenata la parte migliore della signorina delirante.
Ha detto che “voi segaioli comunisti (…) con la vuvuzela” e bla bla bla, riferendosi a tutti quelli che non sono evidentemente idioti come lei.
Ora, l’assioma “vuvuzelacomunista” è una cosa che mi intriga da morire: come mai questa donna è arrivata a pensare che tutti quelli che NON sterminerebbero un popolo intero solo perché suona delle trombe allo stadio, debbano essere comunisti? Come mai il non essere un assassino di massa è considerato una cosa comunista da sta povera persona? E sopratutto, può il non essere un folle che augura Tzunami a milioni di persone, essere definito comunista con accezione negativa quando invece essere un folle sanguinario è una cosa positiva? E se positiva che nome ha? Fascista? Nazista? No, dico solo per capire eh.
Ultima cosa, se non essere matti vuol dire essere comunisti, non è meglio essere comunisti? Ma se così è allora il termine “comunista” non può essere considerato un temine negativo.
Insomma, vorrei tanto che sta tipa passasse di qua e leggesse, e poi mi spiegasse anche cosa le passa per l’insano e contorto cervello.
Ma dubito che passi di qua e anche che riesca a spiegarsi.
Vediamo ed aspettiamo… Bandire Le Vuvuzelas? ”No, è La Nostra Cultura”  Polemiche sul rumoroso strumento che i sudafricani suonano in strada e negli stadi, disturbando giocatori e trasmissioni tv: c’è chi lo vorrebbe vietare, ma i sudafricani sono contrari: “Troppo tardi, non possono più vietarla, è troppo tardi ormai”.E ancora: “Questo è un Mondiale in Africa e appartiene a noi.
Dobbiamo suonare le vuvuzelas, dobbiamo soffiare e soffiare e soffiare fino alla fine della Coppa” .
Una posizione quindi che va oltre il tifo e diventa difesa culturale: “Perché dovrebbero bandirla? E’ parte del Sudafrica, parte di Capetown.
E’ il nostro modo di tifare, non dovrebbero vietarla” ( fonte: repubblica.it) Mondiali 2010: le vuvuzelas sono l’incubo di tutti Se in queste sere vi siete sintonizzati su Rai 1 ma anche su sky o sui canali radio per seguire le partite dei mondiali sudafricani avrete sicuramente notato qualcosa di strano.
Più che notato, udito forse, un piccolo rumorino di sottofondo.
Neanche tanto piccolo e poco fastidioso se pensate che qualcuno ha anche richiesto il modo per evitarlo.
Di cosa stiamo parlando? Di quelle simpaticissime trombette, le vuvuzelas, che vengono regalate all’ingresso dello stadio e che producono un rumore assurdo.
Alla fine della partita il mal di testa è assicurato.
Pensate che secondo alcuni quotidiani sudafricani si scrive che il presidente abbia fatto un appello ai tifosi già prima dell’inizio del mondiale perché si conosceva la possibilità di un problema simile.
In effetti queste trombette sarebbe così dannose da poter addirittura provocare problemi all’udito.
I tifosi però non sembrano aver accolto quest’appello.
Anche i giocatori hanno dichiarato che le trombette disturbano parecchio ma sembra se ne debbano fare una ragione.
Il suono di queste utilissime trombette sembra esser destinato a diventare la colonna sonora di questi mondiali.
Ogni vuvuzela produce un suono di 127 decibel, una cosa incredibile se si pensa che si tratta di un semplice strumento a fiato eppure è così.
Dopo le proteste la casa produttrice delle fantastiche trombette ha deciso di abbassare il numero di decibel che resta comunque altissimo.
Ecco come si è giustificato un dirigente della società produttiva Masincedane Sport: “Abbiamo modificato il boccaglio, le Vuvuzelas avranno un suono di 20 decibel inferiore rispetto a quelle prodotte fino ad ora“.
Queste le sue parole prima del mondiale.
Non sembra però che questa modifiche abbiamo portato risultati ottimali.
Il disturbo c’è ancora e si vede.
E’ vero che in molti casi è meglio sentire questo spiacevole rumore invece delle telecronache assurde di cui ci omaggiano alcuni giornalisti.
Ma se fosse possibile preferiremmo evitarlo…Sembra un’ipotesi comunque difficile questa! La soluzione? Togliete l’audio… E- mi auguro- che essendo uno strumento semplice, possa essere usato da quanti oggi sono oppressi nel mondo e vogliono liberarsi, cioè essere uomini e donne felici nella propria società.
 Non sono una tifosa di calcio, però quando ho sentito mio marito che telefonava al figlio per sapere come eliminare quel fastidioso ronzio, simile a quello di uno sciame grossissimo di api, ho cominciato a ridere, a ridere e rido tuttora quando c’è una partita del Mondiali di calcio 2010.
Dio- ho pensato- anche stavolta Mandela farà conoscere al mondo intero qualcosa della sua cultura, di quella cultura che ha permesso a certi politici di individuare le strade della tolleranza, della comprensione e del perdono, della convivenza  tra le varie  etnie, anche se sussistono problemi gravissimi di povertà, sanità, e religiosità.
Per un attimo solo ho sognato che le vuvuzelas dei popoli sudafricani che le usavano per tenere lontano i nemici e gli animali feroci, potessero diventare uno strumento di lotta pacifica contro tutti i soprusi di cui oggi noi occidentali siamo vittime: politica, economia, rischi ambientali( come mi piange il cuore nel vedere il mio giovane presidente Obama stretto nella morsa del disastro ambientale che ha ereditato dal suo predecessore e nella incapacità dell’ONU nel dover ancora realizzare minimamente gli obiettivi che insieme 192 Paesi si erano riproposti di raggiungere nel 2015 per vincere la povertà, la malattia, la discriminazione di genere….).
Ma forse, la curiosità, la stupidità che acceca molti dei nostri contemporanei che a migliaia si sono gettati a comprare queste “trombette monocorde”, riusciranno a diventare un simbolo pacifico seppure fastidiosissimo,  dell’insofferenza  della gente verso i troppi, esagerati soprusi che stanno prevaricando in ogni dove da cui- sembra- sia scomparso ogni segno di democratica convivenza.
Un gruppo che protesta o vuole inneggiare a questo o quello che fa il bene del suo Paese, non è qualcosa da scartare o da irridere.
Nelson Mandela, ancora una volta, ci ha indicato una via serena per sospingere i deputati al Bene Comune, a non desistere, perché- prima o poi- la civiltà della convivenza prevarrà sul turpe mercato economico che sta imbrigliando il globo intero nella sua morsa mefitica.
Forse- ancora una volta- dobbiamo credere che sia stato un “segno” dell’Altissimo far sì che il campionato mondiale di calcio che è quello che inchioda più milioni di persone davanti alle TV, attraverso le vuvuzelas di un popolo umile, povero, vivo e geloso della sua cultura, possa riprendersi dal torpore mortale in cui vive e che ammette ogni infamia a discredito di tantissimi  che cercano di convivere nella amicizia e nella giustizia.
Evviva Mandela, evviva il Sudafrica! Però ora, se mi permettete, desidero riportare alcuni brani – a volte- tecniche, altre  furiose- sulle vuvuzelas che disturbano il ben sentire i commenti alle partite di calcio.
Eccole: Cosa sono le Vuvuzelas? i più risponderanno “delle trombette che si suonano agli stadi dei mondiali del Sudafrica”.
Ma per dare una risposta concreta bisogna cercare notizie che risalgono a più di 40 anni fa. Ci sono testimonianze di questo tipo di corno o di tromba di plastica negli stadi messicani dal 1970.
Originariamente fatta di latta, la Vuvuzela divenne popolare in Sud Africa nel 1990.Il noto Freddie “Saddam” Maake supporter di una squadra di calcio locale, Kaizer Chiefs, sostiene di aver inventato la vuvuzela, creando una versione in alluminio già nel 1965. Più tardi ha perfezionato il prodotto collegandolo a un tubo per renderlo più lungo. Maake ha foto che attestano quanto dice, foto che risalgono agli anni 1970 e 1980 a livello locale e ai giochi del Sud Africa e giochi internazionali nel 1992 e nel 1996 e in Coppa del Mondo 1998 in Francia.
Nel 2001 c’è chi vede una fonte di guadagno in questo oggetto particolarissimo e compie una vera e propria azione di Marketing.
Tutto cambia: l’oggetto leggendario viene brevettato, pubblicizzato, viene creato un uso del prodotto e viene prodotto in serie grazie a van Schalkwyk.
E’ la Masicendane Sport, società sudafricana, che lancia le vuvuzela su scala internazionale, ben tre anni prima che il Sudafrica si aggiudichi il Mondiale 2010.
Quando la Fifa sceglie Johannesburg per la Coppa del Mondo, van Schalkwyk ha già regalato 250 vuvù al Comitato organizzatore, convinto i ministri sudafricani delle Finanze e dello Sport a suonarle in pubblico e stretto accordi commerciali con gli organizzatori dei prossimi Mondiali in Brasile.
La vera magia delle vuvù, insomma, sembra essere quella di portare soldi.
Un euro e mezzo per una trombetta, oltre un milione quelle già vendute per un totale di un milione e mezzo di euro già nelle casse della Masicendane Sport.
Altri due milioni dovrebbero essere incassati nei mesi immediatamente successivi al Mondiale.Il suono delle vuvù sembra piuttosto stimolare la creatività, e il business.
Vuvuzela per iPhone, di casa Apple, è al momento l’applicazione gratuita più scaricata in Sudafrica e nel Regno Unito: oltre 750 mila download per riprodurre il fastidiosissimo suono sul proprio cellulare.
Craig Marias, un altro imprenditore sudafricano, ha assunto 80 operai per produrre copri- vuvuzuela e ha detto di aspettarsi introiti milionari nei prossimi sei mesi, mentre aziende come la Allding Ltd o boogieblast hanno creato siti internet che, oltre alla vendita di trombette, raccontano curiosità sullo strumento o insegnano a soffiarci dentro.
Insomma, più che il ronzio di uno sciame d’api, le vuvuzela suonano musica milionaria.
Disturbata da copie più potenti o meno potenti (Kuduzela) e ancor peggio dal mercato cinese, che pare abbia già messo in commercio trombette senza marchio registrato a un prezzo di vendita molto più basso.
Ulteriore pericolo per questo oggetto cult di questi mondiali di calcio è il suo rumore assordante durante le partite. Guerra alle ‘vuvu’ quindi.
Il mondo del calcio e’ infatti in rivolta contro i rumorosissimi ‘corni’ di plastica, suonati continuamente durante le partite dei Mondiali di Sudafrica 2010.
Messi da parte i tradizionali tappi alle orecchie e le ‘suppliche’ di intervento respinte dalla Fifa, mezzo mondo sta disperatamente cercando soluzioni per zittire le vuvuzelas sudafricane.
I più agguerriti sono i telespettatori che sul web si lasciano andare a commenti ‘arrabbiatissimi’.
Ma c’e’ chi non si arrende e propone soluzioni, a volte anche stravaganti, per poter seguire ‘in pace’ le partite come il tedesco Tobias Herre, che, sulla propria pagina web, ha pubblicato le istruzioni per eliminare il fastidiosissimo sottofondo dalle telecronache delle partite.
“Il rumore mi dava un fastidio enorme.
In realtà, eliminarlo è molto semplice”, ha detto all’agenzia Dpa.
La soluzione, a quanto pare, è costituita da un software speciale che intercetta e cancella determinate frequenze dei suoni creati dalle terribili trombette di plastica.
Lasciando, al tempo stesso, il rumore dei tifosi e la telecronaca dei commentatori.
Herre ha creato un tutorial..
A sostegno dei ‘tormentati’ dalle vuvu, come sono amichevolmente chiamate le vuvuzelas in Sudafrica, scende in campo la tecnologia.
Sui blog c’e’ chi propone di filtrare con un software le frequenze che compongono il ”suono del corno”.
Su alcuni post ci si spinge oltre e si suggerisce di riprocessare l’audio attraverso un computer e bloccare la banda dei 233, 466, 932  1864 Hz.
Stesso suggerimento per chi ha un televisore con equalizzatore o per chi ha un sistema ‘home theatre’.
(source: ilPost Leggo Wikipedia Boogieblast).

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