Matilde Latorre – Edifa – pubblicato su Aleteia.org il 02/02/23
E come ringraziare un religioso o una religiosa il giorno della sua festa?
“Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore»; e per offrire il sacrificio di cui parla la legge del Signore, di un paio di tortore o di due giovani colombi”
Lc 2, 22-24
Quaranta giorni dopo il Natale, la festa della Presentazione di Gesù al Tempio commemora questo evento.
Gesù viene offerto a Dio dai Suoi genitori. Quel giorno, il Messia è andato incontro ai credenti.
Per bocca del vecchio Simeone, ispirato dallo Spirito Santo, è stata rivelata la “luce per illuminare le genti”. Attraverso le sue parole profetiche, l’anziano ha annunciato l’offerta di Gesù al Padre sulla croce e la Sua vittoria finale sulla morte (Lc 2, 32-35).
Quel giorno nella casa di Dio si è manifestato il Consacrato del Padre venuto al mondo per salvare tutti gli uomini.
Maria, Sua madre, si unisce a Lui in uno stesso movimento di oblazione per la salvezza del mondo.
Donazione totale a Dio
La Presentazione di Gesù al Tempio è un’icona eloquente del totale dono di Sé a Dio, soprattutto per tutti coloro che, osservando i consigli evangelici, sono chiamati a riprodurre nella Chiesa e nel modo “i tratti caratteristici di Gesù: vergine, povero e obbediente” (San Giovanni Paolo II, esortazione apostolica Vita consecrata).
E la Vergine Maria che offre il Bambino a Dio esprime molto bene l’atteggiamento della Chiesa che continua a offrire i suoi figli e le sue figlie al Padre.
In questo modo, li associa all’unico sacrificio di Cristo, causa e modello di ogni consacrazione nella Chiesa.
La profetessa Anna, come Simeone, aspettava il Messia e vegliava nel Tempio. Allo stesso modo, la prima vocazione di chi segue Cristo con cuore indiviso è stare in comunione con Lui. Questo si fa ascoltando la Sua parola e lodando Dio con umiltà e costanza.
La sua vita troverà allora un’eco profonda nel cuore degli uomini. San Giovanni Paolo II auspicava “che la celebrazione della Giornata della Vita consacrata raduni le persone consacrate insieme con gli altri fedeli per cantare con la Vergine Maria le meraviglie che il Signore compie in tanti suoi figli e figlie” – Messaggio per la I Giornata della Vita Consacrata, 1997.
Voleva poi che questa festa manifestasse a tutti che la vocazione di popolo santo di Dio è essere consacrati totalmente a Lui.
Perché una Giornata della Vita Consacrata?
San Giovanni Paolo II vedeva in questa festa almeno un triplice obiettivo.
1. Lodare e rendere grazie
“In primo luogo, essa risponde all’intimo bisogno di lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per il grande dono della vita consacrata”, scriveva nel suo Messaggio.
Gesù, nella Sua obbedienza e nella Sua consacrazione al Padre, ci dice quanto Dio sia con noi.
Lo stesso fanno le persone consacrate, perché attraverso la loro piena appartenenza al Signore, la loro forma di vivere e di operare e la dedizione nei confronti degli uomini, sono un segno eloquente e un forte annuncio della presenza di Dio oggi nel mondo.
“È questo il primo servizio che la vita consacrata rende alla Chiesa e al mondo. All’interno del Popolo di Dio essi sono come sentinelle che scorgono e annunciano la vita nuova già presente nella nostra storia”, sottolineava Benedetto XVI il 2 febbraio 2006.
2. Promuovere e apprezzare la vita consacrata
“In secondo luogo, questa Giornata ha lo scopo di promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell’intero popolo di Dio”, scriveva Giovanni Paolo II per la I Giornata della Vita Consacrata.
Lo ha spiegato ai consacrati anche il 2 febbraio 2000:
“La testimonianza escatologica appartiene all’essenza della vostra vocazione. I voti di povertà, di obbedienza e di castità per il Regno di Dio costituiscono un messaggio che voi lanciate al mondo circa il definitivo destino dell’uomo. E’ un messaggio prezioso: “chi attende vigile il compimento delle promesse di Cristo è in grado di infondere speranza anche ai suoi fratelli e sorelle, spesso sfiduciati e pessimisti riguardo al futuro”.
E aggiungeva:
“[La vita consagrata] è, dunque, speciale e vivente memoria del suo essere di Figlio che fa del Padre il suo unico Amore – ecco la sua verginità -, che in Lui trova la sua esclusiva ricchezza – ecco la sua povertà – ed ha nella volontà del Padre il “cibo” di cui si nutre – ecco la sua obbedienza.
Questa forma di vita, abbracciata da Cristo e resa presente particolarmente dalle persone consacrate, è di grande importanza per la Chiesa, chiamata in ogni suo membro a vivere la stessa tensione verso il Tutto di Dio, seguendo Cristo nella luce e nella potenza dello Spirito Santo.
La vita di speciale consacrazione, nelle sue molteplici espressioni, è così al servizio della consacrazione battesimale di tutti i fedeli. Nel contemplare il dono della vita consacrata, la Chiesa contempla la sua intima vocazione di appartenere solo al suo Signore, desiderosa d’essere ai suoi occhi “senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa ed immacolata” (Ef 5, 27).
Ben si comprende, dunque, l’opportunità di una apposita Giornata che faccia sì che la dottrina sulla vita consacrata sia più largamente e più profondamente meditata ed assimilata da tutti i membri del popolo di Dio”.
3. Celebrare la vita consacrata
Il terzo motivo, come spiegava San Giovanni Paolo II nella I Giornata della Vita Consacrata, riguardava le persone già consacrate, “invitate a celebrare congiuntamente e solennemente le meraviglie che il Signore ha operato in loro, per scoprire con più lucido sguardo di fede i raggi della divina bellezza diffusi dallo Spirito nel loro genere di vita e per prendere più viva consapevolezza della loro insostituibile missione nella Chiesa e nel mondo”.
Missionari in un convento?
Il mondo attuale è caratterizzato da compromessi e distrazioni, da doveri assorbenti e realità accattivanti.
In questo contesto, questa Giornata contribuisce a mostrare con maggiore intensità e urgenza la responsabilità dei consacrati di incarnare con gioia e serenità la vita e il messaggio del Figlio di Dio.
Annunciano così nelle situazioni più diverse che il Signore è per l’uomo il vero amore, la vera ricchezza, la via di realizzazione più sicura.
Una vita consacrata piena di gioia e di Spirito Santo sulle vie della missione. È questo il servizio più grande prestato all’uomo di oggi.
E l’insegnamento principale soggiacente e che rappresenta la base di tutte le missioni specifiche dei vari carismi è questo:
“L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri… o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”
San Paolo VI, esortazione apostolica sull’evangelizzazione nel mondo contemporaneo Evangelii nuntiandi, 1975, n.º 41
Un grande apporto alla Chiesa
Per San Giovanni Paolo II, l’istituzione di questa Giornata nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio apportava quindi un sostegno alla missione della Chiesa.
In primo luogo, alla missione nel mondo, perché coloro che ancora non hanno conosciuto Cristo possano avvicinarsi a Lui attraverso queste persone, che per la donazione totale di sé testimoniano che Cristo è il Figlio unigenito, l’Inviato del Padre.
Il Papa sottolineava che la nuova evangelizzazione si rende possibile ed efficace grazie a persone che possono presentare il Vangelo nella sua pienezza e mostrare il volto materno della Chiesa, ancella degli uomini e delle donne del nostro tempo.
Si assicurava anche di apportare in questo modo un sostegno concreto alla pastorale delle Chiese locali:
“Confido che questa “Giornata” di preghiera e di riflessione aiuti le Chiese particolari a valorizzare sempre di più il dono della vita consacrata ed a misurarsi col suo messaggio, per trovare il giusto e fecondo equilibrio tra azione e contemplazione, tra preghiera e carità, tra impegno nella storia e tensione escatologica. La Vergine Maria, che ebbe l’altissimo privilegio di presentare al Padre Gesù Cristo, suo Figlio Unigenito, come oblazione pura e santa, ci ottenga di essere costantemente aperti e accoglienti nei confronti delle grandi opere che Egli non cessa di compiere per il bene della Chiesa e dell’intera l’umanità”.
Il 2 febbraio 2006, Papa Benedetto XVI ha formulato questa preghiera e si è rivolto alle persone consacrate:
“Il Signore rinnovi ogni giorno in voi e in tutte le persone consacrate la risposta gioiosa al suo amore gratuito e fedele. Cari fratelli e sorelle, come ceri accesi, irradiate sempre e in ogni luogo l’amore di Cristo, luce del mondo. Maria Santissima, la Donna consacrata, vi aiuti a vivere appieno questa vostra speciale vocazione e missione nella Chiesa per la salvezza del mondo”.
Come ringraziare un religioso o una religiosa il giorno della sua festa?
La Giornata della Vita Consacrata è un’ottima opportunità per aiuutare tutta la Chiesa a valorizzare sempre di più la testimonianza di chi ha deciso di seguire Cristo da vicino nella vita religiosa. Ecco qualche gesto di apprezzamento nei confronti di una religiosa o un religioso.
1. Offrite e chiedete preghiere
Come credenti, la prima cosa che possiamo e dobbiamo fare è pregare per i religiosi, quelli che conosciamo e quelli che non conosciamo. Se potete, prendetevi un momento nella giornata per partecipare all’Eucaristia, per unirvi spiritualmente a loro e chiedere a Dio di assisterli nelle situazioni difficili che vivono.
L’aspetto più curioso dei religiosi, soprattutto di quelli contemplativi, è che li si rende felici più si chiede loro di pregare. Molti di questi uomini e di queste donne hanno consacrato la loro vita a Dio per pregare per noi, e il regalo più grande che possiamo fare loro consiste proprio nel condividere con loro le nostre intenzioni di preghiera.
Grazie al coordinamento dellaFundación DeClausura, i membri Aleteia Family hanno a disposizione la possibilità di condividere le loro intenzioni con 550 monasteri, compilando in modo del tutto gratuito questo formulario QUI
2. Scrivete un messaggio o pubblicate un post sulle vostre reti sociali
Tradizionalmente, questo giorno era quello giusto per chiedere alle persone di inviare via posta una lettera di ringraziamento o sostegno a uno o vari religiosi. Si può fare anche oggi, anche se i nativi digitali non sanno nemmeno come infilare una busta in una buca delle lettere.
Se preferite, potete inviare a un consacrato un messaggio di posta elettronica, o scrivergliene uno nell’applicazione di messaggi istantanei che usate, o ancora usare un post nelle vostre reti sociali. Se usate quest’ultima opzione, sarà interessante vedere la reazione dei vostri amici.
3. Comprate uno dei loro prodotti o servizi
Molti consacrati vivono dei proventi della vendita del loro lavoro. Comprare i loro prodotti è un gesto concreto per dimostrare sostegno e riconoscimento. Si tratta inoltre di prodotti di qualità, fatti con amore e in preghiera.
4. Offrite una donazione
Ovviamente, una donazione è un gesto eloquente di riconoscenza e apprezzamento per quello che i religiosi fanno per la società, la Chiesa e noi.
5. Leggete una biografia
Potete infine leggere una biografia di un religioso o una religiosa, che vi aiuterà a comprendere tutto quello che abbiamo spiegato in questa sede. Potete scegliere, ad esempio, la vita o gli scritti di uno dei fondatori di ordini o congregazioni religiose, o farvi ispirare da uno dei grandi mistici.
Alcune biografie appassionanti raccontano la vita di Francesco d’Assisi, fondatore dell’Ordine Francescano, di Domingo de Guzmán, fondatore dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani), di Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù (Gesuiti), o di Teresa d’Avila, fondatrice dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi.
E buona festa ai consacrati e alle consacrate!