“L’evoluzione digitale della specie”

“Si parla sempre di connettività ma la nuova tecnologia della comunicazione non crea un tessuto sociale connesso”. Lo ha dettoGiuseppe De Rita, presidente del Censis, in occasione della presentazione dell’11° “Rapporto sulla comunicazione – L‘evoluzione digitale della specie” realizzato dal Censis e dall’Ucsi con la collaborazione di Rai, Mediaset, Mondadori, Telecom e 3 Italia. Il rapporto è stato illustrato questa mattina a Roma durante un convegno al quale hanno partecipato: Andrea Melodia, presidente Ucsi, Gina Nieri di Mediaset, Antonio Marano della Rai, Vincenzo Novari di 3 Italia, Giulio Anselmi della Fieg, Angelo Marcello Cardani, presidente Agcom. “Assistiamo ad una molecolarizzazione dell’individuo. Tutto il sistema della comunicazione esalta l’individualità. È il trionfo del relativismo mentre scompare la dimensione collettiva”, ha detto De Rita. “Anche Papa Francesco è stato accusato di relativismo perché sembra aver sposato la dimensione molecolare del mondo. Ma – ha spiegato il sociologo – conosco bene l’educazione dei gesuiti per dire che questo fa parte di una prospettiva di crescita che prevede un percorso che parta dalla presa di coscienza dell’individuo. La cosiddetta rivoluzione digitale, invece, non ha una sua logica interna”.
 
Televisione sempre al primo posto. Secondo i dati presentati oggi, quasi tutti gli italiani guardano la televisione (il 97,4%). Cresce il pubblico delle nuove televisioni:
+8,7% per le tv satellitari rispetto al 2012, +3,1%; sale anche il consumo della web tv, +4,3% e della mobile tv. E questi dati sono ancora più elevati tra i giovani: il 49,4% degli under 30 segue la web tv e l’8,3% la mobile tv. L’uso dei cellulari continua ad aumentare (+4,5%), soprattutto grazie agli smartphone sempre connessi in rete (+12,2% in un solo anno), la cui utenza è ormai arrivata al 39,9% degli italiani (e la percentuale sale al 66,1% tra gli under 30).
 
La tv come ponte fra le generazioni. “La tv deve svolgere un ruolo di ponte fra le generazioni”, ha detto Andrea Melodia, presidente dell’Ucsi. “Siamo arrivati al paradosso che i nuovi contenuti veicolati dalla rete sono utilizzati dai giovani ma sono pagati dagli anziani”. Secondo Melodia “sappiamo che la comunicazione degli anziani è monopolizzata dalla televisione generalista. Sappiamo anche che solo la televisione generalista, i cui contenuti raggiungono tutta la popolazione, giovani compresi, è in grado di fare da ponte tra le generazioni. Dunque è alla tv generalista, cominciando dal servizio pubblico, che dobbiamo richiedere un grande sforzo per superare sia il gap digitale sia quello generazionale”. Sul tema dei contenuti, Melodia ha lanciato un allarme. “La Rai deve ridare piena credibilità al proprio prodotto, cominciando da quello informativo”. Secondo Melodia: “i giovani saranno vittime del guru di turno che avrà imparato a non privarli della libertà formale e a intrattenerli invece in uno sterile mix fatto di disimpegno al limite del qualunquismo, vacua indignazione e scelte irrazionali”.
 
Gli italiani, Internet e la carta stampata. Gli utenti di Internet, dice il rapporto Censis-Ucsi, dopo il rapido incremento registrato negli ultimi anni, sono ora circa il 63,5% della popolazione (+1,4% rispetto a un anno fa). La percentuale sale nel caso dei giovani (90,4%) e delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,3%). Non si arresta il fenomeno dei social network. Facebook è seguito dal 69,8% delle persone che hanno accesso a internet (erano il 63,5% lo scorso anno). YouTube arriva al 61% di utilizzatori. E il 15,2% degli internauti usa Twitter. I quotidiani hanno registrato un calo di lettori del 2% (l’utenza complessiva si ferma al 43,5% degli italiani), -4,6% la free press (21,1% di lettori), -1,3% i settimanali (26,2%), stabili i mensili (19,4%). Stazionari anche i quotidiani online (+0,5%), in crescita gli altri portali web di informazione, che contano l’1,3% di lettori in più rispetto allo scorso anno, attestandosi a un’utenza complessiva del 34,3%.
 
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