L’Istituto di Catechetica ha festeggiato i suoi 60 anni di ricerca accademica e di intervento nell’ambito della formazione universitaria con un Convegno Internazionale tenuto dal 15 al 16 maggio 2015 presso l’Università Pontificia Salesiana. Al convegno hanno partecipato attivamente più di 200 partecipanti, provenienti da varie parti del mondo.
L’Istituto di Catechetica – Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) – ha festeggiato i suoi 60 anni di ricerca accademica e di intervento nell’ambito della formazione universitaria con un Convegno Internazionale tenuto dal 15 al 16 maggio 2015 presso l’UPS. Al convegno hanno partecipato attivamente più di 200 partecipanti, provenienti da varie parti del mondo. La composizione varia dei partecipanti, catecheti, teologi, esperti in scienze umane e della comunicazione, ha arricchito decisamente i lavori del Convegno, come anche per il contributo ecumenico di alcuni membri di altre Chiese cristiane. I lavori si sono svolti in un clima di fraternità e nella condivisione di esperienze originali per l’innovazione della catechesi dei giovani. La scelta del tema del Convegno costituisce il punto di approdo di un processo relativamente lungo di riflessione sul rinnovamento del pensiero catechetico a confronto con il cambio di paradigma antropologico-culturale.
L’istituto di catechetica dopo aver festeggiato i suoi 60 anni, riconfermando l’intuizione catechetico-pedagogica di don Ricaldone, Rettor Maggiore dei Salesiani, e facendo memoria dei diversi suoi membri, come il grande don Ubaldo Gianetto e tanti altri, ha proposto a tutta la comunità catechetica mondiale il rilancio coraggioso per gli studi catechetici e la sua opzione preferenziale per la catechesi dei giovani nel contesto culturale contemporaneo.
La catechesi, in quanto azione ecclesiale di edu-comunicazione alla fede per i giovani tra new media e nuove culture, pone in discussione il modo di ripensare la catechesi nel contesto del cambio di paradigma antropologico-culturale; la questione, quindi, non è semplicemente metodologica, ma ulteriormente epistemologica.
I Convegnisti, Partecipanti e Relatori, hanno attivamente collaborato durante due giorni di simposio catechetico a partire dalle tanto apprezzate e illuminanti conferenze magistrali di due eminenti studiosi: il prof. Dr. Mette, professore emerito di Pedagogia Religiosa presso l’Università di Dortmund (Germania) e il prof. Dr. Edmund Arens, professore di Teologia fondamentale presso l’Università di Lucerna (Svizzera); a queste due conferenze sono seguite le reazioni dei Discussant i proff. Ruta, Moral, Genre e Meddi. Con gli strumenti teorici ottenuti dalle riflessioni della prima mattinata, sono stati avviati i lavori sperimentali nei workshop del pomeriggio tenuti in collaborazione con la Facoltà di Scienze della Comunicazione della nostra Università, con i proff. Pasqualetti e Alvati e il gruppo di Sovvenire. Il secondo momento del Convegno, il 16 maggio, ha coronato la riflessione comune con la magistrale relazione tenuta dal prof. Riva dell’Università Cattolica di Milano, specialista di chiara fama, alla quale hanno fatto seguito le reazioni pedagogico-catechetiche dei proff. Quinzi, Siboldi e Montisci.
Il Convegno dell’ICa non si è limitato alla dimensione celebrativa di una lunga storia, ma ha reso più evidente la vitalità e la giovinezza della ricerca catechetica; per questa ragione, il Convegno costituisce un punto di partenza necessario al ripensamento della ricerca. Il vivace dibattito tra i Convegnisti ha confermato che l’ambito catechetico ha più futuro che passato; di fatto, non vi sono state conclusioni formali del convegno, poiché il gruppo di ricerca dell’Istituto di catechetica ha proposto l’avvio ufficiale dell’Osservatorio catechetico Internazionale, non tanto una struttura accademica da aggiungere alle esistenti, quanto un tavolo permanente di lavoro aperto a tutti. La primizia di questo lavoro comune è costituito dalla Mostra sul Documento Base della catechesi italiana, allestita presso la sede della Biblioteca e curata sotto la direzione del prof. Montisci con la collaborazione del prof. Biancardi e dell’archivista Mara Francesca Migliori.
Gli sponsor che hanno sostenuto e appoggiato quest’evento accademico sono stati l’Ufficio Catechistico Nazionale della Cei, grazie all’amicizia dimostrata dal Direttore Mons. Paolo Sartor, e al Gruppo di Sovvenire.
I giovani nel contesto dei new media e tra le nuove culture partecipative chiedono un coraggioso cambio di prospettiva a più livelli: a livello metodologico, a livello epistemologico e soprattutto a livello umano: il cambio di paradigma antropologico-culturale può spingere a capire che è indispensabile ormai un cambio di prospettiva epistemologico-catechetica, incominciando con l’aggiornamento della bussola della metodologia della ricerca catechetica, per poter navigare, come i giovani di oggi nell’universo digitale, con speranza e con fiducia per le culture umane.
L’Istituto di catechetica, nonostante il ristretto gruppo di personale, con quelle poche risorse cui dispone, può con coraggio riaffermare di essere pronto per rispondere alla sfida più avvincente: guardare con i giovani e con i loro occhi il futuro che attende l’umanità intera.
Prof. Antonino Romano