Sempre più diffuso in Italia, l’uso e abuso di alcol coinvolge fasce crescenti di giovani e giovanissimi come emerge dalla lettura dei dati raccolti in un recente rapporto che il Governo ha pubblicato sul proprio sito.
Basato su dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, messi a confronto con dati internazionali forniti dall’OMS e dall’OSSFAD, il rapporto contiene l’analisi delle criticità, delle cause e degli effetti, in rapporto all’età e al genere come emerge dagli esiti dell’indagine “Il Pilota” dell’Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e dai dati dello studio Multiscopo Istat.
L’ubriacatura negli ultimi dieci anni è assurta a modello sociale e di comportamento, spesso nascosta dietro i disvalori espressi dalla pubblicità che esaltano il valore positivo dell’alcol e in qualche modo favorita da una poco attenta vigilanza da parte della famiglia.
Il 41,7% dei ragazzi ed il 20,8% delle ragazze al di sotto dei 18 anni beve sino ad ubriacarsi, seguiti dai 19-24enni (18,8% dei maschi e 9,4% delle femmine) e dai giovani oltre i 25 anni (7,5% dei maschi e 5,5% delle femmine) tra cui si registra la più elevata percentuale di sobri.
Si beve di più nel fine settimana: al venerdì la percentuale di ragazze che dichiara di aver bevuto è del 37,2%, mentre i ragazzi sono il 52%; al sabato la percentuale di ragazze sale all’86%, mentre quella dei ragazzi aumenta fino all’86,3%; la domenica sera si beve meno con le ragazze attestate al 20,9% e i ragazzi al 20,7%.
In media, si bevono più di tre unità di alcool, considerando come unità un bicchiere da 125 ml di vino o una lattina da 33,3 cl di birra; la percentuale di giovani al di sotto dei 18 anni che beve appare preoccupante: i maschi sono il 41,7% del totale, le femmine sono il 20,8%.
I ragazzi più grandi sembrano più moderati: tra i 19 e i 24 anni bevono il 18,8% dei maschi e il 9,4% delle femmine.
I numeri tendono a diminuire ulteriormente con l’età: oltre i 25 anni beve il 7,5% dei maschi e il 5,5% delle femmine.
Il senso di moderazione che pare crescere con l’età non esime tuttavia le istituzioni e le famiglie dall’intervenire per far conoscere e mettere in guardia i giovani dai rischi dell’alcol che, anche a livello internazionale, è solo al 5° posto fra le droghe più pericolose con una sottovalutazione dei danni correlati.
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