«Ora di religione islamica»

Si parla molto di Islam ad Asolo e non potrebbe essere diver­samente, visto che qui si svol­ge il workshop «Le nuove po­litiche per l’immigrazione», seconda edizione dei «Dialo­ghi asolani», laboratorio di confronto bipartisan animato dalle Fondazioni FareFuturo e ItalianiEuropei e dai rispetti­vi politici di riferimento, Gianfranco Fini e Massimo D’Alema.«Eccoci qui ad Asolo, nel covo di congiurati», scherza Lucia Annunziata, riferendo­si ai timori di un patto tra­sversale che scardini l’attuale maggioranza e rivolgendosi all’intervistato Beppe Pisanu.
«Domani ne arrivano altri due», risponde a tono l’ex mi­nistro.
Che naturalmente ne­ga complotti: «Se il dialogo non viene praticato neanche nel buio di questa crisi, c’è davvero da temere per l’avve­nire del Paese».
PER ATTIRARE NELLE SCUOLE I RAGAZZI MUSULMANI E il dialogo parte, con il segretario gene­rale di FareFuturo Urso: «Po­trebbe essere utile, per attira­re nei nostri istituti i ragazzi musulmani, prevedere un’ora di storia della religio­ne islamica».
E gli insegnan­ti? Saranno imam? «Dovreb­bero essere docenti ricono­sciuti, italiani che parlano in italiano.
Al limite anche imam, a patto che abbiano i requisiti e che siano registrati in un apposito albo.
Stiamo parlando di insegnanti reclu­tati con criteri pubblici».
Nel documento di ItalianiEuro­pei, a cura di Marcella Lucidi, sul tema ci si tiene più sul va­go, auspicando «una riflessio­ne non occasionale» e chie­dendo un insegnamento che «promuova la conoscenza del­la cultura e della religione di appartenenza dei ragazzi e delle loro famiglie».
Urso ri­lancia anche l’idea di «classi miste temperate» e dice no al velo negli uffici pubblici.
NORME SULL’IMMIGRAZIONE  Ma è soprattutto sulle nor­me per l’immigrazione che si colgono grandi punti di con­vergenza.
A leggere il paper di FareFuturo, a cura di Valen­tina Cardinali, si coglie subi­to un dissenso netto dalle po­sizione leghiste: «No a scon­tri di civiltà e no alla strumen­talizzazione delle paure».
Ma si nota anche una divergenza con Silvio Berlusconi, che ha dichiarato di essere contrario a un Paese «multietnico»: «L’Italia già da alcuni decenni è senza dubbio un paese mul­tietnico » spiega il dossier.
Fa­reFuturo cita il progetto di legge bipartisan Granata-Sa­rubbi e lancia alcune propo­ste: cittadinanza dopo cinque anni, in cambio di esame di lingua e test di cultura, dirit­to di voto amministrativo, status giuridico a 10 anni per i figli di immigrati nati in Ita­lia, meno discrezionalità del­l’atto di concessione.
Non che FareFuturo rinneghi le politiche di contrasto del go­verno, a partire dal reato di clandestinità e dai respingi­menti: «Ma sono solo una fac­cia della medaglia – spiega Ur­so – .
Servono anche integra­zione e cittadinanza e dobbia­mo allargare le maglie sui flussi».Il dossier di ItalianiEuropei concorda in alcuni punti (cit­tadinanza, diritto di voto), in altri va oltre (cittadinanza su­bito ai figli degli stranieri na­ti in Italia) e lancia il concetto di «cittadinanza sociale», chiedendo di svincolare il per­messo di soggiorno dalla du­rata del contratto di lavoro.
Non è escluso che oggi, pre­senti D’Alema e Fini, si ponga­no le basi per arrivare a un do­cumento congiunto.
Alessandro Trocino 17 ottobre 2009 L’ora di religione? Cattolica, ma an­che islamica.
L’idea è del vice­ministro Adolfo Urso, che propone l’introduzione nelle scuole pubbliche e private di una nuova materia, facoltati­va e alternativa a quella catto­lica, per evitare di lasciare i piccoli musulmani «nei ghet­ti delle madrasse e delle scuo­le islamiche integraliste».
E anche il Vaticano è favorevole «Giusto consentire ai bimbi di un’altra religione di avere questa opzione»  Massimo D’Alema commenta positivamente la proposta del vice ministro Adolfo Urso, per programmare nelle scuole l’insegnamento della religione islamica in alternativa alla religione cristiana, almeno per gli alunni di fede islamica.
«Mi sembra una idea condivisibile – ha detto D’Alema ad Asolo – non capisco perché non si debba consentire a bimbi di religione islamica, come opzione alternativa, l’insegnamento della loro religione».
APERTURA ANCHE DEL VATICANO  Anche il Vaticano ha aperto all’ipotesi di una ora di religione musulmana a scuola e, per bocca del cardinale Renato Raffaele Martino, sottolinea che, assicurando i debiti “controlli”, si tratterebbe, oltre che di un “diritto”, di un meccanismo che permetterebbe di evitare che i giovani di religione islamica finiscano nel “radicalismo”.
«Se si ammettono gli immigrati, essi vengono con la loro cultura e la loro religione e devono inculturarsi nel paese dove arrivano», spiega il presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace.
«A meno che non scelgano di convertirsi al cristianesimo – perché la libertà di religione è un principio sancito da Dichiarazione dei diritti dell’uomo – se scelgono di conservare la loro religione hanno diritto ad istruirsi nella loro religione», ha affermato il cardinal Martino.
LA LEGA RIBADISCE IL SUO NO  «Con la Lega Nord in questa maggioranza non potrà realizzarsi in nessun modo la proposta di Urso per l’introduzione dell’ora di religione islamica.
Non lo permetteremo mai: noi le nostre radici cristiane le difenderemo fino in fondo».
Resta questa la linea della Lega, ribadita di nuovo da Federico Bricolo, presidente della Lega Nord al Senato, che aggiunge: «Urso, uno dei leader di An, ha voluto il posto come viceministro allo Sviluppo economico e quindi pensi a lavorare nel suo ministero, che di cose da fare a sostegno dei nostri imprenditori e lavoratori ce ne sono tante e la smetta di proporre le stesse cose di D’Alema e della sinistra».
IL CARDINAL TONINI: «TROPPO PRESSAPOCHISMO»  La proposta di introdurre un’ora di religione islamica nelle scuole italiane, pure nelle sue «buone intenzioni», non trova invece d’accordo il cardinale Ersilio Tonini che afferma: «capisco le intenzioni ma dietro queste proposte c’è pressapochismo.
Ci vuole massima prudenza nell’approccio con l’Islam».
Secondo il porporato, «si tratta di un’idea impraticabile, non attualizzabile nel nostro momento storico».
Il cardinale precisa il suo disappunto: «pensare che l’Islam sia un gruppo completo, esaustivo, è un errore.
L’Islam ha mille espressioni, collegamenti, imparentamenti.
Insomma, con i valori della nostra civiltà non ha nulla a che vedere».
17 ottobre 2009

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