La pari dignità degli insegnanti di religione.

Le dichiarazioni del ministro Gelmini al meeting degli insegnanti di religione cattolica promosso a Roma dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), secondo cui “l’insegnamento della religione deve avere la stessa dignità delle altre materie”, possono avere anche un valore concreto che travalica le questioni di principio.
Di valutazione dell’insegnamento della religione cattolica non si è parlato, ma potrebbe essere una delle conseguenze di quelle dichiarazioni.
Prima dell’emanazione della legge 169/2008 che ha reintrodotto la valutazione con voto in decimi, la religione, per esplicita previsione normativa (art.
309 del Testo Unico sulle norme per l’istruzione) era valutata con un giudizio sintetico.
Ma dopo sono sorti dubbi: voto o giudizio? In occasione dell’espressione di parere sullo schema di regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione, il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) nel dicembre scorso è intervenuto nel merito della valutazione delle diverse discipline di studio affermando che “Il CNPI rivendica, altresì, la necessità di garantire la pari dignità di tutti gli insegnanti, concorrendo ciascuno alla crescita dello studente nel rispetto delle sue vocazioni ed attitudini , in modo da evitare inaccettabili differenziazioni, tra gli insegnanti di educazione fisica e religione e gli altri insegnanti”.
Nello schema definitivo di regolamento sulla valutazione – attualmente al vaglio del Consiglio di Stato – la questione del voto in decimi per l’insegnamento della religione cattolica è rinviato ad apposita intesa, a meno che il ministro Gelmini, in coerenza con quanto affermato, non ne voglia anticipare l’applicazione correggendo subito il testo del regolamento.
TuttoscuolaFOCUS lunedì 27 aprile 2009

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