Facebook sta perdendo per strada gli utenti più giovani: gli adolescenti preferiscono i lidi di Snapchat e Twitter al social network di Mark Zuckerberg. Ma come influirà questo su Facebook?In questi ultimi tempi non si fa altro che parlare del fatto che i giovanissimi stanno abbandonando i lidi di Facebook per andare a sperimentare realtà più frizzanti come Snapchat o Twitter. Mentre ci si interroga sempre sul perché di questa diaspora e su come fare per prevenirla, un’altra domanda dovrebbe sorgere spontanea: come cambierà Facebook privo di questo bacino di utenza adolescenziale?
Non si tratta solamente di fare sterili ricerche demografiche, un recente studio ha dimostrato comeFacebook sia morto e sepolto per gli adolescenti i quali pare siano tutti emigrati su piattaforme come Instagram, Snapchat e Twitter. Dunque chi è rimasto su Facebook? I loro genitori, of course.
Il caso che viene portato ad esempio è quello della presenza di una madre settantenne su Facebook. Per sua scelta, sul suo profilo ha pochi amici, il concetto di inserire come amici anche sconosciuti e conoscenti è tipicamente giovanile, le persone più grandicelle selezionano attentamente i loro contatti, preferendone pochi, ma buoni.
Rispetto ad un giovane, questa madre avrà meno collegamenti sulla piattaforma, di sicuro sarà meno attiva rispetto ad un eventuale figlio. Questo significa avere anche meno dati a disposizione per Facebook, quindi una minor accuratezza delle informazioni a disposizione. Magari la madre in questione non ha volutamente inserito i dati del profilo che Facebook continuava a richiederle (casa, lavoro e via dicendo) o magari ha erroneamente confermato quelli che Facebook suggeriva, contribuendo così a generare informazioni errate.
Se ciò dovesse succedere per un alto numero di utenti, ecco che l’allontanamento dei giovani da Facebook avrebbe un’inaspettata conseguenza: la qualità e l’accuratezza dei suoi dati diminuisce in maniera proporzionale. E questo significa una piattaforma meno interessante per gli inserzionisti. In più dobbiamo considerare che se dal punto di vista pubblicitario i giovani non sono molto redditizi, da quello delle attività sul social network lo sono, eccome. Sono più energici, postano, linkano, condividono, chattano di continuo, ne sono quasi ossessionati. E tutti questi contatti generano traffico, cosa che fa piacere a Facebook. Cosa che non succede con gli utenti più anziani, più diffidenti e restii a condividere tutto così su pubblica piazza.
E il guaio è che se i giovani si spostano su altri lidi, ben presto anche i loro genitori faranno lo stesso, non fosse altro che per tenerli sotto controllo. Stiamo assistendo all’apocalisse di Facebook?