L’Istituto di Catechetica
e la Redazione della Rivista di Pedagogia Religiosa
vi augurano Buona Pasqua !!!
Nel carteggio del mio archivio ho riscoperto un messaggio di auguri che l’indimenticabile don Tonino Bello rivolse alla moltitudine di gente che lo amava, in ricorrenza della Pasqua del 1986. Sono parole di un grande Vescovo che riecheggiano nel cuore di ciascuno di noi e che ci aiutano a vivere seguendo il suo esempio di fede nel Cristo Crocifisso e Risorto. La bontà del suo cuore, la sua smisurata generosità, il quotidiano impegno per gli altri, soprattutto per gli ultimi e i diseredati, la sua non comune capacità di esprimere con attraente dialettica la bellezza e l’autenticità della vita, erano doti che lui possedeva e che noi non dimenticheremo mai.
Di fronte alla cultura dell’avere, don Tonino ha professato quella dell’essere e alla cultura della morte, nelle sue varie espressioni, ha opposto quella della vita, della poesia, dell’ineffabile, dell’inesprimibile, della pace, della giustizia, della solidarietà.
Pertanto, ripropongo le sue parole alla riflessione dei visitatori di questo blog, non senza aver prima indirizzato le mie personali espressioni di gratitudine al mio caro amico, dott. Stanzione, che al termine del suo lungo mandato, quale priore dell’Arciconfraternita della Morte, durato sei anni, ha manifestato in tanti modi la sua passione e il suo profondo attaccamento al Sodalizio da lui rappresentato nonché alla religiosità della settimana santa, e non soltanto molfettese. Grazie di cuore, Franco, per le tue lodevoli iniziative vissute nel corso del tuo priorato, che certamente rimarranno nella storia dell’Arciconfraternita, insieme al tuo nome. Buona Pasqua 2009.
Ecco il messaggio del nostro amato Pastore, che trascrivo fedelmente.
Cari amici,
come vorrei che il mio augurio, invece che giungervi
con le formule consumate del vocabolario di circostanza,
vi arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo
profondo, con un sorriso senza parole!
Come vorrei togliervi dall’anima, quasi dall’imboccatura
di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà,
che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace!
Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per
farvi capire di quanto amore intendo caricarla: “coraggio”!
La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore,
è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la
distruzione. Non la catastrofe. Non l’olocausto planetario. Non
la fine. Non il precipitare nel nulla.
Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti
che abusano di voi. Coraggio, disoccupati. Coraggio, giovani
senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad
accorciare sogni a lungo cullati. Coraggio, gente solitaria,
turba dolente e senza volto. Coraggio, fratelli che il
peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato, che
la povertà morale ha avvilito.
Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte
a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non
c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che
non rotoli via.
Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie
della vostra prigione.
Vostro
don Tonino, vescovo