Settimana Santa 2010 Cari amici preti, il Giovedì Santo, giorno in cui si celebra l’istituzione dell’eucarestia, è tradizionalmente la “festa dei preti”, la vostra festa.
Alcuni giorni prima, siete stati riuniti dal vostro vescovo per la messa crismale.
Per ognuno di voi, quell’incontro è un momento di ritorno alle fonti, una sorta di festa di famiglia, in cui si rinnova, in Cristo, il vostro impegno per il servizio del popolo di Dio.
Ma quest’anno le rivelazioni sugli scandali di pedofilia rendono cupa l’atmosfera.
Come provare la gioia di essere prete quando dei sospetti pesano su “i preti”, facendo di questa espressione generalizzata una minaccia permanente e insopportabile? E, in senso più ampio, come provare la gioia di essere “cattolico” davanti ad un tale disastro? Potremmo fare silenzio, aspettare che si calmino i nostri oscuri sentimenti di vergogna, di umiliazione e di collera.
Ma sentiamo risuonare la parola di Cristo: “Questo è il mio Corpo”, e sentiamo che siamo tutti membra di questo Corpo.
Quando anche un solo membro soffre, tutto il corpo soffre.
Ci rendiamo conto che la sofferenza che proviamo con voi ha le sue radici anche nella nostra responsabilità di fronte a ciò che succede.
Il silenzio che viene rimproverato alla “Chiesa” è anche il nostro silenzio.
Neanche noi abbiamo saputo vedere, né voluto sentire, né osato parlare.
Così, ci prendiamo la nostra parte, e condividiamo il peso di ciò che succede.
Se ciascuno di noi “è la Chiesa”, che sia nella buona e nella cattiva sorte.
Insieme bisognerà capire che, se il crimine è stato di alcuni, il silenzio è stato di tutto un “sistema” a causa del quale i misfatti sono stati sottovalutati e si è preferito difendere la struttura dell’istituzione a scapito delle vittime.
Dolorosamente educati da questi avvenimenti, bisognerà che voi, preti, e noi, fedeli di Cristo, ricostruiamo la comunione ecclesiale sulla trasparenza, l’umiltà e la saggezza, perché la nostra Chiesa possa annunciare il Vangelo, e anche perché sia semplicemente più “umana”.
Ma prima di tutto, oggi, in occasione del Giovedì Santo, vogliamo ripetervi la nostra salda e calorosa amicizia.
La rivelazione di crimini isolati che riguardano delle personalità perverse non intacca in alcun modo la stima e la fiducia che abbiamo nei vostri confronti.
Noi battezzati cattolici rendiamo grazie a causa di voi, che avete scelto di servire il corpo di Cristo nel sacerdozio presbiterale, e vi ringraziamo di essere, in mezzo a noi, segni particolari della presenza di Cristo.
Siete i nostri preti e i nostri amici, siate certi che ci troverete al vostro fianco sia nei momenti di gioia che nelle prove, nella fraternità fondata su Cristo.
Buone feste pasquali, cari amici e cari fratelli.
in “www.conferencedesbaptisesdefrance.fr”del 30 marzo 2010 (traduzione: www.finesettimana.
org)
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