Don Braido continua a incitare a vivere e a educare con il sistema preventivo di Don Bosco

Il passato giovedì 19 novembre, nell’Aula II della nostra Università, colleghi, parenti, amici e amiche, exallievi ed exallieve, hanno commemorato don Pietro Braido, nell’anniversario della sua morte avvenuta l’11 novembre di un anno fa. L’incontro commemorativo, aperto dai saluti e dal ricordo del Rettore prof. Mauro Mantovani, ha avuto due momenti: nel pomeriggio la riflessione e la memoria, e in serata la concelebrazione dell’eucaristia che in fondo ha continuato il ricordo completandolo con la preghiera. La celebrazione della messa di anniversario si è svolta nella cappella dell’Università. Vi hanno preso parte tutte le comunità della visitatoria dell’UPS ed è stata presieduta dal Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani, don Francesco Cereda, in rappresentanza del Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime. Era presente tra gli altri il superiore emerito dei Guanelliani, don Nino Minetti. La Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Rengoaut, ha inviato una toccante e-mail che sarà allegata al fascicolo degli atti dell’evento, in corso di pubblicazione.

Il momento di riflessione è stato preceduto dalla proiezione di alcuni documenti mediali: un power point con oltre 80 foto della vita di don Braido; un contributo audio in cui, predicando alle FMA in preparazione alla festa di Don Bosco del 2007, don Pietro ricordava la sua speciale situazione di docente e studioso universitario che lo portava a essere “indirettamente” tra i giovani, ma ad averli sempre presenti nel suo studio, nella sua ricerca, nelle sue preghiere, nella sua esistenza quotidiana; e un breve video, in cui don Braido manifestava il suo pensiero sul valore salvifico della sofferenza. Gli interventi della prima parte dell’incontro sono stati introdotti e moderati dal vicerettore, il prof. Francesco Casella, mentre quelli della seconda parte dal prof. Michal Vojtas. Più che un ricordare, è stato come se don Braido parlasse per mezzo di coloro che hanno approfondito la sua figura di studioso (e fascinoso docente) di teoria e di storia della pedagogia (prof. Carlo Nanni, suo successore nella cattedra di filosofia dell’Educazione); di salesiano ammiratore e studioso di Don Bosco e del suo Sistema Preventivo (prof. Francesco Motto); di guida delicata e sicura di tante persone e specialmente delle Suore FMA (suor Piera Cavaglià). Altrettanto è stato nelle toccanti testimonianze del prof. Vittorio Luigi Castellazzi (studioso e docente di psicoanalisi, discepolo e poi amico di don Braido); della prof.ssa Rosella Vernata (sua ex-allieva alla LUMSA di Roma, da lui guidata spiritualmente e confidenzialmente con tutta la sua famiglia), letta perché impedita di essere presente per malattia; di suor Michela Carrozzino, anche lei vivace ex-allieva di don Braido alla LUMSA, da lui aiutata a collegare Don Bosco e Don Guanella sul punto del Sistema Preventivo educativo; del Sig. Giuseppe Braido, nipote, che da lui ebbe confidenze e aiuto spirituale e che ha ricordato gli altri parenti (cinque nipoti erano presenti, anche in rappresentanza della sorella Marcellina, custode familiare dei rapporti parentali e locali di don Braido; e in quelle di don Cesare Bissoli e di suor Francelina Sanabria, che rispettivamente da direttore della comunità di cui faceva parte don Pietro prima di morire, e da infermiera che l’ha assistito sino al suo spirare, sono stati vicini a don Braido negli ultimi anni dolenti, ma dignitosissimi ed esemplari della sua vita, vissuti nell’infermeria collegata alla sede universitaria (2007-2014). Si è aggiunta la commossa testimonianza del prof. Bruno Bellerate, allievo e poi collega di don Braido nei primi anni dell’UPS, allora Ateneo Salesiano, invogliato da lui a studiare Herbart e Makarenko. È seguita la presentazione della seconda edizione postuma della Storia della catechesi moderna, da parte del prof. Giuseppe Biancardi, che ne è stato anche il curatore.

È stato, dunque, non solo un commuoversi ricordando una vita pienamente spesa al servizio della cultura (e concretamente nell’UPS), della formazione e della guida spirituale di tanti giovani, ragazze, studenti, suore, docenti, famiglie, comunità religiose, ma anche un sentirsi incitati a continuare la sua “passione educativa” vivendo il Sistema Preventivo di Don Bosco. La sera stessa dell’evento un giovane collega ha voluto inviare una e-mail in cui tra l’altro diceva: “Per me, e credo per tutti, è stata una preziosa occasione di conoscenza e ringraziamento per l’opera e la testimonianza di don Pietro. Mi sono sentito partecipe nonostante non lo abbia realmente conosciuto come voi. Le testimonianze e la sua opera mi hanno commosso, arricchito e stimolato”.