Racconta un affermato scrittore cattolico che, anni fa, al termine della confessione, si sia sentito consigliare dal sacerdote, ignaro dell’identità del penitente, la lettura di uno dei propri bestseller. Non per penitenza, tiene a sottolineare l’autore, ma come aiuto nel cammino di fede.
Al tempo della rivoluzione digitale che tutto smaterializza, e dopo decenni di pedagogia incentrata sul costruire e sperimentare, se c’è un ambito in cui il caro vecchio libro sembra resistere bene è proprio quello della spiritualità e della formazione cristiana. Lo confermano anche i dati del mercato editoriale: la domanda di titoli su tematiche religiose è in costante aumento, mentre diminuisce l’età media del pubblico che vi si accosta. Tra i libri di ‘varia’ che si pubblicano in Italia, uno su dieci parla di Dio o della fede.
Le novità ‘religiose’ in libreria sono quasi 5mila ogni anno. Anche senza considerare la particolarità del cambio di pontificato – con papa Francesco che ha rapidamente scalato anche le più laiche classifiche editoriali – è facile constatare come la pubblicistica cattolica oggi non costituisca un’isola circondata di indifferenza, o la riserva di caccia di lettori selezionati.
Merito anche dei confessori – catechisti, educatori, insegnanti – di cui si diceva, e di quanti sono convinti che un buon libro di spiritualità e di cultura religiosa sia un ottimo compagno di viaggio, qualsiasi sia la strada e l’età.
Leggere è allargare il cuore e la mente; un’avventura dei sensi e del pensiero. Verità come queste le si trovano non raramente perfino fra i più cliccati ‘mi piace’ dei social network. A maggior ragione – possiamo aggiungere – se le pagine che abbiamo davanti ci leggono fin nella profondità dell’anima, e aiutano a mettere ordine in noi stessi, a pensare credendo e a credere pensando, spingendoci a guardare sempre più in là.
La storia della nostra fede è anche la storia delle letture che l’hanno provocata e fatta crescere. Una piccola biblioteca, intima e originale ma che è bello condividere. C’è il libro scoperto in un momento particolare, quello regalato dall’assistente spirituale o dall’animatore, la biografia e il commento biblico, il diario e il documento del magistero. Una fila di amici.
Il beato Franz Jägerstätter, il giovane contadino austriaco che preferì la morte al servizio militare nell’esercito nazista, concludeva così una delle sue ultime lettere: «I giovani devono chiedere prima di tutto a sacerdoti o a buoni educatori che cosa devono leggere, poiché un uomo che non legge niente non si potrà reggere in piedi e sarà solo una marionetta nelle mani degli altri».
Ernesto Diaco
da Avvenire del 25 giugno 2013, pag. 28