L’impegno dell’Italia per l’accoglienza

Per la prima volta Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Servizio Centrale dello Sprar, in collaborazione con Unhcr, decidono di unire i propri saperi, competenze e impegno al fine di realizzare un Rapporto sulla protezione internazionale 2014, con l’auspicio che possa contribuire alla costruzione di un sistema unico di accoglienza e protezione di richiedenti asilo e rifugiati in Italia. Il Rapporto è stato presentato a Roma lunedì 17 novembre.
 
Nell’ultimo anno si sono registrati i valori più elevati di migrazione forzata dai primi anni ‘90. Il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2014, che viene presentato oggi a Roma, restituisce una fotografia del fenomeno delle migrazioni internazionali nel nostro paese e in Europa alla luce delle tante crisi umanitarie in corso, che fanno sentire le proprie conseguenze anche sui percorsi nazionali di prima e seconda accoglienza.

Sono state oltre 51 milioni le persone costrette alla migrazione per fuggire da guerre, conflitti e violazioni dei diritti umani. Resta stabile in Europa il numero dei rifugiati, per un totale di circa 1,8 milioni di persone, mentre aumenta considerevolmente il numero delle domande di asilo presentate nei 28 paesi membri dell’Unione Europea: nel 2013 sono state ben 435mila, quasi 100mila domande in più rispetto al 2012.

Tale tendenza si riscontra anche in Italia, con un aumento significativo delle domande di protezione internazionale nel primo semestre del 2014: fino al 1 luglio ne sono state infatti presentate oltre 25mila in totale (pari al numero delle domande presentate in tutto il 2013). Ciò è conseguenza anche del maggior numero di migranti giunti sulle coste italiane dall’inizio dell’anno: dal 1 gennaio al 1 luglio sono giunti oltre 65mila migranti, mentre fino allo stesso periodo nel 2013 erano sbarcate 7916 persone. Negli ultimi mesi però gli arrivi sono continuati, superando ad oggi le 150.000 unità.
Sono in totale 26.620 coloro che hanno presentato nel 2013 domanda di protezione internazionale in Italia, circa il 6,1% del totale europeo e quasi 10mila in più dell’anno precedente: la Nigeria risulta essere il primo paese d’origine dei richiedenti asilo (3519), seguita da Pakistan (3232),  Somalia (2774) e Eritrea (2109).

Il 2014 è stato un anno di impegno straordinario dell’Italia nell’accoglienza di migranti forzati. Il Rapporto fa il punto sulla disponibilità di posti nelle strutture governative di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati,  per un totale di 10.331 presenze di migranti accolti e assistiti nei centri, a cui vanno ad aggiungersi 28.500 migranti accolti nei Centri di accoglienza straordinaria nel primo semestre di quest’anno. Il circuito della Chiesa è stato molto impegnato in tal senso: attraverso le Caritas diocesane sono transitate oltre 15.000 persone e 5.000 di queste sono tuttora accolte nelle strutture straordinarie.

Nel primo semestre del 2014 si registra anche un aumento dei posti disponibili nella rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che nel triennio 2014-2016 finanzia 456 progetti per un totale di 13.020 posti di accoglienza a cui si sommano 6490 posti aggiuntivi attivati.

Si è passati, nel giro di un anno, da 3.000 a 20.000 posti complessivi: un dato, questo, che rende evidente la scelta strategica del Governo di fare dello SPRAR il perno dell’accoglienza integrata nel nostro Paese.

Sono in totale 375 i comuni coinvolti da attività di accoglienza integrata della rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), a cui vanno ad aggiungersi 30 province e 10 unioni di comuni. Nel primo semestre 2014 sono stati accolti 10.852 beneficiari, con una presenza maggiore in Sicilia (21,4% del totale) e nel Lazio (20,8%).

Tenendo conto della specificità italiana, che si inserisce nel quadro di un complessivo aumento delle migrazioni ma con modalità di arrivo uniche che comportano anche alcune difficoltà in più nella presa in carico e nella gestione delle migrazioni sul territorio, il Rapporto formula anche specifiche raccomandazioni: oltre ad auspicare linee guida comuni europee per la gestione degli ingressi e una urgente revisione del Regolamento di Dublino, il Rapporto richiama la necessità di dar vita ad un sistema unico di accoglienza in Italia nel quale superare la dicotomia tra prima e seconda accoglienza, in cui riescano finalmente ad entrare tutti i minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro Paese e nel quale iniziare a prevedere anche politiche e programmi specifici volte a facilitare l’inserimento socio-economico-abitativo dei titolari di protezione internazionale nel momento in cui escono dai programmi di accoglienza.