Intervista a Walter Kasper : “Vian e Bertone estranei al caso Boffo-Feltri”

Intervista a Walter Kasper a cura di Giacomo Galeazzi «In Vaticano nessuno crede al coinvolgimento del cardinale Bertone e di Giovanni Maria Vian nel caso Boffo.
Un certo anticlericalismo attacca la Chiesa inventando inesistenti guerre per bande all’interno della Santa Sede, però non è il caso di dargli peso.
Ciò che non ha fondamento termina presto di fare danni».
Il cardinale tedesco Walter Kasper, ministro vaticano per l’Unità dei cristiani e per l’ebraismo, assicura che la Curia «non ha mai preso in considerazione la ridicola teoria di un complotto della Segreteria di Stato e dell’Osservatore Romano per far dimettere il direttore di “Avvenire”.
Le responsabilità vanno ricercate altrove, sono solo assurdi veleni e polemiche strumentali».
Le carte contro Boffo sono state fornite dal Vaticano come sostiene il direttore del «Giornale» Feltri? «Assolutamente no.
Ci sono già state smentite ufficiali mesi fa.
Insistendo con le voci infondate non si racconta la Chiesa per quello che è veramente.
Si fornisce una lettura tutta politica, si ipotizzano conflitti, si nega ogni armonia.
E’ una prospettiva completamente diversa da quella reale, perciò in Vaticano nessuno pensa che le carte contro Dino Boffo abbiano una provenienza interna e che alcun tipo di responsabilità sia in qualche modo ricollegabile all’Osservatore Romano o addirittura alla Segreteria di Stato.
E’ una costruzione non solo inverosimile ma anche priva di senso».
Perché? «Non esisteva alcun motivo per una macchinazione del genere.
Quando la Segreteria di Stato vaticana vuole intervenire per modificare una situazione, correggere una rotta o favorire la sostituzione di una persona, è in grado di farlo alla luce del sole, direttamente.
Non solo non verrebbe mai fatta una cosa simile, ma non ce ne sarebbe neppure bisogno.
Per questo le voci sulla provenienza interna della vicenda Boffo qui non vengono prese sul serio.
E’ impensabile che c’entrino Bertone e Vian.
Circolano sui mass media versioni totalmente inventate.
Io non ci ho mai creduto perché non sono né logiche né meritevoli di attenzione» Da cosa nasce tutto questo? «Se si racconta la Chiesa solo in termini politici è per una crescente tendenza anticlericale e antiecclesiastica.
C’è un’ostilità alla Chiesa che spinge a ricercare e gonfiare conflitti e spaccature.
Quando non ci sono, si inventa.
Ai nemici e ai critici interessa questo della Chiesa, non la dimensione spirituale Ma la Chiesa deve aspettarsi questi attacchi, Gesù lo ha predetto.
Anche lui è stato attaccato e la Chiesa ha il suo stesso destino.
Il messaggio evangelico è diverso dal mondo e perciò cercano punti di conflitto per danneggiare la Chiesa».
Soprattutto Vian è nel mirino…
«Senza motivo.
Inoltre da quando lui è direttore, l’Osservatore è molto migliorato, molto più leggibile, interessante, attuale, proprio come lo voleva Benedetto XVI.
Prima era un giornale troppo italiano, adesso ha un taglio culturale internazionale, è più attento all’ecumenismo, al dialogo interreligioso, dà spazio anche ad autori non cattolici.
E’ prova di una Chiesa viva che per la sua presenza nella vita pubblica infastidisce alcuni, però l’attacco dei nemici è il riconoscimento della vitalità».
Come finirà il caso Boffo? «Quello che si gonfia o si inventa non dura.
Io ho esperienza sia di diocesi sia di Curia.
In Vaticano ci sono visioni diverse ma non spaccature o lotte di potere.
Anzi l’uniformità totale sarebbe la morte.
Leggere di congiure da corte dei Borgia o scenari “fantasy” alla Dan Brown mi fa pensare che il Vangelo fino alla fine del mondo sarà sempre contestato.
Lo è stato Cristo e lo sarà sempre la sua Chiesa che non piacerà mai a tutti, ma dobbiamo avere il coraggio di dare testimonianza.
Martedì nella presentazione di Cristo, è stato definito segno di contraddizione.
Vale anche per la Chiesa».
E’ solo un problema di immagine? «Per i mass media l’armonia è noiosa.
Tra le Chiese cristiane quella cattolica è la più unita.
Le Chiese protestanti sono ultraliberali e senza un chiaro profilo non hanno più forza, mentre quella cattolica è considerata potente e perciò disturba la sua presenza, il suo peso nella società secolarizzata.
Ma questi attacchi a lungo termine diventano un boomerang per chi cerca di screditarla dipingendola come una centrale di intrighi».

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