Irc e prospettive culturali e teologiche contemporanee
Il presente numero di «Catechetica ed Educazione» raccoglie alcune delle relazioni fondamentali dell’ultimo «Corso estivo di Aggiornamento per Insegnanti di Religione» (Chianciano Terme, 30 giugno–6 luglio 2019) organizzato dall’«Istituto di Catechetica» (Facoltà di Scienze dell’Educazione – Università Pontificia Salesiana).
Il titolo – «Irc e prospettive culturali e teologiche contemporanee» –, sia del corso citato che di questo numero della rivista, evidenzia l’obiettivo comune degli articoli: da un lato, identificare e analizzare alcuni degli elementi fondamentali che configurano l’orizzonte culturale e teologico odierno; dall’altro, concretizzare le implicazioni di questi elementi tanto nella formazione degli insegnati di religione (IdR) come nello sviluppo dell’insegnamento della religione cattolica (Irc).
Viviamo oggi un vero «cambio epocale», ma ogni situazione storica è originale; inutile quindi cercare nel passato le ricette che presumiamo possano rispondere alle sfide che si debbono affrontare oggi. D’altro canto, se il carattere inedito di ogni congiuntura storica non deve muoverci a considerare che necessariamente viviamo un’epoca più drammatica delle altre, bisogna anche leggere l’evoluzione culturale contemporanea abbandonando deliberatamente interpretazioni in termini di semplice crisi, di perdita di valori e di scomparsa del senso della vita.
È ben noto a tutti e non c’è bisogno di spiegare come il cambiamento decisivo dell’esperienza e della cultura umana sia stato innescato dall’idea di autonomia, forse la base della trasformazione di tutti i processi moderni; a questa si associa la storicità, che imprime l’impronta più singolare nella coscienza contemporanea; insieme alla libertà e alla secolarizzazione le quali, unite alla scienza e alla tecnica, completano il sintetico elenco degli elementi con cui possiamo definire gli effetti del passato, strettamente agganciato all’Illuminismo, che risultano più determinanti per interpretare la situazione socio-culturale odierna.
Tempo di cambio epocale e quindi «tempo di crisi». Ma, intendiamoci: di fronte all’autonomia, alla storicità, alla democrazia, alla libertà, alla razionalità secolarizzata (o laica)…, non basta una pur necessaria depurazione critica, e neanche riconoscere semplicemente la loro ineluttabilità: il processo che hanno avviato è ormai irreversibile, in quanto la coscienza umana li ha introiettati nella sua configurazione centrale e d’ora in poi costituiranno il fondamento delle «credenze» che articolano il substrato culturale umano.
Le «prospettive culturali e teologiche» sono legate profondamente a questi cambiamenti antropologico-culturali radicali. In tale prospettiva si muovono i diversi articoli di questo numero di «Catechetica ed Educazione».
J.L. Moral (Cultura, antropologia e «cambio epocale») studia alcune delle trasformazioni che, in quanto tappe nell’avanzamento storico della realizzazione umana, portano al pluralismo come chiave ermeneutica in grado di comprendere il cambio epocale e progettare il futuro. L’articolo di U. Montisci (La scuola e l’«Irc» nel contesto del XV Sinodo dei Vescovi) si concentra nell’analisi della scuola come spazio privilegiato di educazione delle nuove generazioni, esaminando in concreto i diversi documenti del XV Sinodo dei Vescovi («I giovani, la fede e il discernimento vocazionale»). C. Pastore (L’«Irc» e la credibilità della rivelazione cristiana») riflette sulla credibilità della rivelazione cristiana, concentrandosi nel rapporto tra Parola di Dio e parola umana. Lo studio delle sorelle Caneva, Alessandra e Claudia, focalizza alcune tematiche antropologiche per poi analizzarle attraverso l’immaginario contemporaneo, esemplificato anche mediante l’esame di alcune serie televisive.
M.E. Coscia (Il ruolo della scuola e dell’insegnante nell’odierna società della prestazione), di fronte ai cambiamenti più recenti, cerca di rispondere a questa domanda: come riformulare un progetto di Scuola che sia “generativa” in grado di sottrarre gli studenti alle loro abitudini mentali e farli pensare in un modo nuovo? L’articolo di L. Meddi (Autenticità umana e ragionevolezza della fede) propone l’autenticità come condizione per cogliere la ragionevolezza della fede e per poter così sviluppare una nuova didattica dell’insegnamento della religione. J.M. García (Spiritualità cristiana e cultura contemporanea) si concentra nella definizione della spiritualità cristiana post-conciliare quale spiritualità dinamica, vitale e in dialogo con il mondo. A. Romano (Senso salvifico del cristianesimo nell’«Irc» e buone pratiche conseguenti: prospettive e sfide) propone una didattica della religione che, da una parte, affondi le sue radici nell’ermeneutica e, dall’altra, sia anche la chiave di volta del dialogo intra e interreligioso. Lo studio di A. Escudero (Questioni di cristologia ed ecclesiologia), infine, costata che le condizioni odierne dell’approccio ai temi teologici obbligano a una esplorazione della stagione inedita, aperta e mutevole che viviamo; di conseguenza, s’impone un ripensamento dei discorsi che riguardano concretamente la cristologia e l’ecclesiologia.
I Membri dell’Istituto di Catechetica
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