Presentazione
Il tempo che stiamo attraversando è tinto ancora d’incertezza, di stanchezza e di paura. «Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi». Così papa Francesco descriveva i sentimenti dell’intera umanità nel cuore della Quaresima dello scorso anno (Sagrato della Basilica di San Pietro, 27 marzo 2020). Ma se la situazione sanitaria sembra non darci tregua, l’impegno di tanti fratelli e sorelle e la loro testimonianza di carità aprono il cuore alla speranza. Le parole e i gesti profumati di amore ci ricordano che la morte non è l’ultima parola, che la speranza non può morire; essi annunciano che la Vita vince la morte! È la forza e la bellezza dell’annuncio pasquale!
Nel messaggio per la Quaresima di quest’ anno il papa ha scritto: «Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr. Enc. Laudato si’, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20)».
Accogliamo allora questo tempo dell’anno liturgico lasciandoci illuminare, sin dall’inizio, dalla luce della Pasqua alla quale l’itinerario penitenziale della Quaresima conduce. Il cuore di ciascuno, da subito, fa proprie le parole che la liturgia pone sulla bocca di tutti nel canto della sequenza pasquale immaginandole già sulle labbra di Maria di Magdala: «Cristo, mia speranza, è risorto!». È il grido di gioia che squarcia l’oscurità della notte e annuncia l’alba di un nuovo giorno. «Maria di Magdala, si recò al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio» (Gv 20,1). Mentre l’esperienza del buio, dell’oscurità, del peccato e della morte tendono ad avvolgere la nostra vita, la Quaresima è il «tempo favorevole» per prenderne coscienza ma soprattutto per lasciarci afferrare da Cristo, il Crocifisso Risorto che ci prende per mano, ci strappa al peccato e alla morte e ci riconsegna alla Vita. Mistero di misericordia e di luce: evento fondante della nostra fede dove affondano le radici della speranza cristiana.
Alla Pasqua si arriva attraverso la croce ma proprio la croce diventa la vera via alla Vita, non solo perché ci narra di un Dio che fa con noi un’alleanza d’amore, ma perché proprio tramite la croce Dio è entrato nella morte per svegliarci da essa. Le tenebre vengono meno, non riescono a trattenere la potenza della luce. E anche quando ci si trova immersi nel peccato, tutto il mistero della Pasqua ci fa percepire una forza che dissipa la nostra notte, la riveste di speranza e la inonda di una luce che lava ogni colpa.
Questo sussidio liturgico-pastorale ci aiuti a vivere intensamente questi tempi, consapevoli come scrive il papa che «Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr. Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, “pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]” (1Pt 3,15)».
✠ Stefano Russo
Segretario Generale
della Conferenza Episcopale Italiana
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