Svolta epocale: cambiano le superiori

”Italiano, matematica e lingua straniera materie chiave della riforma” Italiano, matematica e la lingua straniera, sono le materie chiave della riforma delle superiori, secondo il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: “Abbiamo individuato tre materie chiave, che sono matematica, italiano e la lingua straniera.
In tutti i licei – ha spiegato il ministro, nel corso della trasmissione Nove in punto di Radio 24 – si dovrà studiare almeno una lingua straniera per tutti e cinque gli anni e all’ultimo anno vi è la possibilità di fare una materia curricolare in lingua”.
Ripercorrendo, poi, gli elementi fondanti della sua riforma il ministro ha spiegato che per i licei è stato “confermato l’impianto generale tentando un collegamento tra tradizione e alcuni elementi innovativi come l’introduzione del liceo delle scienze umane e del liceo musicale e coreutico”.
Mentre l’istruzione tecnica è stata maggiormente rivisitata anche perché, ha chiarito la Gelmini, “rappresenta una delle risposte più importanti alla crisi.
Oggi le aziende chiedono almeno 150mila profili tecnici che la scuola non riesce a sfornare.
E’ un dato su cui lavorare – ha proseguito – se vogliamo concretamente affermare che al centro mettiamo i giovani.
Con la riforma vogliamo creare un matching, una collaborazione più forte tra scuola e mondo del lavoro.
Anche per questo alla stesura del regolamento per l’istruzione tecnica ha partecipato anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi”.
Il ministro ha poi difeso la scuola paritaria, che “non va demonizzata”, perché grazie ad essa lo Stato “risparmia 5 miliardi e 600 milioni di euro”.
Il ministro in particolare si è scagliata contro “questa conflittualità ideologica (tra scuola privata e pubblica, NdR) che per molti anni ha bloccato il dibattito sulla riforma della scuola”: “Dobbiamo solo pensare a garantire ai ragazzi, indipendentemente dal ceto sociale, dal luogo di residenza, una buona scuola.
E dobbiamo ragionare meno di curricula e ore di insegnamento e pensare ad un progetto che parta dalla centralità della persona”.
L’aggettivo “epocale” con il quale il ministro Gelmini ha qualificato la riforma dell’istruzione secondaria varata questa mattina dal Consiglio dei ministri ha “sbalordito” la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, a cui giudizio “spacciare per riforma epocale della scuola superiore quella che altro non è che una serie di misure dettate da necessità di cassa ci sembra davvero una enormità”.
Inoltre, aggiunge la Finocchiaro, per fare questa riforma “il governo ha scelto la strada più veloce e meno democratica, privando il Parlamento e il Paese di un confronto serio e doveroso”.
Non è affatto d’accordo la presidente della commissione Istruzione della Camera Valentina Aprea, Pdl, a cui avviso “i regolamenti approvati oggi sono il frutto di un travagliato ma felice dibattito politico-istituzionale.
Dopo tanti anni di sperimentazioni per la prima volta la politica, il governo e il Parlamento, riformano la scuola secondo criteri di modernità ed europei”.
Anche l’ex titolare di viale Trastevere Giuseppe Fioroni, Pd, insiste sui vincoli di finanza pubblica che hanno gravato sulla riforma: “Fare della scuola il bancomat del governo”, ha detto, “approvando tagli di ore e di personale per fare cassa e camuffando tutto sotto la parola ‘riforma’ e’ solo un altro modo per umiliarla.
Per fare riforme serie servono risorse vere: il tornio non diventa un laboratorio di elettronica con la bacchetta magica”.
Su questo punto il ministro Gelmini ha replicato puntigliosamente durante la conferenza stampa svoltasi dopo la seduta del Consiglio dei ministri: “Qualcuno sostiene che riforma è stata fatta per fare cassa.
Nulla di più falso, anzi è il frutto di un lavoro approfondito, necessario e urgente”.
E poi, ha aggiunto polemicamente, proprio questa settimana “l’Ocse ha bastonato l’Italia perchè rea di avere un numero di ore eccessivo per l’apprendimento.
Abbiamo abbandonato l’approccio quantitativo per far prevalere la qualità, non è aumentando le ore che si migliora la didattica”.
Tuttoscuola Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l’istruzione secondaria superiore.
Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi.
La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi.
“Ci hanno accusato di aver cambiato per fare cassa.Niente di più falso: era un atto atteso da 50 anni”.
Così la riforma è stata introdotta dalla Gelmini in una conferenza stampa insieme a Silvio Berlusconi.
Il premier ha parlato di un alegge “che ci mette in linea con l’Europa”, non resistendo a due battute: sulla musica (“La mia e di Apicella sarà materia di studio”) e sul ministro (“Ha fatto la riforma invece del viaggio di nozze”).
Ecco dunque come si presenterà la nuova scuola superiore.
LICEI – Si passa a sei licei: classico, scientifico, linguistico, artistico (articolato in sei indirizzi per facilitare la confluenza degli attuali istituti d’arte e garantire continuità ad alcuni percorsi di eccellenza), musicale e delle scienze umane (questi due ultimi licei sono vere new entry).
Nel classico verrà introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio, potenziando anche l’area scientifica e matematica.
Nello scientifico tradizionale è aumentato il peso della matematica e delle discipline scientifiche; è prevista una nuova opzione delle “scienze applicate” che raccoglie l’eredità della sperimentazione scientifico-tecnologica.
Il linguistico prevederà sin dal primo anno l’insegnamento di tre lingue straniere, dal terzo anno una materia sarà impartita in lingua straniera (dal quarto anno le discipline insegnate in lingua straniera diventeranno due).
Nel liceo musicale saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche; potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza.
Il liceo delle scienze umane sostituisce il liceo sociopsicopedagogico ed è prevista la possibilità di attivare una sezione economico-sociale.
Tutti i licei prevederanno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 negli anni successivi con alcune eccezioni (nel liceo classico negli ultimi 3 anni sono previste 31 ore per rafforzare la lingua straniera; nell’artistico fino a 35 ore e nel musicale fino a 32 ore).
ISTITUTI TECNICI – Si passa a 2 settori – economico e tecnologico – e 11 indirizzi.
Tutti gli attuali corsi e le relative sperimentazioni confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.
L’orario settimanale sarà di 32 ore di 60 minuti (ora sono 36 ore di 50 minuti).
Sono previsti più laboratori: negli indirizzi del settore tecnologico 264 ore nel biennio e 891 nel triennio.
Ulteriori risorse di personale saranno assegnate alle scuole per potenziare le attività didattiche di laboratorio.  Sono state incrementate le ore di inglese (con la possibilità di studiare altre lingue) e favorita la diffusione di stage, tirocini e l’alternanza scuola-lavoro.
ISTITUTI PROFESSIONALI – Si passa a 2 macro-settori – servizi e industria/artigianato – e 6 indirizzi.
I professionali avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione (ora 36).
Avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici (25% in prima e seconda classe, 35% in terza e quarta, 40% in quinta, in aggiunta al già previsto 20% di autonomia).
Il percorso è articolato in due bienni e un quinto anno.
Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale.
Anche in questo comparto di istruzione sono previsti più laboratori, stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno, attraverso l’esperienza diretta.
(Repubblica 04 febbraio 2010)   Il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato i tre decreti presidenziali che, dal prossimo anno scolastico (2010-2011), riformano l’istruzione superiore con il riordino di licei, istituti tecnici e istituti professionali.
La riforma delle scuole superiori (licei, istituti tecnici e professionali) partirà solo dalle classi prime, come hanno chiesto le commissioni parlamentari, i sindacati e il Consiglio nazionale della pubblica istruzione.
Ma per conseguire i risparmi previsti dalla legge 133 del 2008,all’articolo 64, in tutti gli indirizzi fin dal prossimo anno, ci sarà un taglio delle ore che riguarderà seconde, terze e quarte classi.
Le ore si  ridurranno a 32 al massimo in tecnici e professionali e a 30 nei licei per terze e quarte, 27 per le seconde.
I criteri per la decurtazione sono già stati stabiliti: saranno toccate le materie che hanno 99 o più ore annue, quindi quelle fondanti.
Comunque ciascuna di esse non potrà essere tagliata per più del 20%.
Si tratta, spiega in una nota il ministero dell’Istruzione, di una “riforma epocale” che partirà dal 2010 e che “segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano”.
L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923.
 Con questa riforma, aggiunge il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, si vuole: “Fornire maggiore sistematicità e rigore e coniugare tradizione e innovazione; razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l’approfondimento delle materie; caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale e articolare il primo biennio in alcune discipline comuni, anche al fine di facilitare l`adempimento dell`obbligo di istruzione e il passaggio tra i vari percorsi; riconoscere ampio spazio all`autonomia delle istituzioni scolastiche e infine consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari ridotti che danno allo studente la possibilità di approfondire e recuperare le carenze”.
Alla riforma dei licei si accompagna quella dell’istruzione tecnica e professionale che, evidenzia il Ministero, “era attesa da quasi 80 anni”.
Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall’anno scolastico 2010-2011 come scuole dell’innovazione.

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