Fiaccole da accendere. “Hanno la grande responsabilità e l’immenso privilegio di contribuire in modo determinante allo sviluppo” del Paese”, afferma il presidente del Senato Pietro Grasso, secondo il quale gli insegnanti sono chiamati a “formare i giovani anche dal punto di vista sociale e morale”, a educarli alla “civile convivenza, al rispetto delle differenze tra persona e persona, tra culture e religioni”, alla legalità. Per questo “istruzione, formazione, cultura devono essere prioritarie, inserite negli obiettivi strategici per la crescita”. Sulla stessa linea don Maurizio Viviani, direttore dell’Ufficio Cei: “La missione dell’insegnante è dare fiducia, indicare la strada”. E un autentico “servizio educativo è aprire la mente e il cuore dei giovani, far intravedere loro il futuro e prepararli ad affrontarlo”. Il richiamo, quindi, al “significativo contributo” che l’Aimc sta offrendo al percorso “La Chiesa per la scuola”, e all’incontro con le scuole, il prossimo 10 maggio, di Papa Francesco. Gli alunni, conclude, “non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere”.
Luce che corre. Una giornata “non di celebrazione ma di riflessione e testimonianza”, osserva Giuseppe Desideri, presidente nazionale Aimc, secondo il quale occorre “dare una speranza di futuro ai nostri ragazzi”. Della necessità di “un’alleanza strategica tra scuola, mezzi di comunicazione e famiglia” per far “maturare una consapevolezza più grande”, che “si può riassumere nel concetto di etica della responsabilità”, parla il giornalista Rai Francesco Giorgino. Intensa e toccante la testimonianza di Annalisa Minetti, ipovedente, cantante e medaglia di bronzo alle Paralimpiadi Londra 2012: “Non importa quanto tempo si impieghi a raggiungere un obiettivo; l’importante è la volontà di affrontare la sfida. Non si è vincenti quando si sale sul podio, ma quando si decide di impegnarsi in un’impresa”. Di qui il ricordo dei suoi insegnanti all’istituto di ragioneria; anche attraverso loro, dice, “ho sviscerato e superato il mio dolore. Sono diventata luce e corro per illuminare le persone che non vogliono ascoltare”.
Da straordinario a ordinario. Dopo i videomessaggi di docenti e dirigenti scolastici di Belgio, Inghilterra, Argentina, Olanda, Rosa Musto, coordinatore nazionale scuole associate Unesco-Italia (81 su tutto il territorio), introduce alcune esperienze di rappresentanti della rete. Maria Rosa Mortillara descrive “Classe 2.0”, percorso di “didattica multimediale avviato nel 2007” al Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma. “Scommettiamo che…” è il “progetto trandisciplinare” del liceo classico La Mura di Angri-Salerno, “nato dalla dieta mediterranea” per “coniugare cultura scientifica e umanistica”, spiega Rossana Rosapepe. Forte e accorata la testimonianza di Rosalba Rotondo, preside Istituto comprensivo Ilaria Alpi – Carlo Levi (Scampia – Napoli). Una realtà “complessa” quella di Scampia, “in gran parte negativa ma non solo. Occorre dire basta ai film che speculano su questo marchio di infamia”. “Chiedo all’intellighenzia di impegnarsi per neutralizzare il male”. Basta anche ai “progetti straordinari. I finanziamenti si esauriscono, e poi? Rendiamo lo straordinario ordinario”. La legalità, conclude, “si costruisce attraverso un processo induttivo: attraverso il godimento di beni e servizi, i nostri ragazzi possono dire: ‘Ora capisco che cos’è la legalità e la cittadinanza partecipata’”. A testimoniare la “grande domanda di integrazione presente tra gli immigrati”, è Daniela Pompei, responsabile servizi immigrati Comunità Sant’Egidio, descrivendo l’impegno con i rom – “un progetto a Roma e a Napoli-Scampia che prevede 100 euro al mese alle famiglie per favorire la frequenza scolastica dei bambini”, e la scuola di lingua e cultura italiana che quest’anno festeggia i 30 anni.
a cura di Giovanna Pasqualin Traversa