Esposizione del Crocifisso in classe

La richiesta delle ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – di costituirsi davanti alla Corte europea di Strasburgo per i diritti dell’uomo, nel procedimento di ricorso contro la sentenza che vieta di esporre il crocifisso nelle scuole, è stata accolta.
Ne dà notizia il quotidiano “L’Avvenire” di oggi, che precisa che le ACLI sono state ammesse a presentare una propria memoria alla Corte, entro il prossimo 1° giugno, unitamente ad altre associazioni cattoliche tedesche e francesi.
Il presidente delle ACLI, Andrea Olivero, ha commentato che si tratta di un riconoscimento estremamente importante perché conferma la legittimità dell’iniziativa di tre grandi organizzazioni di laici cristiani impegnate a livello europeo.
Secondo Olivero, al di là degli esiti del ricorso, è un fatto che le argomentazioni per il rispetto delle diversità culturali espresse dai singoli Stati non potranno essere ignorate.
 La battaglia per il crocifisso in classe non deve fare i conti solo con chi è contrario, ma anche con i soldi che mancano nelle casse della scuola.
E’ il caso dell’Istituto Comprensivo ”Marconi” di Cengia, nel veneziano, dove per rimpiazzare tre crocifissi che non c’erano più è dovuto intervenire un benefattore.
Il tutto è partito da un interrogazione di un consigliere comunale di ”Impegno e partecipazione” che aveva chiesto lumi sulla mancata esposizione del crocifisso in tre classi: l’assessore all’Istruzione Carla Trevisan ha girato il quesito alla preside che ha spiegato la drammatica situazione delle esangui casse scolastiche.
In soccorso della scuola è arrivato però un anonimo benefattore, che ha donato i tre crocifissi.
Situazione dunque risolta, ma nella risposta all’interrogazione – riporta il Gazzettino – l’assessore ha sottolineato la difficile situazione scolastica dovuta ai ”tagli” introdotti dalla riforma Gelmini e al mancato trasferimento dei fondi minimi ministeriali.
E’ utile ricordare però che l’acquisto del crocifisso rientra nelle spese di arredo, che per gli istituti comprensivi sono di pertinenza del Comune.
Il richiamo ai tagli dunque deve fare riferimento ai trasferimenti agli enti locali e non a quelli alle scuole.
L’anonimo benefattore ha dunque recato un sollievo più alle casse del Comune che a quelle della scuola.

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