E’ partita la macchina organizzativa del Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del Lavoro presentando stamane a Roma il manifesto ‘La buona politica per tornare a crescere’ in vista di ‘Todi 2‘.
Si tratta del secondo appuntamento delle associazioni cattoliche previsto per ottobre – costituito da Cisl, Confartigianato, Mcl, Acli, Confcooperative, Coldiretti e Compagnia delle Opere – a seguito del seminario di Todi tenuto lo scorso ottobre.
Una politica, quella auspicata, “capace di rafforzare valori popolari condivisi e di mobilitare grandi energie comunitarie”, della quale s’intende occuparsi “nel pieno rispetto della laicità delle istituzioni, ma anche nella serena consapevolezza che l’ispirazione religiosa, lungi dall’essere delimitata alla sfera privata, possa e debba arricchire la qualità della vita politica e delle istituzioni e rendere lo spazio pubblico di tutti e di ciascuno”.
Il contribuito dei cattolici del Forum “al rinnovamento della politica” prevede, “per un verso, la partecipazione alla formazione dei programmi e delle linee di azione di governo; per l’altro verso, il miglioramento della qualità delle classi dirigenti, a partire da un lavoro di condivisione e coesione all’interno del variegato mondo cattolico, su valori, contenuti e modalità di presenza”.
Spazio privilegiato per il bene comune. “Noi pensiamo la politica come spazio privilegiato per la costruzione del bene comune”; “noi sosteniamo la buona politica che promuove la libertà e la giustizia, sa rispettare i valori e interpretare i bisogni del popolo”; “noi difendiamo la democrazia come valore costituente del nostro patto sociale e contrastiamo quelle spinte autoritarie che, mai sopite, possono sempre riaffiorare”. Questo l’incipit del testo, che prosegue avvertendo “l’urgenza di un nuovo impegno e la necessità di preoccuparci e occuparci dei problemi della nostra comunità”, dichiarando la responsabilità di partecipare alla “costruzione di un ambiente favorevole alla libera espressione delle persone”, credendo “nella capacità dell’Italia di avviare una nuova stagione di crescita” e guardando “con speranza all’Europa dei popoli come alla nostra Patria comune perché sappiamo che da essa dipende il futuro dei nostri figli”. Paradigma di riferimento, la Dottrina sociale della Chiesa “che, proponendo a tutti la fecondità di una visione trascendente dell’essere umano, richiama ai principi della fraternità, della promozione del bene comune, della partecipazione, della sussidiarietà e della solidarietà”.
Una nuova stagione. Il documento vede il “tangibile indebolimento dei valori che hanno storicamente consentito alla nostra comunità nazionale di risollevarsi dalle macerie di una guerra perduta, d’imboccare la strada delle riforme e di assurgere al ruolo di grande Paese sviluppato”. “Solo a partire da questi valori”, annota, “è possibile aprire una nuova stagione di sviluppo e d’innovazione”. Guarda quindi a “una stagione di grande innovazione istituzionale”, “possibile e sostenibile solo attraverso il cambiamento dei comportamenti e degli stili di vita e il forte rilancio di un comune senso morale”. “Le istituzioni di cui abbiamo bisogno – enuncia – devono saper manifestare tutta la propria autorevolezza senza divenire invasive. Alla luce del principio di sussidiarietà, il loro compito è quello di favorire la libera iniziativa economica e sociale delle persone, della famiglia, delle imprese e delle associazioni, creando le condizioni più adatte alla loro piena espressione nel quadro della globalizzazione contemporanea”. Tra le priorità individuate, riformare il “sistema fiscale”, “sostenere l’impresa”, favorire la “partecipazione democratica” e abbandonare “la logica del conflitto” nelle “relazioni industriali”, “rimuovere gli ostacoli che impediscono un ingresso adeguato dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro”, “rilanciare l’impegno per il Mezzogiorno”. E ancora, “mettere al centro la famiglia, come motore valoriale, relazionale ed economico della società”, “migliorare il sistema d’istruzione”, “costruire un welfare moderno e sussidiario”, promuovere “una pluralità d’imprese e di organizzazioni” per sviluppare l’“economia civile”.
Apertura all’Europa e riforme. Il Forum rivolge poi un pensiero agli “Stati Uniti d’Europa” e ne sostiene la costruzione, “dotando l’Unione di forti istituzioni politiche, elette democraticamente, che completino il tortuoso processo d’integrazione iniziato con l’apertura dei mercati e con l’adozione della moneta unica”. Il testo manifesta l’intenzione, a tal riguardo, di “contribuire alla costruzione di un Movimento popolare europeo transnazionale che sostenga questo progetto di coesione continentale”. Infine, per quanto riguarda le riforme da attuare in Italia, il manifesto evidenzia tra l’altro l’esigenza di “attuare il federalismo fiscale”, superare il “bicameralismo perfetto” e varare “una nuova legge elettorale” per garantire “maggiore rappresentatività e una solida stabilità”, “restituire alla responsabilità legale gli ambiti dell’attività che riguardano il finanziamento pubblico e le forme di salvaguardia della democrazia interna ai partiti”, “ripristinare il voto di preferenza degli elettori”.
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