E’ vero quel che è stato scritto su Gesu’? Chi è veramente? E come chiede lo stesso Gesù ai suoi discepoli: ‘Voi chi credete che io sia?’.
Sono le domande fondamentali alle quali propone una risposta non solo teologica Benedetto XVI nel suo ultimo libro ‘L’infanzia di Gesù’, terzo volume dedicato dal Papa al Cristo, edito da Rizzoli con la Libreria Editrice Vaticana, in uscita oggi contemporaneamente in 9 lingue per 50 Paesi ma presto tradotto in 20 lingue per 72 Paesi, per oltre un milione di copie di tiratura per la prima edizione.
Il volume di 180 pagine – presentato nella Sala Pio X in Vaticano dal presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi – è diviso in quattro capitoli, dedicati rispettivamente alla genealogia per la collocazione di Gesù nella Storia; alla nascita di Giovanni il Battista e all’avvento del Nazareno con l’annuncio a Maria; all’evento nella grotta di Betlemme nel contesto storico dell’Impero Romano di Augusto; alla prima epifania con l’adorazione dei Re Magi.
L’opera si conclude con un epilogo dedicato alla discussione con i dottori nel Tempio, ultimo episodio noto di un Gesù dodicenne, prima che ricompaia nei racconti evangelici dal momento del suo battesimo nel fiume Giordano attorno ai trent’anni e fino alla sua morte in croce e alla Resurrezione: temi presenti nei primi due volumi del lavoro di Benedetto XVI che con quello in uscita oggi completano l’opera su ‘Gesù di Nazaret’.
Il rapporto della fede con la storia, con la profezia, con la politica, con l’umiltà. Sono i “quattro binomi, i quattro fili” che secondo monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, “si possono rintracciare nel tessuto, parola da cui deriva il termine testo” del libro di papa Benedetto XVI. Un libro, osserva Ravasi, che “il Papa propone senza alcuna autoreferenzialità oracolare”.
Parlando del binomio fede-storia, Ravasi sottolinea l’osservazione di Joseph Ratzinger per cui “Gesù non è nato e comparso in pubblico nell’imprecisato ‘una volta’ del mito, ma in un momento preciso e particolare della Storia, ben definito e precisato”. Quanto al binomio fede-profezie, che Benedetto XVI chiama “parole in attesa”, Ravasi osserva che “con l’avvento di Gesù la profezia raggiunge la sua completezza”. Nel binomio autore-lettore ci inserisce poi il rapporto fede-politica. “I testi biblici – spiega il cardinale – non sono mai soltanto informativi ma anche performativi: coinvolgono, avvincono, conquistano a una tesi, artigliano le coscienze. Importano non solo per quel che dicono in sé ma per quel che dicono a me, lettore”. Infine, “il binomio umiltà-chiarità che è diversa dalla chiarezza: è l’umiltà del rispetto della verità che va annunciata in maniera limpida, nitida”.
Una parte significativa del volume sulla vita di Gesù è dedicata a Maria, al suo ruolo fondamentale nell’accogliere Gesù e la maternità divina. Maria, spiega Benedetto XVI, con il suo ‘sì’, si dichiara serva del Signore. ”Bernardo di Chiaravalle, in una sua omelia di avvento -spiega il Pontefice nel testo- ha illustrato in modo drammatico questo momento. Dopo il fallimento dei progenitori, tutto il mondo è oscurato, sotto il dominio della morte”. ”Ora -prosegue Papa Ratzinger- Dio cerca un nuovo ingresso nel mondo. Bussa alla porta di Maria. Ha bisogno della libertà umana. Non può redimere l’uomo, creato libero, senza un libero ‘sì’ alla sua volontà”.
”Creando la libertà, Dio – afferma ancora il Papa – in un certo modo, si è reso dipendente dall’uomo. Il suo potere è legato al ‘sì’ non forzato di una persona umana. Così Bernardo mostra come, nel momento della domanda a Maria, il cielo e la terra, per così dire, trattengono il respiro. Dirà ‘sì’? Lei indugia? Forse la sua umiltà le sarà d’ostacolo?”. Quindi il Papa prosegue nel racconto: ”Per questa sola volta – le dice Bernardo – non essere umile, bensì magnanima. Dacci il tuo ‘sì’. E’ questo il momento decisivo , in cui dalle sue labbra, dal suo cuore esce la risposta: ‘Avvenga per me secondo la tua Parola’. E’ il momento dell’obbedienza libera, umile e insieme magnanima, nella quale si realizza la decisione più elevata della libertà umana’