Walter Kasper: “È un omicidio pieno di ombre ma non potrà fermare il dialogo”

«Una tragedia indescrivibile.
Una perdita umana incalcolabile.
Monsignor Padovese col suo sacrificio va ad aggiungersi alla lunga lista di nuovi martiri che negli ultimi tempi hanno insanguinato il cammino della Chiesa nel mondo.
Come don Andrea Santoro, assassinato anche lui in Turchia, e i tanti uomini e donne di Chiesa che hanno sacrificato la loro vita per stare vicini a chi soffre, ai bisognosi, agli ultimi, nel nome di Cristo e del Vangelo».
Dolore, tristezza, rammarico e tanta voglia di capire «perché sia potuto accadere un fatto simile».
È quanto esprime a «caldo» il cardinale Walter Kasper – presidente del Pontificio consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani e membro di altri importanti dicasteri come il Dialogo interreligioso e la Dottrina della Fede – appena appresa la notizia della morte del vescovo Padovese.
«È una tragedia che colpisce tutti, cristiani, non cristiani, credenti e non credenti, perché è stato colpito un pastore tanto amato dentro e fuori la Turchia, ma anche perché – nota il porporato – avvenuta alla vigilia del viaggio di Benedetto XVI a Cipro.
Ma prima di dare giudizi definitivi è bene essere cauti ed attendere le indagini della polizia».
Cardinale Walter Kasper, con l’assassinio di monsignor Padovese la Chiesa cattolica ha un nuovo martire.
Come lo spiega? «Non me lo spiego.
È una perdita ed un dolore indescrivibili.
Lo conoscevo.
Sono stato più volte ospite a casa sua, in Turchia, dove stava facendo un grande lavoro pastorale.
Era apprezzato, seguito, ammirato.
Veramente un grande pastore della famiglia francescana cappuccina, fine teologo dotato di uno spiccato senso del dialogo e della dottrina, ma anche grande docente all’Antonianum».
Cosa ha armato la mano dell’assassino? «Difficile dirlo ora, a poche ore dalla tragedia.
Ci vuole prudenza e cautela per esprimere giudizi in questi casi.
Occorre necessariamente far lavorare gli inquirenti ed attendere l’esito delle indagini.
Occorre avere fiducia.
Sperando che tutto venga chiarito dagli inquirenti locali e che in tempi brevi siano sgombrate tutte le zone d’ombra intorno a questa nuova tragedia che ha colpito un pastore cattolico tanto amato dalla terra dove svolgeva il suo ministero».
Dopo il parroco di Trebisonda don Andrea Santoro, il presidente dei vescovi turchi, Padovese.
Cresce in Turchia la repressione anticristiana? «Difficile dirlo, per ora, perché non sappiamo cosa veramente sta alla base di questa nuova tragedia.
Pare che il vescovo sia stato accoltellato dal suo autista, che lavorava con lui da circa 4 anni.
Quindi si conoscevano bene.
Sembra pure che questo autista avesse problemi di salute e soffrisse di forme di depressione.
È chiaro che è tutto da verificare per avere un quadro esatto, anche se non è un mistero che in Turchia non mancano gruppi o movimenti di natura xenofoba.
Ma si tratta di aree isolate, benché pericolose, che forse non hanno niente a che vedere con la morte di monsignor Padovese.
Frange estremiste – va detto per correttezza – per niente assimilabili alla stragrande maggioranza della popolazione turca e con le istituzioni politiche e religiose, con le quali le Chiesa cattolica notoriamente ha ottimi rapporti.
Come del resto è emerso anche nel corso del recente viaggio pastorale di Benedetto XVI».
Monsignor Padovese stava per partire alla volta di Cipro per accogliere l’arrivo odierno di papa Ratzinger.
«Sì, oggi sarebbe stato a Cipro come presidente della Conferenza episcopale turca.
Sono certo che il Papa lo ricorderà nel corso di questo importante pellegrinaggio sulle orme di San Paolo.
La notizia della tragica morte di monsignor Padovese ci ha scossi tutti in Vaticano, mentre stavamo facendo gli ultimi preparativi per il viaggio papale.
Il Santo Padre è rimasto molto colpito, come del resto lo siamo stati tutti noi.
Abbiamo subito pregato per il nostro confratello, ma nessuno in Vaticano ha pensato a cambiare una sola virgola al programma del viaggio a Cipro».
Non teme che l’assassinio di Padovese possa avere conseguenze per il dialogo interreligioso? «Il dialogo ecumenico ed interreligioso deve andare avanti.
Nemmeno davanti a tragedie simili.
È lo stesso sacrificio di monsignor Padovese che ce lo deve ricordare.
E penso che anche Benedetto XVI ce lo ricorderà proprio a Cipro».

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