«La situazione dell’Italia d’oggi mostra con evidenza i tratti di un paese stanco e diviso.
La stanchezza si profila non solo nei segni preoccupanti di recessione economica, nella perdita di competitività di molte delle nostre aziende, nella diffusa incapacità a elaborare e perseguire una progettualità di largo respiro, ma anche e soprattutto nella perdita di carica utopica, riscontrabile specialmente fra i giovani, nella penuria di speranza che si avverte tanto nella vita personale, quanto nell’impresa collettiva, nella disaffezione all’impegno politico».
È il punto di partenza delle riflessioni che mons.
Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha indirizzato l’11 gennaio ai rappresentanti delle istituzioni, ai politici e agli amministratori della cosa pubblica, operanti sul territorio dell’arcidiocesi.
Le riflessioni riprendono due suoi precedenti interventi pubblici: il primo richiama le qualità del cristiano nell’impegno politico al servizio della giustizia e della pace quali l’orizzonte ultimo, la necessità del giudizio morale, il bene comune come fine, la parola come mezzo, comunione e solidarietà, lo stile di vita, il primato della santità; e il secondo le priorità cui dedicarsi in vista del bene comune sul territorio abruzzese.
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