Martedì 3 luglio Rai1 trasmette un documentario con testimonianze inedite – tra cui quella del killer – su don Pino Puglisi, per il quale Benedetto XVI ha approvato il 28 giugno il decreto di riconoscimento del martirio in odio alla fede.
Un martire che parla in tv, che con pacatezza e fermezza chiede la scuola per il quartiere, s’indigna perché ci sono adolescenti che non sanno nemmeno mettere la firma e nel rione Brancaccio mancano i servizi essenziali.
Fa un certo effetto sentir parlare don Pino Puglisi con la sua voce, in un video dei primi anni ’90. Lui, così allergico ai riflettori, lavorava nel silenzio del quotidiano, in una parrocchia di periferia, dove «in appena tre anni di attività ha innescato una rivoluzione culturale» ricorda il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo. Per questo è stato ucciso, racconta con un passamontagna sul viso Salvatore Grigoli, il killer reoconfesso del parroco di San Gaetano, ucciso a Brancaccio il 15 settembre 1993 e prossimo alla beatificazione.
La vittima e il carnefice parlano con la loro voce nel documentario Lascia perdere chi ti porta a mala strada , firmato dai registi Pino Nano e Filippo Di Giacomo, che sarà trasmesso oggi su Rai1 alle 23.10 e che è stato presentato ieri a Palazzo delle Aquile dal sindaco Leoluca Orlando, dal cardinale Romeo, dal suo ausiliare monsignor Carmelo Cuttitta, dal procuratore generale di Catanzaro, il palermitano Santi Consolo, da Marco Simeon, responsabile di Rai Vaticano, e Alessandro Casarin, direttore della Tgr.
Una presentazione che cade proprio nell’anniversario di ordinazione sacerdotale di don Puglisi, per il quale Benedetto XVI ha approvato il 28 giugno il decreto di riconoscimento del martirio in odio alla fede.
Filmati di repertorio, foto di famiglia, immagini girate da parrocchiani, testimonianze inedite, partendo dal lungo racconto che fa di quella sera l’assassino. Tra le testimonianze che lo speciale ripropone, quella di uno dei fratelli di don Pino, Francesco Puglisi («anche se lo faranno santo…a me manca da vent’anni il mio dolce fratello…») e di suor Carolina Iavazzo, braccio destro del sacerdote per tre anni. E ancora il filosofo Massimo Cacciari, il postulatore della causa di beatificazione, monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro, che definisce l’impegno pastorale e umano di padre Puglisi «un monumento alla libertà». Uno speciale che il sindaco Orlando si impegna a diffondere nelle scuole palermitane «perché possa raggiungere il maggior numero di persone. Ricordare don Pino Puglisi è un invito a guardare oltre le apparenze e a cogliere la meravigliosa normalità di un martire».