Il 19,2% dei giovani italiani fra i 18 e i 24 anni abbandonano gli studi senza aver conseguito il diploma della scuola superiore: quattro punti sopra la media Ue, nove sopra il valore fissato dalla strategia di Lisbona.
E’ netto lo svantaggio del nostro paese rispetto all’Unione europea per quanto riguarda il livello generale di istruzione della popolazione: quasi la metà degli italiani si ferma al massimo alla licenza media e solo il 12,8% può vantare una laurea.
Lo specifica l’Istat nel suo annuale rapporto che mette in evidenza, fra i vari dati, la eccessiva quota di giovani fra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato gli studi senza aver conseguito un diploma di scuola superiore: gli “early school leavers” nel 2009 erano il 19,2%, oltre quattro punti percentuali in più della media Ue e nove punti al di sopra del valore fissato dalla strategia di Lisbona.
Nel dettaglio, oltre il 10% dei 15-64enni possiede solo la licenza elementare o nessun titolo di studio, il 36,6 ha la licenza media, circa il 40 per cento ha il diploma e appena il 12,8 ha la laurea.
La tendenza è verso un lento progresso della quota di diplomati (+2,1 punti percentuali rispetto al 2004) e dei laureati (+2,8): quest’ultima sale soprattutto grazie alle donne (+3,7 punti percentuali).
Nel 2009 la quota di 25-64enni che ha conseguito al più la licenza media (titolo Isced 0-2) è nettamente superiore alla media Ue (46,1 a fronte del 28,5 per cento).
Le differenze sociali nel conseguimento della licenza media – specifica l’Istat – si annullano con l’introduzione dell’obbligo scolastico, mentre nel conseguimento dei titoli superiori continua a pesare una forte diseguaglianza legata alla classe sociale della famiglia di provenienza degli studenti, anche considerando le differenti generazioni.
Il tasso di scolarità è aumentato di 41 punti percentuali negli ultimi 30 anni.
Nell’anno scolastico 2008/2009 si registrano circa 93 iscritti alla scuola secondaria di secondo grado ogni 100 giovani in età 14-18 anni.
La partecipazione femminile è raddoppiata e le scelte formative degli studenti sono cambiate, orientandosi in misura maggiore (+8 punti percentuali) verso scuole di formazione “general”, (con programmi atti a consentire la prosecuzione degli studi all’università) rispetto a quelle “vocational” (indirizzate a fornire una preparazione finalizzata all’immediato inserimento nel mercato del lavoro).
Cresce anche il numero dei giovani che conseguono un titolo di studio secondario di secondo grado: 74 ogni cento 19enni nell’anno scolastico 2007/2008, circa 36 in più rispetto a 30 anni prima.
Il 7,7 per cento degli iscritti a scuole superiori nell’anno scolastico 2008/2009 ha ripetuto l’anno di corso (il 10,3% se si considerano gli iscritti al primo anno), con percentuali più elevate per le scuole a indirizzo tecnico e professionale.
Inoltre, il 12,2 % del totale degli iscritti al primo anno abbandona il percorso d’istruzione non iscrivendosi all’anno successivo e un ulteriore 3,4 per cento lascia gli studi alla fine del secondo anno.
La distribuzione territoriale di quest’ultimo fenomeno rivela una situazione particolarmente critica per il Mezzogiorno, con abbandoni al primo e al secondo anno pari rispettivamente al 14,1 e al 3,8%.
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