Classe terza – Febbraio

Unità di Lavoro possibilmente interdisciplinare (Irc, Lettere, Scienze) di educazione all’affettività Seconda parte OSA di riferimento  IRC Conoscenze – La fede, alleanza tra Dio l’uomo, vocazione e progetto di vita.
– Il “comandamento nuovo” di Gesù.
Abilità – Descrivere l’insegnamento cristiano sui rapporti interpersonali, l’affettività e la sessualità.
– Motivare le risposte del Cristianesimo ai problemi della società di oggi.
– Confrontare criticamente comportamenti e aspetti della cultura attuale con la proposta cristiana.  Obiettivi Formativi ipotizzabili Conoscenze e abilità – Conoscere e saper descrivere l’insegnamento della Chiesa cattolica in merito alla funzione della sessualità e alle caratteristiche di un autentico amore di coppia, del matrimonio, della famiglia.
– Esprimere opinioni motivate.
Obiettivi Formativi di educazione alla Convivenza Civile Conoscenze – Cambiamenti fisici e situazioni psicologiche.
– Aspetto culturale e valoriale della connessione tra affettività-sessualità-moralità.  Abilità – Riconoscere e descrivere il rapporto tra affettività, sessualità e moralità.
– Condurre discussioni argomentate su esperienze di relazioni interpersonali significative e sui problemi dei diversi momenti della vita.  Competenze di riferimento dell’allievo in prospettiva triennale:  – Saper prendere in considerazione il progetto di vita cristiano e la visione cristiana dell’esistenza come ipotesi di interpretazione della realtà sociale e individuale; – voler indagare su bene e male, saper ricercare una “verità”; – avviare processi introspettivi, in vista di una migliore conoscenza di sé e dello sviluppo di opinioni personali.    1) Una cosa sola Il concetto di sessualità indica innanzitutto l’identità maschile e femminile: due modi diversi di esprimersi, due diverse “strutture” del pensiero e dell’emotività…
con uguale dignità.
Le due metà del genere umano sono splendidamente complementari.
L’interiorità femminile è tendenzialmente più complessa e sfumata: accoglie, analizza affetti e idee; “slancio vitale”, linearità e sintesi caratterizzano in maggior misura l’interiorità maschile, senza voler generalizzare.
Il termine “sessualità” indica anche il modo di esprimere l’amore in quanto uomo e in quanto donna.
La nostra “dimensione fisica” è il nostro irrinunciabile mezzo espressivo: se fossimo “nuvolette incorporee”, come esprimeremmo l’ira, la gioia, il dolore, la simpatia? Un sorriso, un abbraccio rendono comunque “bello” il nostro corpo…
perché esso esprime la ricchezza dei pensieri e dei sentimenti.
Il gesto più significativo che si possa compiere tra esseri umani è il rapporto sessuale.
In esso, nei fatti, si promette a un’altra persona di voler divenire con essa una cosa sola, e le emozioni e le sensazioni in gioco contribuiscono, vissute con la giusta intenzione, a cementare l’unione, a realizzare una totale vicinanza, una totale intimità e condivisione, senza riserva, delle reciproche vite.
Il vero “rapporto” sessuale è totale accoglienza dell’altro nel proprio mondo ed è totale dono di sé.
Una visione seria e responsabile dell’amore ammette l’incontro fisico unicamente come espressione di un tale amore, autentico impegno per l’esistenza Si tratta di un gesto “oggettivamente” importante: da esso si origina il miracolo della vita! Il suo valore è dunque “unitivo” e “procreativo”.
Seconda fase dell’attività  Questionario e dibattito conclusivo riguardanti la prima e seconda parte dell’Unità (Domande per l’Irc e domande trasversali per l’Educazione alla Convivenza Civile) – Quali possono essere gli aspetti fondamentali di un amore autentico? (Trasversale) – Oltre che di sentimento, l’amore autentico ha bisogno…
di volontà e uso della ragione.
In che senso? Sei d’accordo? (trasversale) – L’amore che finisce…
non è amore.
Trovi giusta questa affermazione? (Trasversale) – Quali aspetti “in più” ritrovi nel rapporto d’amore tra uomo e donna basato sulla fede? (Irc) – Come definiresti la sessualità? Qual è il valore della sua espressione fisica, in un’ottica seria e responsabile? E in un’ottica cristiana specifica? (Irc) – Quali danni personali e sociali può provocare un uso impoverito e addirittura separato dalla dimensione dell’amore dell’incontro sessuale? Qual è la tua opinione? (Trasversale) – L’eventuale precocità delle esperienze sessuali può rappresentare un impoverimento? (Trasversale) – Qual è la fisionomia specifica di una famiglia cristiana? (Irc) – Nel documento “Famiglia e società”, quali collegamenti fa Chiara Lubich tra compiti della famiglia e un possibile miglioramento della società? Spiega in sintesi.
(Trasversale) (Per l’inserimento dell’argomento in Unità di Apprendimento articolate, vedere Tiziana Chiamberlando, Sentinelle del Mattino, SEI, Volume per la classe terza e Guida) 3) Un gioco a termine  «L’amore è un cammino di liberazione.
Lungo, lento, difficile.
Fortunati i giovani quando incontrano un “lui” o una “lei” che hanno capito che l’amore è qualcosa di profondamente religioso, perché fa parte, pur nella sua precarietà, dell’immensa realtà dell’amore di Dio svelato a noi attraverso Cristo.
Voler bene “anima e corpo” vuol dire essere tesi verso qualcosa che ci supera con la ricchezza del mistero che l’esperienza amorosa racchiude.
Certo, ci vuole impegno, tenerezza, fedeltà, responsabilità, dono.
Ma questa è la vera “liberazione” che il cristianesimo annuncia per promuovere la pienezza umana e divina dell’amore» (Carlo Fiore).
La componente istintiva che suscita l’attrazione sessuale e le emozioni sostengono, facilitano attraverso la tenerezza la dimensione spirituale dell’amore, che conduce al dono generoso di sé e all’impegno di accogliere totalmente l’altro.
Si può scegliere l’impegno in amore anche se non si è credenti; oggi, però, una mentalità egocentrica e superficiale riguardante i rapporti umani sembra diventata “mentalità comune”, evidente nei mass-media.
L’amore che non è più progetto diviene semplicemente un gioco di emozioni, un gioco da adulti che a un certo punto può stancare; l’altro deve “farmi stare bene”: lo uso come oggetto di consumo, anche sul piano sessuale.
Si arriva a scindere atto sessuale e amore: nel “gioco dei corpi”, l’atto viene degradato, svuotato di significato; diviene semplicemente un mezzo per procurarsi sensazioni fisiche piacevoli…
alla stregua di una buona cena, di un bicchiere di birra.
L’“essere uno” non esiste, il gesto diviene una menzogna e, fatalmente, un mezzo di sfruttamento nei confronti di chi non è più persona…
ma soltanto un corpo che fa “divertire”.
«…
Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5,27): Gesù condanna ogni sfruttamento, anche soltanto fantastico, dell’immagine della donna.
Nella dimensione della pornografia un egoismo vuoto e infantile fa perdere all’altro ogni identità: è una cosa da usare senza riguardi né complicazioni.
Questa gelida assenza di rapporto diviene il contrario del rispetto: nei fatti, è disprezzo.
Banalizzare le cose grandi della vita può essere estremamente distruttivo e pericoloso: chi si abitua all’amore-gioco, magari già in età molto giovane, non riuscirà facilmente a cambiare prospettiva quando avvertirà il vuoto della solitudine; imparare davvero a relazionarsi è il risultato di un faticoso cammino, fatto anche di autocontrollo, di sacrificio.
La posta in gioco è la pienezza dell’esistenza.
Seconda fase dell’attività  L’insegnante di religione presenta agli allievi, dopo i testi-guida riguardanti le caratteristiche dell’amore tra uomo e donna in un’ottica soprattutto cristiana, quelli riguardanti l’etica sessuale e la famiglia.  2) Sessualità e Bibbia  In un’ottica di fede, l’incontro sessuale ha senso come segno di un’unione indissolubile e aperta alla vita, nell’ambito di un progetto definitivo, il matrimonio cristiano sostenuto dalla forza di Dio.
Per la Bibbia, l’uomo è unità profonda di anima e corpo, entrambi preziosi; il linguaggio del corpo riveste un’immensa importanza.
La nudità innocente, nella Genesi, di Adamo e Eva, prima delle complicazioni causate dal peccato di egoismo, indica la “verità” senza maschere della loro personalità e anche della loro femminilità e mascolinità; indica la bellezza della persona “integrale”, anche nell’espressione sessuale e nella fisicità creata da Dio, destinata a un “recupero” e a una “glorificazione”, con la resurrezione dei corpi, alla fine dei tempi…
«Tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna» (Gen 2,25) Nel Cantico dei Cantici, tradizionalmente attribuito a Salomone, il travolgente rapporto amoroso di due sposi racconta in realtà il rapporto tra l’anima e Dio…
«Adamo, unendosi a Eva e diventando una sola carne con lei, indica che l’unione sessuale sarà espressione di una comunione profonda.
Con l’avvento dei profeti (Isaia, Geremia, Ezechiele, Osea, ecc.) la sessualità è interpretata come espressione dei rapporti tra Dio e il Suo popolo (“Israele, ti farò mia sposa…”), tra Dio e l’umanità intera.
Nel Nuovo Testamento, l’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio prefigura il mistero dell’amore nuziale tra Cristo e la Sua Chiesa» (C.
Fiore).
Famiglia e società Siamo alle soglie del terzo millennio.
La famiglia, ogni famiglia può divenire un protagonista di questa era.
Congegnata da Dio come capolavoro dell’amore, la famiglia può ispirare delle linee per contribuire a cambiare il mondo di domani.
Se noi infatti osserviamo la famiglia, se facciamo quasi una radiografia di essa, possiamo scoprirvi dei valori immensi e preziosissimi, che proiettati e applicati all’umanità possono trasformarla in una grande famiglia.
La famiglia è fondata sull’amore, un legame che ha tutti i sapori: amore tra gli sposi, tra genitori e figli, tra nonni, zii e nipoti, tra fratelli.
Un amore che cresce e si supera di continuo.
Così l’amore degli sposi genera nuova vita e la fraternità diventa amicizia.
Autorità e ruoli, perché espressioni d’amore, sono riconosciuti naturalmente.
Nella famiglia è spontaneo mettere tutto in comune, condividere ogni bene, avere un’unica cassa.
Il risparmio non è accumulo, ma previdenza.
È normale sovvenire alle necessità di chi ancora non è produttivo e di chi non lo è più.
Nella famiglia persone di tutte le età abitano insieme.
È naturale vivere per l’altro, amarsi reciprocamente.
Anche l’educazione avviene in modo spontaneo: pensiamo ai primi passi e alle prime parole del bambino.
Si castiga e si perdona solo per il bene della persona.
Il senso della giustizia è normale nella famiglia, così come sentirsi addosso la colpa e la vergogna dell’altro.
Soffrire, sacrificarsi per gli altri, portare i pesi gli uni degli altri è naturale.
Spontanea è la solidarietà, la fedeltà alla propria famiglia.
Nella famiglia la vita dell’altro è preziosa quanto la propria, talvolta più preziosa della propria; ci si preoccupa della salute di tutti e ci si fa carico di chi non sta bene.
È lì che naturalmente si accende e si spegne la vita, che trovano accoglienza, affetto e cura l’handicappato, l’anziano e il malato terminale.
Nella famiglia si vestono e si nutrono i membri secondo le loro necessità.
La casa è creata e curata insieme, con la partecipazione di tutti.
Nella famiglia si insegna e si impara: tutto contribuisce alla maturazione delle persone.
I suoi membri possono avere valori culturali diversi, ma ogni diversità diventa ricchezza per tutti.
Anche la comunicazione è spontanea in famiglia; ciascuno partecipa di tutto e condivide tutto.
Ora, compito di ogni famiglia è vivere talmente alla perfezione la propria vocazione di famiglia da poter divenire modello per l’intera famiglia umana, trasferendo in essa i suoi valori con il loro tipico modo di essere.
Così la famiglia diventerà seme di comunione per l’umanità del terzo millennio.
Nella famiglia è naturale mettere tutto in comune? Ecco il seme che può far crescere nella società un’economia per l’uomo; ecco il seme di una cultura del dare, di una economia di comunione.
Nella famiglia è spontaneo vivere l’uno per l’altro, vivere l’altro? Ecco il seme dell’accoglienza tra gruppi, popoli, tradizioni, razze e civiltà, che apre alla reciproca inculturazione.
Nella famiglia la trasmissione di valori avviene spontanea, di generazione in generazione? Può essere allora d’incentivo ad una nuova valorizzazione dell’educazione nella società, e la maniera di correggere e perdonare nella vita di famiglia può essere di luce al modo di condurre la giustizia.
Nella famiglia la vita dell’altro è preziosa quanto la propria? Ecco il seme di quella cultura della vita che deve informare le leggi e le strutture sociali.
La famiglia cura la propria casa e vi riflette la sua armonia? Ecco il seme per una rinnovata attenzione all’ambiente e all’ecologia.
Nella famiglia lo studio è finalizzato alla maturazione della persona? Ecco il seme che può dare alla ricerca culturale, scientifica e tecnologica di scoprire via via il misterioso disegno di Dio sull’umanità e di operare per il bene comune.
Nella famiglia la comunicazione è disinteressata e costruttiva? Ecco il seme per un sistema di comunicazioni sociali a servizio dell’uomo, che esalti e diffonda il positivo e sia uno strumento di pace e di unità planetaria.
Nella famiglia l’amore è il legame naturale tra i membri? Ecco il seme per strutture e istituzioni che cooperino al bene della comunità e dei singoli, fino alla fratellanza universale, valorizzando ogni singolo popolo.
Nel mondo esistono già strutture e istituzioni, a livello locale, nazionale e internazionale: ministeri, ospedali, scuole, tribunali, banche, associazioni, organismi vari.
Ma occorre umanizzare queste strutture, dar loro un’anima, in modo che lo spirito di servizio raggiunga quell’intensità, quella spontaneità e quella spinta di amore per la persona che si respira nella famiglia.
Dio ha creato la famiglia come segno e tipo di ogni altra convivenza umana.
Ecco quindi il compito delle famiglie: tenere sempre acceso nelle case l’amore, ravvivando così quei valori che sono stati donati da Dio alla famiglia, per portarli ovunque nella società, generosamente e senza sosta.                                                       (Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari) 4) Famiglia, piccola Chiesa  Per i Cristiani, il termine “vocazione” indica la chiamata di Dio a vivere l’amore: per ciascuno, in modo originale.
Nel matrimonio cristiano, si è chiamati a riconoscersi l’uno come il completamento dell’altro; si è chiamati a vivere insieme il progetto di vita cristiano imitando il Cristo nell’amore “carità”, un amore da vivere nella coppia, trasmettere ai figli, testimoniare al mondo.
Il matrimonio è un Sacramento celebrato dagli stessi sposi: il Sacerdote prende atto come testimone della comunità ecclesiale della loro volontà di formare una nuova famiglia.
È la loro realtà di amore radicato in Cristo che apre le porte allo Spirito Santo donato dal Risorto, Dio come Forza che sosterrà la promessa indissolubile di fedeltà reciproca, simboleggiata dagli anelli scambiati; che sosterrà la promessa di aprirsi alla vita, di accogliere i figli.
Il matrimonio cristiano è un progetto impegnativo: sceglierlo non ha realmente senso per chi lo fa soltanto per compiacere le famiglie di origine, o per avere un’atmosfera più “romantica” e tradizionale, magari affermando, tra gli auguri di amici e parenti: «…
Speriamo che duri!».
I matrimoni che la Chiesa dichiara “nulli”, da un punto di vista religioso in realtà non sono mai avvenuti, non sono basati sull’intenzione di mantenere promesse fatte in coscienza di fronte a Dio e al mondo.
La famiglia autenticamente cristiana è chiamata a essere “Chiesa domestica”: gli sposi “fanno evangelizzazione” trasmettendo la fede ai figli e vivendo con coerenza i valori che insegnano, come primi testimoni di Cristo (che davvero occupa il posto d’onore in famiglia, a cui ci si riferisce per ogni scelta) per loro e per il mondo…
fanno “promozione umana” accogliendo amici in difficoltà, assistendo i malati e gli anziani della famiglia, talvolta facendo volontariato, o aprendosi all’adozione o all’affidamento, per aiutare altre famiglie e bambini soli; fanno talvolta catechesi esplicita lavorando nelle Parrocchie come laici impegnati; attingono forza dalla preghiera e dai Sacramenti.
Il Vangelo viene vissuto in mezzo alle normali difficoltà di tutte le esistenze: lavoro stressante, troppe commissioni, sentirsi “diversi” e un po’ incompresi se si è davvero coerenti…
E i figli? Bisogna aiutarli a trovare la loro strada, nel rispetto della loro libertà, garantendo loro per prima cosa la sicurezza affettiva.
E i genitori? Anche loro hanno bisogno di sostegno morale, di aiuto pratico, di dialogo e gratitudine.
Non si finisce mai di crescere insieme.
«Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita.
Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata» (Sir 3,12-14).
«Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto.
E voi, padri, non inasprite i vostri figli…» (Ef 6,1-4).

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