Dire Don Bosco è dire giovani. Quasi non è immaginabile evocare la storia del Santo senza la compagnia dei giovani. Don Rua, suo primo successore ebbe a dire di lui: “Non diede passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa che non avesse di mira la salvezza della gioventù…”. È con questa radice e sorgente che Don Ángel Fernández Artime, X Successore di Don Bosco, ha annunciato il tema della sua prima Strenna, quella dell’anno Bicentenario della nascita del Fondatore, che va dritta al cuore della missione: “Come Don Bosco, con i giovani, per i giovani”.
La Strenna ancora una volta è offerta dal Rettor Maggiore come successore di Don Bosco e quindi come padre di tutta la Famiglia Salesiana che, pur nella distinzione e diversità dei gruppi, trova ulteriore stimolo per ritrovarsi e vivere con un comune obiettivo che è la condivisione della missione salesiana al servizio dei giovani, specie dei più poveri.
La comunione della Famiglia Salesiana non è fine a se stessa, né si deve consumare al suo interno, ma deve essere un dono nella Chiesa: il carisma salesiano è un dono per tutta la Chiesa, similmente a tutti i carismi offerti dallo Spirito Santo per la missione evangelizzatrice, così come richiamato anche da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium.
Don Fernández Artime non dimentica di fare memoria della sorgente del dinamismo apostolico che sosteneva Don Bosco e che deve sostenere ogni membro della Famiglia salesiana: la carità pastorale che ha nel cuore di Gesù il modello fondamentale. In questa icona trova riferimento l’azione educativa salesiana chiamata a lasciarsi coinvolgere nella trama di Dio.
Il Rettor Maggiore insiste nel dare attenzione e privilegiare i giovani, specie i più poveri e invita a fare propria con specifico impegno la chiamata di Papa Francesco ad avere a cuore la periferia: “la periferia è costitutiva del nostro DNA salesiano”.
Valdocco e Mornese, con il loro specifico, furono periferia e oggi dire periferia significa individuare “la stella polare nella navigazione”, in quanto gli ultimi e i più poveri, ribadisce Don Fernández Artime, sono “lo specifico del nostro DNA come carisma salesiano”.
In quest’orizzonte, avendo in comune il carisma educativo di Don Bosco, i membri della Famiglia salesiana sono testimoni dell’amore di Dio e vogliono essere un dono per i giovani; ma devono essere altrettanto convinti anche che, come affermato da Don Juan Vecchi, i giovani poveri sono a loro volta un dono che stimola a camminare e a superare i rischi della mediocrità, per andare oltre le proprie sicurezze, per restare aperti allo Spirito Santo.
Su tutte queste buone intenzioni, e perché i propositi diventino realtà, conclude il Rettor Maggiore annunciando la Strenna per il 2015, non può mancare la Grazia e la benedizione del Signore, con l’intercessione materna di Maria, “la più insigne collaboratrice dello Spirito Santo”.
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