Sogniamo una scuola italiana più digitalizzata

Dall’analisi eseguita dall’Ocse su richiesta del Ministero dell’Istruzione e del Ministro Profumo emerge che  nel  “Piano Nazionale Scuola Digitale” avviato nel 2007, non mancano “punti di forza” ma siamo ancora molto indietro rispetto al serto dell’Europa.
Bisogna in sostanza aumentare i ritmi. Con questo passo per raggiungere i livelli di digitalizzazione scolastica che ha ora l’Inghilterra ci impiegheremmo altri 15 anni. In Inghilterra inffatti l’80 per cento delle classi può contate su strumenti didattici informatici e digitali rispetto al 14 per cento registrato nel nostro paese.

I dati rivelati dal Rapporto “Review of the Italian Strategy for Digital Schools”, e aggiornati al 31 agosto 2012, sono questi: 6 Pc ogni 100 studenti (13.650 in tutto), contro i 16 europei e il 6% delle scuole altamente digitalizzate (nel 2012) contro il 37% del resto d’Europa. L’Ocse stima, inoltre, che il budget allocato per la digitalizzazione di ogni studente sia pari a soli cinque euro e allo 0,31% dell’intero budget del Miur. 
Solo il 21,6% delle aule è attualmente dotato delle ‘Lim’ ,ovvero le lavagne interattive multimediali. Sono presenti sul territorio solamente 416 classi e 14 scuole del tipo 2.0. L’82% delle scuole possiede una connessione a Internet, ma solamente per il 54% delle classi si può dire lo stesso.
Il Ministro Francesco Profumo  affermato che bisognerebbe realizzare “un patto sociale tra scuole e famiglie” per poter “usare al meglio le poche risorse, con più intelligenza ed ingegneria”, infatti “è ormai un’utopia pensare che la scuola possa fornire tutto”. Un esempio, indicato da Profumo, è quello dei tablet che, se forniti dalle famiglie e connessi dalle scuole, potrebbero far risparmiare alle famiglie italiane il 30 per cento delle spese in libri di testo, che si aggirano intorno ai 300 euro all’anno. Insomma, mica spiccioli. 
La digitalizzazione degli italiani è tutto sommato buona. Il Ministro  ha riferito del buon esito delle iscrizioni online che dimostrerebbero, a suo parere, come si possa ormai contare sulla buona digitalizzazione delle famiglie italiane (almeno il 70%). Come sempre però le polemiche per i procedimenti messi in atto dal Miur non sono mancati.
Miglioramenti in vista per l’anno prossimo. Dal 21 per cento le Lim dovrebbero passare al 23 per cento delle aule. Aumenteranno probabilmente anche i Pc che saliranno a quota 112.500. Infine ci saranno anche più aule 2.0 e scuole 2.0 le prime dovrebbero diventare 3000 le altre salire a 16.
Insomma, qualcosa seppur lentamente si muove nelle scuole italiane. Anche se forse dovremmo scrollarci di dosso la nostra attaccatura alle tradizioni e inoltrarci un po’ di più nell’universo tecnologico.

Alessandra Raimondi