Il Messaggio del Papa per la Quaresima – che inizia il prossimo 5 marzo – attualizza le parole di S. Paolo ai cristiani di Corinto: “Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”.
Il Santo Padre invita a riconoscere “lo stile di Dio”, che non fa cadere la salvezza dall’alto, ma in Gesù sceglie la via del farsi prossimo con “amore di compassione, di tenerezza e di condivisione”. Per il discepolo la strada rimane la stessa: “Ad imitazione del nostro Maestro – scrive il Papa – noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle”.
Accanto alla miseria materiale – che chiede che “le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione” – pesa la miseria morale di chi si è reso “schiavo del vizio e del peccato”, e la miseria spirituale, che si annida nella tentazione di pensare di poter bastare a se stessi e di non aver bisogno di Dio.
Di qui l’appello del Papa a testimoniare il messaggio di liberazione che viene dal Vangelo: “Potremo farlo – avverte Francesco – nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si si è fatto povero e ci ha arricchito con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà”.
Il Santo Padre conclude il Messaggio con un’ultima osservazione: “Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.
Il Santo Padre invita a riconoscere “lo stile di Dio”, che non fa cadere la salvezza dall’alto, ma in Gesù sceglie la via del farsi prossimo con “amore di compassione, di tenerezza e di condivisione”. Per il discepolo la strada rimane la stessa: “Ad imitazione del nostro Maestro – scrive il Papa – noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle”.
Accanto alla miseria materiale – che chiede che “le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione” – pesa la miseria morale di chi si è reso “schiavo del vizio e del peccato”, e la miseria spirituale, che si annida nella tentazione di pensare di poter bastare a se stessi e di non aver bisogno di Dio.
Di qui l’appello del Papa a testimoniare il messaggio di liberazione che viene dal Vangelo: “Potremo farlo – avverte Francesco – nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si si è fatto povero e ci ha arricchito con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà”.
Il Santo Padre conclude il Messaggio con un’ultima osservazione: “Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.