Pajer Flavio, Escuela y Religión en Europa.

Un camino de cincuenta años

[1960-2010]

Pajer Flavio, Escuela y Religión en Europa. Un camino de cincuenta años [1960-2010], PPC, Madrid 2012, pp. 111.

 

Volumetto che presenta un’utile sintesi dell’evoluzione registratasi negli ultimi cinquant’anni in tema di insegnamento religioso (IR) nella scuola pubblica europea. In questa articolata storia si possono distinguere tre grandi fasi che vengono  illustrate nei tre capitoli centrali del testo. La prima fase si sviluppa negli anni dell’immediato postconcilio e vede la progressiva distinzione tra l’IR e la catechesi propriamente detta. È il tempo della «de-catechizzazione» dell’IR; fenomeno favorito da svariati fattori quali: la secolarizzazione delle società, l’affermazione della laicità dello stato, la formazione di società sempre più multietniche e multireligiose, la crescente incapacità delle agenzie educative e di socializzazione di trasmettere il tradizionale capitale simbolico di valori e costumi di vita, il ripensamento dell’educazione, la riflessione dei centri di studio teologico-pastorali, ecc. In questo variegato contesto si supera progressivamente l’IR confessionale-catechistico presente in tanti paesi europei, col supporto della riflessione teologica, psicologica e filosofica. Tale riflessione contribuisce alla nascita di un nuovo paradigma della pedagogia religiosa: dalla centralità della dottrina si passa alla centralità della persona; l’IR si fa ermeneutica dei problemi del soggetto. Si afferma un’ottica esistenziale o antropologica che sostituisce l’ottica essenziale o teologica. La seconda fase va approssimativamente dalla metà degli anni Sessanta alla caduta del Muro (1989). In quegli anni si realizza il processo di «scolarizzazione» dello studio della religione: l’IR sente la necessità di ri-legittimarsi, sia come disciplina nel contesto di un sistema scolastico sempre più rigoroso, sia come offerta culturale educativamente valida per i giovani in cerca di valori. L’istruzione religiosa intende offrire un suo specifico contributo in campo noetico e valoriale adeguandosi all’evoluzione di una scuola che è in perenne riforma. In questo contesto si afferma la distinzione ed insieme la complementarità  tra IR e catechesi. Si assiste quindi ad una progressiva attenuazione della confessionalità dell’IR: una confessionalità che è «negoziata» nei paesi ove vige il sistema concordatario tra Stato e Chiesa, «ricuperata» nei paesi dell’ex blocco sovietico, «assorbita» dall’etica civile negli stati di tradizione protestante. L’IR diventa disciplina curriculare, di cui si cura la fondazione epistemologica su basi diverse, quali la teologia, le scienze della religione, l’interdisciplinarità. La terza fase si sviluppa negli ultimi vent’anni ed è caratterizzata da un’«emergenza della diversità religiosa» che conduce inevitabilmente a formulare un nuovo paradigma per l’IR. Il pluralismo relativizza la centralità delle Chiese, e anche se un singolo Stato riconosce il valore della tradizione storica di una Chiesa particolare, questa non ha più il monopolio dell’IR nella scuola pubblica. In concreto, tale insegnamento è toccato dalle riforme curricolari dei sistemi educativi e scolastici, mentre i vari paesi e il Consiglio d’Europa si occupano di gestire, in modi diversi, la diversità religiosa. In particolare, gli organismi europei in questi ultimi anni hanno chiesto un IR corretto che educhi: alla cittadinanza e alla comprensione reciproca tra culture e religioni; al dialogo tra popoli e culture; allo studio serio del fatto religioso; ad una sensibilità non confessionale per il religioso, ecc. In prospettiva di futuro, poi, ad un IR svolto ormai in una società postmoderna si chiede di aprirsi dal pluralismo intracristiano alla multi religiosità; di collaborare al passaggio da una cittadinanza etnica ad una cittadinanza etica e al nascere di una scuola intesa come laboratorio di interculturalità. Il testo è corredato da utili tabelle riassuntive, da una aggiornata bibliografia e da un lessico che mostra all’evidenza l’estrema varietà dei termini con cui, oggi, nei vari stati europei si presentano l’IR e le sue alternative.

G. Biancardi