«Andate senza paura per servire»

La Gmg 2016 a Cracovia.
La prossima Giornata mondiale della gioventu’, nel 2016, si svolgera’ a Cracovia, la diocesi che fu retta da Papa Wojtyla. Lo ha annunciato il Papa al termine della Messa conclusiva della Gmg di Rio. Nell’Angelus il Papa ha rieccheggiato l’invito ai giovani ad annunciare il Vangelo senza paura, perche’ solo in essa si trova il significato profondo della vita. 

Al termine della Messa, il cardinale Stanislao Dziwisz, storico segretario di Papa Wojtyla e suo successore sulla cattedra di Cracovia, si e’ avvicinato a Francesco per dirgli parole di gratitudine e il nuovo Pontefice – che si trovava su un gradino piu’ alto – gli ha fatto una carezza sulla testa. Alla Radio Vaticana “don Stanislao” ha commentato la decisione sottolineando che l’annuncio e’ stato “aspettato a lungo” ed “e’ un’espressione di gratitudine a Dio per la prossima canonizzazione di Giovanni Paolo II, un atto che si pone in continuita’ con la sua grande opera, che rappresenta un patrimonio che dobbiamo continuare a portare avanti”. “A Cracovia – ha assicurato – c’e’ un grandissimo entusiasmo non solo tra la gioventu’ polacca, ma tra tutti i giovani presenti qui a Rio”. La Gmg a Cracovia rappresenta dunque “un dono per la Chiesa e una lode a Cristo” 

“La Chiesa conta su di voi” di Mimmo Muolo
Si scrive Gmg, si legge missione. Da Rio de Janeiro il Papa esorta i tre milioni di giovani presenti alla Messa di chiusura della Giornata mondiale della Gioventù ad annunciare Cristo in tutto il mondo. E a cambiarlo con l’amore. “Portare il Vangelo – afferma all’omelia – è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell’egoismo, dell’intolleranza e dell’odio; per edificare un mondo nuovo. Gesù Cristo conta su di voi. la Chiesa conta su di voi. Il Papa conta su di voi”.
 
Conclusione più esaltante non poteva esserci per Rio 2013. Un autentico terremoto di energie giovanili che ha avuto il suo epicentro sulla spiaggia di Copacabana ma che si è allargato a cerchi concentrici in tutto il Brasile, l’America Latina e il mondo. Grazie anche alla copertura integrale dei media, che hanno documentato minuto per minuto questo straordinario primo viaggio internazionale di Papa Francesco. Questa mattina (pomeriggio in Italia) lungo le strade della metropoli carioca si sono ripetute le scene già viste nei giorni precedenti. Con una folla che ha superato tutte le previsioni. Francesco passa a braccia aperte, saluta, benedice, bacia i bambini, segna con la croce sulla fronte i malati e si consegna per così dire completamente alla folla. Viene in mente una frase di Madre Teresa che alle sue suore diceva: “Lasciatevi mangiare dalla gente”. 

Papa Bergoglio sembra voler fare altrettanto. E i tre milioni di fedeli – numero confermato nel consueto briefing di padre Lombardi – che gremiscono i quattro chilometri del lungomare di Copacabana hanno fame di affetto, divorano ogni suo sguardo, ogni sua carezza, ogni suo sorriso, ogni suo gesto come se da essi dipendessero la loro stessa vita. Francesco li incoraggia. Anche quando sarebbe più prudente tirarsi un attimo indietro. Gli passano una bevanda con la cannuccia, come è successo anche ieri durante il tragitto in papamobile verso il palco? E lui beve. Gli tirano magliette, striscioni, cappellini, bandiere e ogni tipo di oggetto? E lui li raccoglie. 

Al punto che al termine del percorso sono stati tirati fuori dalla jeep quattro sacchi pieni di questi particolarissimi omaggi. Non ha paura il Papa, le misure di sicurezza non lo interessano. E perciò la gente gli vuole bene ogni giorno di più. E perciò egli stesso può chiedere ai giovani, con la forza del testimone, “non abbiate paura”. “Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore”. Tutta l’omelia e tutta la Messa, celebrata finalmente sotto un sole che riscalda e ripaga i pellegrini delle incessanti piogge dei giorni scorsi, sono ispirate al mandato missionario. 

Un mandato che il Papa riassume in tre parole: “Andate, senza paura, per servire”. Francesco ricorda la gioia della fede sperimentata in questi giorni. E invita a condividerla. “La fede è una fiamma che si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette, perché tutti possano conoscere, amare e professare Gesù Cristo che è il Signore della vita e della storia”. Andate, ripete il Papa, “Gesù non ci tratta da schiavi, ma da uomini liberi, da amici, da fratelli; e non solo ci invia, ma ci accompagna, è sempre accanto a noi in questa missione d’amore”. Un invito speciale in questo senso è per i giovani del Brasile e dell’America Latina. “Sapete qual è lo strumento migliore per evangelizzare i giovani? Un altro giovane. Questa è la strada da percorrere”, raccomanda il Pontefice. Infine Francesco ricorda che “evangelizzare è servire chinando a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù”. E come ha fatto anche il Papa anche in questi giorni a Rio entrando in alcuni ambienti particolarmente poveri. In definitiva come si aspetta che ora facciano anche i giovani. “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. La Gmg di Rio sta per finire, la missione è appena cominciata.

L’invio missionario
Il cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio dei laici, a conclusione della Messa, ha celebrato il rito dell’invio missionario, presentando al Papa cinque coppie di giovani, rappresentanti dei cinque continenti, alle quali sono state consegnate le statuetta del Cristo Redentore di Corcovado. 

La bambina malata
All’offertorio una coppia di sposi ha portato al Papa la figlioletta anancefalica. La famiglia era stata presentata al Papa nei giorni scorsi, aveva raccontato la propria storia di malattia ma anche di accoglienza alla vita, e lui l’ha invitata alla Messa come testimonianza di amore e rispetto per ogni creatura, anche la piu’ fragile e indifesa.

Il saluto dell’arcivescovo di Rio
La Messa e’ stata introdotta da un saluto di monsignor Orani Joao Tempesta, arcivescovo di Rio, che si e’ detto certo che i partecipanti porteranno con se’ la fiaccola dell’evangelizzazione per fare discepoli in tutto il mondo. “Lo Spirito Santo si prendera’ cura di ognuno di loro”. Il Papa “ha riscaldato i nostri cuori, il simbolo di questa giornata e’ il cuore, nel centro di ogni cuore regna il Redentore che ha sempre braccia e cuore per accogliere tutti. Porteremo con noi l’immagine dell’uomo che abbraccia tutti, ci manchera’”.