Una donna a capo dei protestanti tedeschi

Margot Kässmann, piccola donna energica di 51 anni dallo sguardo luminoso, è stata eletta ieri presidente del consiglio della Chiesa protestante della Germania (EKD), succedendo al vescovo Wolfgang Huber, a capo dei 25 milioni di protestanti del suo paese.
Così, è sulle prime pagine dei giornali insieme ad Angela Merkel, anche lei protestante, rieletta cancelliera al Bundestag.
Questa coincidenza sottolinea, secondo gli osservatori, il posto delle donne nella società tedesca.
Il sinodo della Chiesa protestante, organismo che elegge il consiglio della Chiesa, aveva già messo a capo del sinodo stesso, nel maggio scorso, Katrin Göring Eckardt, tra l’altro deputata dei Verdi.
Madre di quattro figlie, Margot Kässmann, fino ad oggi vescovo di Amburgo, era stata designata nel 2006 “donna dell’anno” da una rivista con programmi televisivi di grande tiratura.
Una popolarità a volte fastidiosa, conquistata affrontando apertamente le prove della vita, come l’operazione di cancro al seno nel 2006.
Ma, alcuni mesi dopo, lei affrontava un’altra prova, il suo divorzio dopo ventisei anni di matrimonio.
Anche in quel caso, lei scelse la trasparenza: “Per quanto riguarda la mia unione, non volevo credere che fosse un fallimento, e mi sono stati necessari diversi anni per ammettere che il mio ex-marito ed io non saremmo invecchiati insieme”, scrive in un libro intitolato In der Mitte des Lebens (“Nel mezzo della vita”), pubblicato in settembre.
Dimostra la stessa franchezza rispetto alla sua Chiesa: il giubileo della Chiesa protestante nel 2017 (1) non sarà, assicura, un “culto di Lutero”, figura di cui lei non vuole nascondere le ombre, come i suoi rapporti con gli ebrei, la fine della sua vita che impregnò negativamente la Chiesa o la sua mancanza di solidarietà rispetto ai contadini che si erano ribellati ai principi.
Monsignor Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale cattolica tedesca, ha subito salutato con favore l’elezione di Margot Kässmann invitandola a lavorare con i vescovi cattolici.
Una cooperazione che potrebbe tuttavia rendere più complicato questo accesso di una donna a capo dei protestanti, ritengono certi osservatori, alla vigilia del secondo Kirchentag ecumenico nel 2010 a Monaco.
Ma, “al di là dei nostri profili particolari, quello che ci unisce è più importante di quello che ci separa”, afferma Margot Kässmann, che ha dietro di sé una lunga esperienza in seno al Consiglio ecumenico delle Chiese.
in “La Croix” del 29 ottobre 2009 (traduzione: www.finesettimana.org)

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