Ponendosi in continuità con il testo di R. Murawski, Storia della catechesi, vol. 1: Età antica, Roma, LAS 2021, il volume intende offrire un quadro complessivo della variegata proposta catechistica elaborata dalla Chiesa nell’arco del lungo periodo medioevale.
In via preliminare, nel I capitolo lo studio evidenzia due chiari legami di continuità tra catechesi antica e medioevale: la trasmissione del contenuto essenziale della fede cristiana, sintetizzato nel Credo e nel Padre nostro, nel quadro di una mentalità profondamente simbolica. Segue l’illustrazione delle categorie concettuali, bibliche, simboliche e razionali, sottese alla realizzazione della strumentazione catechistica, agli stili di evangelizzazione e di vita cristiana maturati nell’età di mezzo.
Il II capitolo dà inizio alla “narrazione” storica, illustrando il lungo travaglio del meticciato che porta ad una nuova formazione geo-politica-religiosa, animata dal cristianesimo, capace di una grande carica evangelizzatrice. Numerosi sono i protagonisti. Anzitutto i traghettatori della cultura antica: Cassiodoro, Isidoro di Siviglia, Gregorio Magno. Quindi quelli immersi nell’azione pastorale diretta, come Cesario di Arles, Eligio di Noyon, Ambrogio Autperto. I grandi missionari come Colombano, Martino di Braga, Pirmino, Bonifacio. Vediamo il formarsi di una nuova strumentazione catechistica ad uso dei pastori, che dai semplici inizi si fa sempre più sofisticata: gli Ioca monachorum, il Liber scintillarum, i sermonari, gli omeliari e i penitenziali; mentre per le élites culturali vengono elaborati gli specchi e le narrazioni storiche che leggono le vicende nazionali come una pagina biblica in cui Dio porta avanti il suo progetto salvifico.
Il III capitolo narra il tempo della christianitas e della catechesi imperiale di Carlo Magno, animata da Alcuino e dai membri della Schola palatina, fra cui emerge la figura di Rabano Mauro.
Le pagine del IV capitolo mettono invece a confronto la catechesi monastica e quella scolastica alla luce della sfida “ragione e fede”. Numerosi sono i protagonisti: Anselmo d’Aosta, Abelardo, Lullo, i Vittorini, Bernardo, Aelredo, Baldovino. Il dibattito trova una soluzione nella nuova pragmatica degli ordini mendicanti.
Il V capitolo mostra come nel Basso Medioevo è già maturo un linguaggio totale per parlare di Dio, che si esprime in predicazione, immagini, drammi sacri, agiografia, poesia didattica popolare, settenari. Un linguaggio di cui sono rappresentanti illustri Ugo di San Vittore, Dante e Tommaso d’Aquino.
Da ultimo, il VI capitolo si sofferma su quelle composizioni che possono essere considerate come “protocatechismi”: l’Elucidarium di Onorio di Autun, lo Scivias di Ildegarda di Bingen, il Catechismo cesaroaugustano, la catechesi biblica di Isabel de Villena, alcuni scritti umanistici. Questa strumentazione già offre ai posteri le quattro colonne portanti di ogni catechesi: credo, sacramenti-preghiera, comandamenti, Novissimi. Tutta la ricostruzione si conclude con le due grandi figure che chiudono l’epoca medioevale e aprono l’età moderna dei catechismi: Gersone ed Erasmo.