Il dato del 56,4% relativo agli insegnanti italiani è contenuto in una relazione sullo sviluppo professionale dei docenti resa nota dalla Commissione europea e dall’Ocse sulla base di un’indagine comparativa, appena conclusa, che ha coinvolto 23 Paesi in Europa e nel resto del mondo.
La percentuale che riguarda l’Italia è sostanzialmente in linea con quella del resto del mondo (54,8%) ma superiore alla media registrata nei paesi europei (49,2%): segno che da noi l’esigenza è più avvertita.
Secondo l’indagine il 15,4% degli insegnanti italiani non ha comunque partecipato ad attività di formazione negli ultimi 18 mesi, mentre l’86,6% ha preso parte ad attività strutturate di aggiornamento, legate ai processi di riforma.
Scarsa invece, rispetto agli altri paesi Ue presi in esame, la partecipazione volontaria a corsi e workshop.
“I risultati dell’indagine” – ha sottolineato Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse – “indicano che gli insegnanti desiderano apprendere e cercano di migliorare le loro abilità, ma la formazione professionale impartita sul posto di lavoro deve essere meglio mirata sui bisogni degli insegnanti”.
Una valutazione che si attaglia bene anche al caso italiano.
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