GIANFRANCO RAVASI, Le parole e i giorni.
Nuovo breviario laico, Mondadori, Milano, 2008, pp.
416, euro 19 Gianfranco Ravasi trae spunto dal vasto serbatoio culturale della cultura mondiale per il suo nuovo lavoro ‘Le parole e i giorni.
Nuovo breviario laico’.
L’autore commenta, infatti, le tante testimonianze che intellettuali, scrittori e filosofi di tutti i tempi hanno lasciato ai posteri.
Sulla falsariga del precedente ‘Breviario laico’, interpreta le parole di William Shakespeare, Lev Tolstoj, Catullo, Simone Weil, Confucio e Albert Einstein.
Brani che si presentano innervati nel Cristianesimo delle Sacre Scritture, il ‘grande codice’ della civilta’ occidentale.
L’autore presenta ‘una piccola guida per aiutare a ritagliare un perimetro quotidiano di contemplazione e di meditazione, libero dalle ortiche della banalita’ e della superficialità’.Un perimetro quotidiano che contribuisce a ritagliare, ‘un’oasi di silenzio’ con cui disinnescare le fatiche di sempre.
”Per ritrovare un’idea dell’uomo, ossia una vera fonte di energia, bisogna che gli uomini ritrovino il gusto della contemplazione.
La contemplazione è la diga che fa risalire l’acqua nel bacino.
Essa permette agli uomini di accumulare di nuovo l’energia di cui l’azione li ha privati”.
Non è un autore spirituale o un filosofo, non è un predicatore e neppure un credente a aver scritto queste righe.
È stato, invece, uno scrittore agnostico e “indifferente” come Alberto Moravia a offrire questa considerazione nella raccolta di saggi L’uomo come fine, apparsa nel 1964.
Suggestiva è l’immagine della diga: in un mondo come il nostro così obbediente all’idolo della produttività e dell’azione, è necessario far risalire il livello dell’acqua purificatrice, fecondatrice e dissetante nel bacino della coscienza.
Nell’era tecnologica, ove impera il fare e il dire, sembra quasi provocatorio proporre una sosta di riflessione, un’oasi di silenzio, una dieta del parlare.
È significativo che Moravia rimandi a un'”energia” da riconquistare: l’anemia morale di molti uomini e donne del nostro tempo nasce proprio da una carenza di vitalità interiore.
“Per compiere grandi passi” annotava un altro scrittore, l’ottocentesco Anatole France “non dobbiamo solo agire ma anche pensare e sognare, non solo pianificare ma anche credere”.
Ebbene, questo libro intende essere come una piccola guida che aiuti a ritagliare in ognuno dei 366 giorni di un anno (compreso, quindi, il bisestile) un perimetro quotidiano di meditazione e di contemplazione, libero dalle ortiche della banalità e della superficialità.
Idealmente vogliamo con queste pagine ripetere l’esperienza fatta nel 2006 quando abbiamo proposto un primo Breviario laico che aveva allora registrato un sorprendente successo editoriale.
La parola “breviario” evoca un orizzonte religioso e fin sacrale, secondo un’antica tradizione liturgica cristiana.
Certamente le riflessioni che seguiranno recano l’impronta di quel “grande codice” di riferimento della civiltà occidentale che è il cristianesimo con le sue Scritture sacre.
Tra l’altro, a comporre e a proporre tali spunti di moralità e di interiorità è pur sempre un ecclesiastico, anzi, un vescovo.
Eppure l’aggettivo che qualifica questo “breviario” di pensieri quotidiani è, a prima vista, antitetico: “laico”, nell’accezione comune odierna (non in quella tradizionale e storica), è sinonimo di areligioso, agnostico, persino di ateo.
Vorremmo, allora, che le pagine de Le parole e i giorni fossero aperte anche a chi non varcherà mai la soglia di una chiesa, ma ha dentro di sé il fiorire delle domande, la vivacità della ricerca, il desiderio dell’introspezione (ha ragione, infatti, Puccini quando fa cantare al Principe ignoto della Turandot: “Ma il mio mistero è chiuso in me…”).
Forse il programma di questo volume potrebbe essere codificato in una delle Massime e riflessioni del grande Goethe: “La felicità suprema del pensatore è sondare il sondabile e venerare in pace l’insondabile”.
E il metodo potrebbe essere formalizzato con uno dei Pensieri di un altro grande, Pascal: “L’uomo è visibilmente fatto per pensare; è tutta la sua dignità e tutto il suo compito; e tutto il suo dovere è pensare come sì deve”.
La “laicità” delle riflessioni proposte – nel senso più vasto dei termine – è assicurata anche dalla molteplicità delle voci che ogni giorno interverranno: esse appartengono a culture differenti, a epoche storiche distanti, a religioni diverse o anche a nessuna religione.
Ognuna ha, però, un messaggio, un’intuizione, un pensiero da comunicare, attorno al quale è possibile far fiorire una meditazione breve, un’illuminazione intima, un fremito della coscienza.
Il caleidoscopio delle citazioni si compone, dunque, in un mosaico dai mille colori e forme, al cui interno, però, si intravede un profilo: è quello dell’uomo che pensa e che ama e che quindi vive in modo vero e autentico.
Un po’ come suggerisce la tradizione indù: “Se hai due pezzi di pane, danne uno ai poveri.
Vendi l’altro e compera dei giacinti per nutrire con la loro bellezza la tua anima”.
(©L’Osservatore Romano – 5 febbraio 2009)
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