Classe terza – Maggio

Prima fase dell’attività Gli insegnanti di religione e scienze presenteranno i testi-guida insieme, commentandoli e approfondendoli in base alle rispettive competenze.
3) Alle origini dell’esistere Biologicamente, l’embrione unicellulare è il risultato della fusione delle due cellule umane fondamentali, dell’ovulo femminile fecondato dallo spermatozoo maschile; in esso ha origine un nuovo “genoma” (insieme del patrimonio genetico inscritto nel DNA).
Evidenziamo tre aspetti del “genoma”.
– Ha un’individualità somatica, è un’entità con una sua originale corporeità.
– È unico e irripetibile.
Non è esistito né mai esisterà, nell’ambito del genere umano, un altro embrione identico.
– Secondo la legge “ontogenica” di sviluppo, «tutto ciò che l’embrione da quel momento in poi è, tutta la sua storia biologica, è già tutta presente in codice.
Se dal quattordicesimo-sedicesimo giorno si formerà la stria, il primo abbozzo di cellule del cervello, se dopo cinque mesi avrà già tutti gli organi strutturati, se dopo nove mesi nascerà, se a un anno circa camminerà, se a una certa età spunteranno i capelli bianchi, tutto ciò è già iscritto in codice nel genoma dell’embrione.
Tutto ciò che si formerà successivamente è già presente nell’embrione fin dal primo istante.
Non è quindi accettabile l’ipotesi che l’embrione sia un essere umano in potenza.
In potenza è soltanto il suo sviluppo; ci troviamo di fronte non a un essere umano potenziale, ma in atto» (Giovanni Russo in Bioetica e Cristiani, ElleDiCi, collana “Mondo nuovo”, p.
13).
La scienza afferma e dimostra come l’embrione sia un essere umano.
Secondo la Chiesa ‒ e non solo ‒ non è lecito rivendicare il “diritto” di poter interrompere una gravidanza, tranne che nel caso in cui la madre si trovi in reale pericolo di vita a causa della gravidanza stessa (in una situazione praticamente di “legittima difesa”): i genitori non sono padroni della vita dei figli.
Giovanni Paolo II affermò: «Confermo che l’uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale.
Tale dottrina, fondata in quella legge non scritta che ogni uomo, alla luce della ragione, trova nel proprio cuore, è riaffermata dalla Sacra Scrittura» (Evangelium Vitae, N57).
La mancanza di tutela dell’embrione a livello legislativo rappresenta una lacerante contraddizione in qualsiasi assetto sociale in cui si affermi teoricamente il principio di tutela della persona umana: ciò che, su di esso, è scientificamente dimostrato viene ipocritamente ignorato per lasciare spazio a una visione “di comodo”, che consenta al cittadino una “semplificazione della vita” ottenuta ignorando le verità il cui rispetto richiede impegno.
L’embrione non potrebbe neppure essere oggetto di “sperimentazione selvaggia” che ne comporti la disinvolta manipolazione e la frequente soppressione: quando c’è di mezzo il mistero della vita, il fine non può giustificare i mezzi.
Riflettiamo, con il seguente documento, su quest’ultima problematica.
1) La “scienza della sopravvivenza” Oggi, il rapporto tra scienza e pensiero religioso è basato sul rispetto della reciproca autonomia: sono diversi i campi d’indagine, diversi i metodi e gli obiettivi…
Scienza e fede non sono dimensioni “in opposizione”: la scienza indaga sui fenomeni, le leggi naturali e la loro interazione (sul “come”…); il pensiero religioso va alla ricerca del senso di ogni realtà…
S’interroga sul “perché”.
Si tratta di due approcci a due diversi tipi di conoscenza.
Per lo scienziato credente, le leggi della natura sono altrettanti doni di Dio.
Tuttavia, la Chiesa invita i Cristiani ad assumere un ruolo profetico nei confronti della scienza, che può sia costruire che distruggere, che dev’essere “servizio e non fine”, “mezzo e non termine”, nella consapevolezza che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito.
Il problema è sempre quello della tutela dei diritti fondamentali della persona; il diritto alla vita, alla tutela della sua dignità, della sua complessità e degli equilibri psico-fisici che la caratterizzano…
di tutto ciò si occupa la bioetica.
La “bioetica” nacque come nuova disciplina, nel 1970: l’oncologo americano Van Rensselaer coniò l’espressione presentandola come “scienza della sopravvivenza”, con l’obiettivo di tutelare la qualità della vita.
La “bioetica medica” ne è l’aspetto più conosciuto: tratta le nuove frontiere della medicina, la genetica, e affronta la questione della tutela della persona dal suo nascere, nella fase embrionale, fino alla morte cerebrale, trattando di eutanasia, clonazione, sperimentazioni cliniche…
2) La vita: un valore assoluto? «Ho iniziato il mio tunnel 19 anni or sono.
Ho subito una decina di interventi chirurgici, la radioterapia mi ha distrutto le ossa del viso: mi manca il mento, un pezzo di mascella, non ho la lingua.
Praticamente non ho la bocca, infatti da 36 mesi mi nutro per via enterale (sarebbe un tubetto piantato nello stomaco).
Non sono contento, però sono felice di essere vivo.
Faccio sport, oggi sarò con la mia squadra al Giro della Collina.
Tutte le domeniche, se non sono ricoverato, vado a correre con la squadra.
Arrivo sempre ultimo! Ma quando vedo lo striscione dell’arrivo sono felice.
Il più felice di tutti.
Se fossi morto 19 anni fa, sarei stato sfortunato! Questo sì! Sono 19 anni che mi godo una famiglia meravigliosa e degli amici magnifici» (Lettera firmata, in «La Stampa», «Lettere al giornale», 12 ottobre 1997) L’atleta così sofferente della testimonianza vive una vita difficile, eppure ricca di significato per gli obiettivi da raggiungere, per i rapporti costruiti, per il suo coraggio che sembra avere la forza profetica di far apprezzare agli altri, come un dono, tutto ciò che hanno…
La persona umana è un mistero complesso e splendido: ciascuno può scoprire, o comunque vivere in modo diverso da chiunque altro, una “missione speciale” da portare a termine, con le risorse sorprendenti che porta in sé.
Il concetto di “qualità della vita”, nella nostra società, sta sostituendo quello di “sacralità della vita”.
La vita umana non vale forse “di per sé”, prima ancora che sia caratterizzata da benessere psico-fisico? Il ragazzo “down” può sorprendere ed essere un insegnamento vivente con la sua dolcezza e la sua capacità di gioire per le piccole cose; il bimbo vissuto poche ore può risvegliare nei genitori, nonostante il dolore, un amore così profondo da farli cambiare, progredire; il nonno, dalla sedia a rotelle, può essere una presenza indispensabile per i nipoti, nonostante non sia più giovane, né “bello”, né “utile” nel senso comune del termine…
In un’ottica di fede, ogni persona, unica e irripetibile, è voluta da Dio, l’unico che possa stabilire nell’ambito di un progetto di bene quanto sia giusto che duri un’esistenza terrena, palestra per imparare e insegnare l’amore.
Un’ottica semplicemente umana può comunque giungere alla stessa conclusione: esistere è un diritto intangibile.
La convinzione che l’essere umano debba avere dei diritti e dei doveri assoluti rientra in quei valori scritti nel profondo della coscienza, in quella “legge naturale” che tutti possono condividere, prima che entrino in gioco le differenze ideologiche? Se la risposta è affermativa, il “diritto originario” non è forse quello di…
poter “provare a esserci”? E se un altro principio può essere quello dell’uguaglianza tra esseri umani, con quale autorità un uomo potrebbe decidere della vita di un altro uomo? Il coesistere democratico di opinioni diverse non significa rinuncia alla ricerca di “principi veri” condivisi, che consentano la tutela della persona anche a livello legislativo.
In caso contrario, tutto è “una questione di opinioni”…
E quelle di una Madre Teresa di Calcutta devono avere lo stesso peso di quelle…
di un Adolf Hitler.
Compito fondamentale della bioetica è il riconoscimento di questi principi superiori.
La Chiesa valorizza, tramite le scelte concrete dei cristiani e i documenti del Magistero, questa concezione della bioetica.
DOCUMENTO Cellule staminali ed embrioni Le cellule staminali sono cellule il cui destino non è stato ancora “deciso”.
Possono originare vari tipi di cellule diverse.
Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano esse sono situate nell’embrione.
Le cellule staminali (originarie basilari) sono cellule capaci di replicarsi e di dare origine a molti altri tipi di cellule, via via più specializzate.
L’embrione, all’inizio, è composto di cellule ciascuna delle quali è capace di dare origine a tutto l’organismo; per questo, tali cellule vengono chiamate “totipotenti”.
Quando l’embrione arriva ad avere sedici cellule (circa tre giorni di vita), questa capacità viene perduta; le cellule che costituiscono la massa interna dell’embrione divengono “pluripotenti”, rimangono cioè capaci di produrre tutti i tessuti dell’organismo.
Sono queste in senso proprio le cellule staminali.
Subito dopo, le cellule si differenziano ulteriormente e, attraverso vari passaggi, andranno a costituire tutti i diversi tessuti dei vari organi.
Le cellule staminali, oltre che nell’embrione nella sua prima fase di vita, si trovano nel cordone ombelicale e, come si è scoperto negli ultimi anni, anche in molti tessuti dell’adulto: il sistema delle cellule staminali attivo all’inizio della vita dell’embrione si conserva dunque, in parte, per tutta la vita.
Cellule staminali embrionali umane La preparazione di tali cellule, in modo che siano adatte alla sperimentazione, richiede che vengano appositamente prodotti embrioni umani, o che si utilizzino quelli congelati in seguito a tecniche di fecondazione artificiale.
Cellule staminali adulte Nella maggior parte dei tessuti dell’adulto esistono cellule staminali capaci di produrre cellule di ricambio, non solo per il tessuto nel quale risiedono, ma anche per tessuti di altri organi.
Anch’esse sono capaci, attraverso l’applicazione dei più avanzati metodi di biologia molecolare, di dare origine a più tipi di cellule che, impiantate in tessuti sofferenti, si sono mostrate capaci di restituire loro le normali funzioni.
La terapia attraverso le staminali adulte è già una realtà per la leucemia, le lesioni ossee, le ustioni, il trapianto di cornea.
L’uso delle cellule staminali adulte non prevede la soppressione di embrioni né la loro clonazione.
(da A.M.
Baggio, Per la democrazia e la vita, speciale “Città Nuova”, Roma, n.
3, 2005) (Nella seconda parte, una riflessione sull’eutanasia e le attività).
Per l’inserimento dell’argomento in Unità di Apprendimento articolate, vedere Tiziana Chiamberlando, Sentinelle del Mattino, SEI, Volume per la classe terza e Guida.
Unità di lavoro interdisciplinare (religione, scienze) Prima parte OSA di riferimento per l’Irc Conoscenze – Fede e scienza, letture distinte ma non conflittuali dell’uomo e del mondo.
– Vita e morte nella visione di fede cristiana.
Abilità – Confrontare spiegazioni religiose e scientifiche del mondo e della vita.
– Descrivere l’insegnamento cristiano sui rapporti interpersonali, l’affettività e la sessualità.
– Motivare le risposte del Cristianesimo ai problemi della società di oggi.
– Confrontare criticamente comportamenti e aspetti della cultura attuale con la proposta cristiana.
Obiettivi Formativi ipotizzabili Conoscenze e abilità Conoscere e descrivere – termini e concetti fondamentali riguardanti la bioetica; – la posizione della Chiesa cattolica su alcune questioni di bioetica, nel confronto con opinioni diverse.
– Esprimere opinioni motivate sui “vincoli morali” che la scienza dovrebbe avere e sul concetto di “tutela della vita umana”.
Competenze di riferimento dell’allievo in prospettiva triennale – Saper prendere in considerazione il progetto di vita cristiano e la visione cristiana dell’esistenza.
– Sviluppare interesse alla distinzione tra bene e male, alla ricerca della verità.

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