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  IL VOLTO DI DIO   1 – PROVOCAZIONE   Immagini varie 1- L’abbraccio del padre misercordioso di Reimbrandt     2-     “Mostro preistorico che risorge continuamente dagli abissi, è il testimone della nostra coscienza collettiva, delle nostre radici fangose e fertili.
Se è provvisto di ali, ci serve da cavalcatura per sfuggire all’attrazione terrestre e, come un razzo ruggente, ci porta altrove, per il bene e per il male.
E’ uno e multiplo.
E’ da nessuna parte e dappertutto.
Negarlo sarebbe come dargli ancora una volta ragione.”   ASCOLTARE I RAGAZZI E LE AFFERMAZIONI/ EMOZIONI..CHE NASCONO ALLA VISTA DELLE DUE IMMAGINI.
QUINDI AIUTARLI A FAR LORO SUSCITARE DOMANDE Domande dei ragazzi:….
da dove nasce la nostra gioia e la nostra ansia? Perchè esiste l’ansia, e la paura ,perchè ci sentiamo spesso su un baratro? Esistono l’infinito e l’eterno? A quale sfera afferiscono questi sentimenti? Perchè siamo affascinati e nello stesso tempo abbiamo paura di ciò che non conosciamo? Questi sentimenti, emozioni…
valgono per tutti gli uomini di ogni tempo e luogo? Che senso ha la vita? Vento, mare…bellezza….cosa sono per l’uomo, se la sua vita non conta nulla??? ecccc Nella realtà non-scontata (istanza religiosa) si può incontrare il “nostro senso”, la gioia, il significato del vivere? La comprensione del male e della morte? Perchè di fronte a queste cose l’uomo parla di Dio? È un’invenzione o ha un volto? Se lo vedessi forse potrei credere.
E’ possibile raffigurarlo? Disegnarlo???? RISPOSTE E DISEGNI……………………..
  OF.: Il ragazzo deve comprendere che nella sua vita esistono dei limiti e l’ansia di andare oltre nasce proprio da essi Il ragazzo deve riconoscere che questi limiti sono testimoniati da molti altri uomini e che riportano a un profondo desiderio di comprendere la verità.
Tale verità è ricercata nella filosofia, nella scienza e nella religione   I ragazzi divisi in gruppo impostano il lavoro, cercando di trovare domande relative al limite, all’ansia dell’oltre,in relazione ai diversi campi d’intervento:   E’ possibile conoscere Dio? : I sensi mi fanno percepire il mistero Intuisco, nel mio rapporto con la natura e con l’altro, qualcosa di più grande di me e la bellezza di stare insieme Provo a trovare risposte alle mie domande di senso: chi sono? Chi ha creato il mondo? Perché intuisco l’infinito? E l’eternità cos’è? Perché gli uomini da sempre hanno sentito l’esigenza del sacro? Perché hanno inventato le religioni? Che differenza c’è tra la Bibbia e gli altri libri mitici-cosmogonici? I testi Rig Veda,Enuma Elish,Teogonia di Esiodo ci parlano di un caos trasformato in cosmo attraverso lotte titaniche, in cui un dio con la violenza diventa padrone dell’universo, invece il dio biblico usa la parola e il soffio vitale QUALCHE RISPOSTA-EMOZIONE: – Se chiudo gli occhi e faccio volare la mia fantasia , nascono mille domande e mi sorprende il mistero, che racchiudo dentro me:…..
Vorrei conoscere il senso del mio vagare, nave senza ormeggio, con reti tirate a secco ed ancore senza funi.
  2-INTERPRETAZIONE – EMOZIONE- RACCOLTA DI TESTI :   1 – CANZONI : L.DALLA “Se io fossi un angelo” M.PEZZALI “LO strano percorso” N.BUCCA “Non è proprio giorno di cantare”, da Aquero QUEEN “Some body to love” (esigenza dell’amore, é un’invocazione perchè si realizzi la presenza di un tu che riempia la vita) (p.60) RAF ,Siamo soli nell’immenso vuoto che c’è (p.64) G:Harrison, My sweet Lord (p.66) U2 Gloria, p.69 (Linguaggi umani e mistero trinitario)   2 – TESTI E BRANI   “ Uno sconosciuto è il mio amico, uno che io non conosco.
Uno sconosciuto lontano, lontano.
Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia.
Perchè egli non è presso di me.
Perchè egli non esiste affatto? Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza? Che colmi tutta la terra della tua assenza? (Par Fabian Lagerkvist, ateo, premio Nobel 1951, Uno sconosciuto è il mio amico, in Poesie)     << Quel che mi dice il campo di granoturco nei brevi istanti in cui oso contemplarlo, è ciò che mi dice chi si è fatto aspettare e senza di lui non si poteva fare nulla.(…..)Nulla mi deve quel campo, perché io possa fare altro che tacere e lasciarlo entrare in me stesso.
Il campo e gli steli secchi, a poco a poco, mi frusciano e mi si fermano sul cuore.
Tra noi non corrono parole.
Le parole sono state fatte molti anni fa>> (C.Pavese.
Racconti, Oscar Mondadori,1970,pp122)     3 – Documenti antichi: SENOFANE (DK 21 B 23-26) Un Solo Dio,il più grande tra gli dèi e gli uomini, né per la figura né per il pensiero simile ai mortali.
Tutto intero vede, tutto intero pensa, tutto intero ascolta.
Ma senza fatica col senno dell’intelletto muove ogni cosa: sempre rimane nello stesso luogo, non movendosi per nulla, né gli si addice di spostarsi ora in un posto ora in un altro.
(Senofane sta avvicinandosi ad una forma di monoteismo, anche se ancora, come dice Semplicio (VI d.C.) il suo Dio <nel caso ci fossero più dei è solo il più forte e migliore tra tutti> (DK 21 A).
Zeus con la sua intelligenza “muove ogni cosa”, Egli “vede, pensa e ascolta..” Anche in questo caso sono verbi-azioni non violente, ma legate alla nostra capacità di intendere.
      2- ERACLITO (DK 78) La natura umana non ha conoscenze, la natura divina sì Il Dio è giorno e notte,inverno ed estate, guerra e pace,sazietà e fame, e muta come il fuoco, quando si mescola ai profumi… Da questo lògos, con il quale soprattutto sono continuamente in rapporto e che governa tutte le cose , essi (uomini?) discordano e le cose in cui ogni giorno si imbattono le considerano estranee.
(DK 72) (Eraclito non pone l’eros come cosmogonico, ma la lotta (Eris), ed è attraverso l’uomo che essa vive, e l’uomo si spinge fin dentro il dio “che vuole e non vuole essere chiamato col nome di Zeus”)       3- INNI ORFICI A ZEUS a) Zeus molto onorato, grande Zeus indistruttibile,noi ti offriamo questa testimonianza liberatrice e questa preghiera.
O re, attraverso il tuo capo apparvero queste cose divine, la dea madre terra e le erte cime dei monti e il mare e tutto quanto il cielo dentro racchiude.
Zeus Cronio (…) di tutto generatore, principio di tutto e di tutto fine, che scuoti la terra, che accresci, che purifichi, che tutto scuoti (…)   b) Zeus divenne il primo,Zeus l’ultimo (…) Zeus è la testa ,Zeus il centro,pe mezzo di Zeus tutto si completa.
Zeus fu creato maschio e divenne anche una vergine immortale.
Zeus è il soffio del vento, Zeus è la forza del fuoco eterno(…) Zeus è re…..è signore di tutti gli esseri.
Poiché dopo avere nascosto tutti gli esseri in se stesso, dal santo cuore li portava ancora alla gioiosa luce.
( Kern, fr.orfici, 21 a) (questi due inni bellissimi ci dimostrano come l’uomo da sempre abbia avuto l’idea di un Dio al di sopra di tutto.
Come si nota ci sono termini che ritroviamo nei Salmi e anche in preghiere egiziane)   TESTI DI APPROFONDIMENTO E CRITICA: M.Eliade: Il cielo p.61 C.R.
Stonehenge       J.Ries : Il sacro, DEVA, il Dio che brilla, la luce come luogo della divinità….
Ogni civiltà rappresenta Dio come luce…..
    S.Weil p.133   Film Pinocchio di Disney, ( Biffi, lettura teologica)     Michelangelo, la creazione del mondo   Salvatore Fiume p.
132   È azzardato affermare che una scoperta matematica ha sempre qualcosa di “religioso” in sé, che assomiglia all’intensa gioia creativa dell’artista? «In matematica scoprire nuove proprietà o dimostrare un nuovo teorema conferisce quella soddisfazione intellettuale che probabilmente prova anche l’artista quando crea un capolavoro.
Il matematico opera in un mondo di idee che lo supererà sempre ma che non è chiuso all’intelligenza dell’uomo, non è il mondo dell’orrore della non-conoscenza: si presta all’approccio dell’uomo purché egli miri alla verità.
Abbiamo dei limiti dovuti alla nostra natura umana, ma la nostra mente è adatta a protendersi verso l’infinito, e questo è il lato prometeico, la “fede” che guida il matematico in quanto tale.
Al di là dell’infinito poi ci sono altri infiniti.
La conoscenza matematica di per sé non ha limiti, siamo noi esseri umani che ne abbiamo.
Ma spesso la matematica incontra il vero freno, quando la società non ha acquisito la piena certezza che la matematica è indispensabile al progresso.
E noi matematici, al giorno d’oggi, ancora più che di finanziamenti, abbiamo bisogno del sostegno sociale e culturale».
 Luigi Dell’Aglio   “Voglio sapere come Dio ha creato questo mondo – affermava Einstein – non sono interessato a questo o a quel fenomeno, allo spettro di questo o quell’elemento.
Voglio conoscere i Suoi pensieri, il resto sono dettagli”.
(1)   “La più bella sensazione è il lato misterioso della vita.
E’ il sentimento profondo che si trova sempre nella culla dell’arte e della scienza pure.
Chi non è più in grado di provare né stupore né meraviglia è per così dire morto ,i suoi occhi sono spenti…” (2) A.Eistein, Come io vedo il mondo   I discepoli di Gesù di Nazareth furono liberamente e pazientemente accompagnati dal Maestro a cogliere la Sua divinità attraverso la Sua umanità.
Proprio su questo piano si può comprendere e accettare l’idea di “una debolezza della croce” cercata e voluta per far capire l’uomo : l’atto violento e ingiusto permette all’uomo di capire l’amore di Dio , che si pone sul piano dell’uomo per aiutarlo ad elevarsi al rango di “uomo” nella sua vera essenza, abbandonando la sua ferinità.
Il cristianesimo diventa per questo, allontanandosi dai riti misterici asiatici e dalla cultura greca, pur usandone molte simbologie, il luogo in cui Dio si fa presente ,”il Dio-con-noi”, si allontana dal suo empireo al di fuori del tempo e dello spazio, , dall’infinito, dall’eterno dalla sua onnipotenza e onniscienza per vestire con noi il quotidiano, la nostra sofferenza.
Così da far diventare accettabile anche il male, di dargli un senso; il suo, anche nei momenti più terribili, non è mai un “silenzio” complice del male, ma è il silenzio del rispetto.
Anche <Ad Auschwitz egli era coinvolto in prima persona>(1)   (1) J.Moltmann, conferenza su “Il Dio crocifisso” del 13 dicembre 07,presso il Duomo di Massa (Ms) Nella conferenza il teologo tedesco presenta il testo scritto nel 1972 “Il Dio crocifisso”,ponendosi alcune domande fondamentali: -Dove sei Dio?Perchè stai nel tuo cielo lontano? Il mio strazio trafigge anche il tuo cuore? La sua risposta va oltre la teodicea, egli presenta il Cristo ,che grida “Abba!”, e il Padre con lo Spirito non può non provare dolore con Lui su quel legno.
  COMPITO – risposte culturali 1- I testi devono essere analizzati e rielaborati   ———————————————————————————————————————- RIFLESSIONI E RICERCA DI TESTI BIBLICI   – STUDIAMO E RACCOGLIAMO LE ESPERIENZE DAL PUNTO DI VISTA DELLE ESPERIENZE DEGLI ARTISTI, LETTERATI, …DELLA BIBBIA: tutti parlano di un evento, per cui anch’io per “buoni motivi” posso pensare e cominciare a credere che esiste “qualcosa” al di là di me, che potrebbe chiamarsi Dio.
Ma in particolare che volto ha il Dio Cristiano?   TESTI: Salmo 18 Salmo 42 Mosè e il roveto ardente Il diluvio e la distruzione del mondo Lc il padre misericordioso     LA RISPOSTA Può ESSERE DUPLICE   A- amo e sono riamato, Dio è il Padre, che mi accoglie – Gesù-amore,agape, grembo..
  B- ansia paura, la mia ombra,perchè-Giobbe- la meraviglia della natura mysterium fascinans   COMPITO FINALE DIO COME TI MANIFESTI A ME? COME TI PERCEPISCO?   NON POSSO DIRE DIO E’……, PERCHè MI SFUGGE,……………………..
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prova 1

corso di aggiornamento prova Nel corso di aggiornamento di Pozza di Fassa 2009 viene avviata la sperimentazione del nuovo testo di IRC “Cultura e Religione”.
La sperimentazione coinvolge venti docenti della scuola secondaria di secondo grado.
Si tratta di una sperimentazione non solo del testo ma anche dei nuovi strumenti on-line che dovranno affiancare i libri di testo.
Chiediamo la vostra collaborazione per collaudare e correggere questa nuova strumentazione, nella consapevolezza che stiamo creando qualcosa di nuovo e di originale che nel prossimo futuro aiuterà i nostri studenti nell’apprendimento della Religione Cattolica.
domani si potrà scoprire

Prova Carmela

La parola di Dio, che è potenza divina per la salvezza dichiunque crede, si presenta e manifesta la sua forza in modo eminente negli scritti del Nuovo Testamento.
Quando infatti venne la pienezza del tempo, il Verbo si fece carne ed abitò tra noi pieno di grazia e di verità.
Cristo stabilì il Regno di Dio sulla terra, manifestò con opere e parole il Padre suo e Se stesso e portò a compimento l’opera sua con la morte, la risurrezione e la gloriosa ascensione, e l’invio dello Spirito Santo.
Sollevato in alto attira tutti a Sé, Lui che solo ha parole di vita eterna.
Ma questo mistero non fu palesato alle generazioni, Come adesso è stato svelato ai santi Apostoli suoi e ai Profeti nello Spirito Santo, affinché predicassero il Vangelo, suscitassero la fede in Gesù Cristo e Signore e congregassero la Chiesa.
Di tutto ciò gli scritti del Nuovo Testamento sono testimonianza perenne e divina.

Cultura e Religione

Nel corso di aggiornamento di Pozza di Fassa 2009 viene avviata la sperimentazione del nuovo testo di IRC “Cultura e Religione”.
La sperimentazione coinvolge venti docenti della scuola secondaria di secondo grado.
Si tratta di una sperimentazione non solo del testo ma anche dei nuovi strumenti on-line che dovranno affiancare i libri di testo.
Chiediamo la vostra collaborazione per collaudare e correggere questa nuova strumentazione, nella consapevolezza che stiamo creando qualcosa di nuovo e di originale che nel prossimo futuro aiuterà i nostri studenti nell’apprendimento della Religione Cattolica.

Sperimentazione di un nuovo testo con nuovi strumenti.

Nel corso di aggiornamento di Pozza di Fassa 2009 viene avviata la sperimentazione del nuovo testo di IRC “Cultura e Religione”.
La sperimentazione coinvolge venti docenti della scuola secondaria di secondo grado.
Si tratta di una sperimentazione non solo del testo ma anche dei nuovi strumenti on-line che dovranno affiancare i libri di testo.
Chiediamo la vostra collaborazione per collaudare e correggere questa nuova strumentazione, nella consapevolezza che stiamo creando qualcosa di nuovo e di originale che nel prossimo futuro aiuterà i nostri studenti nell’apprendimento della Religione Cattolica.

Cultura e Religione

Nel corso di aggiornamento di Pozza di Fassa 2009 viene avviata la sperimentazione del nuovo testo di IRC “Cultura e Religione”.
La sperimentazione coinvolge venti docenti della scuola secondaria di secondo grado.
Si tratta di una sperimentazione non solo del testo ma anche dei nuovi strumenti on-line che dovranno affiancare i libri di testo.
Chiediamo la vostra collaborazione per collaudare e correggere questa nuova strumentazione, nella consapevolezza che stiamo creando qualcosa di nuovo e di originale che nel prossimo futuro aiuterà i nostri studenti nell’apprendimento della Religione Cattolica.

Benevenuti nella nuova area di INTERSCAMBIO

PRIME INDICAZIONI Per entrare nella parte della rivista riservata usare il link: http://www.rivistadireligione.it/culturaereligione.htm    Per entrare nella amministrazione dell’area INTERSCAMBIO/ culturaereligione entrare nella rivista http://www.rivistadireligione.it/default.aspx cliccare login inserire la propria mail insrire la propria password si aprirà la home di RR in alto troverete ammnistrazione cliccare entrerete nell’amministrazione cliccate nuova Da semttebre partiremo ufficialmente.
Premettrere al titolo dell’articolo il numero: 1 = testo 2 = strumenti di lavoro (test, questionari) 3 = Immagini coommetate 4 = video, filmati 5 = commenti e proposte ….non dovrebbe essere possibile per me modificare il tuo articolo! Un augurio di buon lavoro a tutti i coraggiosi sperimentatori.
Sembra complicato, ma in  realtà è molto semplice ed è sempre la stessa procedura.
Sperimenteremo a Pozza insieme.
Proverete da soli la sera o nelle pause di lavoro.
A casa continuerete a provare mettendo sempre PROVA nel titolo degli articoli.

Ralf Gustav Dahrendorf

La scomparsa di Ralf Gustav Dahrendorf merita la grande attenzione che ha suscitato, ma è necessario che del tempo scorra per consentire alla meditazione di avere la meglio sull’emozione.
È invece possibile dire subito alcune delle ragioni per le quali è opportuno che il pensiero torni con pazienza sul lascito di questo grande tedesco del Novecento.
Ralf Gustav Dahrendorf è stato uno dei migliori interpreti della eredità di Max Weber.
Interprete e non ripetitore o semplice continuatore.
A differenza di tanti altri, e innanzitutto di Marx e dei vari marxismi, Dahrendorf, sulle orme di Weber, ha rifiutato e contestato con successo ogni spiegazione monofattoriale dell’agire umano, della vicenda sociale, dei processi storici (ciò sin dalla sua prima opera, del 1957, Classi e conflitto di classe nella società industriale, in Italia presso Laterza).
Egli ha inteso combattere strenuamente l’ideologia, ogni ideologia, con la scienza e nella scienza.
Perciò tra le sue pagine troviamo ricerche e studi rilevanti per il dibattito sociologico, per quello economico, per quello filosofico, per quello storico, per quello politologico.
Per questa stessa ragione troviamo nella ricerca di Dahrendorf una vigilanza metodologica ed epistemologica costante.
Questo spirito lo ha reso sempre disponibile alla critica, critica che non mancherà neppure d’ora in avanti, ma che testimonierà anche della grandezza scientifica ed etica di questo autore che ha cercato di evitare i fumosi nascondigli dell’ideologia.
Allo stesso tempo, merita notare che una tale vastità di interessi e una tale complessità di prospettive non l’ha reso un eclettico, e neppure un pensatore da “terze vie”.
In uno dei grandi eventi della storia culturale europea del Novecento, il confronto tra “razionalisti critici” e “francofortesi” svoltosi agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso (si veda Dialettica e positivismo in sociologia, Einaudi), Dahrendorf – pur mantenendo equilibrio e autonomia – è chiaramente tra i primi (capofila Popper, mentre tra i secondi, capofila Adorno, compare tra gli altri Habermas).
Attento alle ragioni altrui, Dahrendorf ci lascia un lungo e ricco magistero che funge per noi da baluardo contro ogni deriva totalitaria, anche apparentemente “dotta” o “dialettica”.
Ricorrendo a un suo schema, Dahrendorf ha costantemente usato delle ragioni offerteci da Kant contro i pericoli della ben viva eredità hegeliana.
Se facciamo appena un passo indietro e sull’opera di Dahrendorf guadagnamo una prospettiva più larga, scorgiamo subito una seconda ragione per la quale essa merita schietto e paziente interesse.
L’opera (e la vita stessa) di Dahrendorf si svolge principalmente – ma non esclusivamente – a cavallo del Canale della Manica.
Tedesco, Dahrendorf studia, insegna e si affianca nella ricerca alla comunità scientifica britannica e più in generale anglosassone (per qualche verso qualcosa di simile era avvenuto con Popper, e avverrà ancora con Niklas Luhmann).
Dahrendorf ha cioè saputo riconoscere la varietà per lo meno duplice della cultura europea e della modernità europea.
Come pochi altri ha conosciuto e ha saputo relativizzare l’eredità del razionalismo francese e dell’idealismo tedesco.
Non ha ridotto a questa sola corrente la propria comprensione dell’illuminismo e della modernità, ma, prima ancora di preferirla, ha riconosciuto pari dignità all’altra variante dell’illuminismo e della modernità europea, quella critica, ben più diffusa a Nord e a Sud della Manica (un Sud – l'”Europa continentale” – che spesso tende a spacciarsi come l’intero dell’Europa e della sua cultura invece di rassegnarsi a esserne solo una parte).
In questo senso, Dahrendorf è stato un “europeo”, forse – credo – un grande “europeo”, certamente un vero europeo.
In terzo luogo, nella sua lunga vita – era nato ad Amburgo nel 1929 – Dahrendorf è stato uomo di pensiero, ma anche uomo di azione e di amministrazione (di istituzioni politiche e di istituzioni scientifiche).
Da parlamentare, o da membro della Commissione europea, da componente di qualificatissime commissioni internazionali o da guida di prestigiose istituzioni accademiche, Dahrendorf ha fatto politica nella accezione più piena del termine, da liberale (più nel senso inglese che in quello franco-tedesco del termine).
Mai è stato “intellettuale organico”, mai “indipendente” nelle fila di qualche partito, mai ha pensato l’agire come una applicazione della ideologia.
In questo senso potrebbe essere d’aiuto avvicinare il suo profilo a quello di don Luigi Sturzo.
Dahrendorf ha affrontato e gestito la sfida della prassi anche come sfida alle proprie idee, e le sue esperienze hanno puntualmente lasciato un segno nel suo pensiero.
Infine, Dahrendorf, si è sempre distinto, anche rispetto agli intellettuali della sua stessa scuola, per la capacità di ascolto delle ragioni degli avversari culturali e politici, e per l’attenzione al dato empirico.
Lui, che aveva annunciato “la fine del secolo socialdemocratico”, che aveva intuito che nel xxi secolo le democrazie avrebbero conosciuto una competizione sostanzialmente ridotta alla sfida tra “liberali di destra e liberali di sinistra” – segno di una affermazione senza precedenti della libertà e delle sue istituzioni, della democrazia, del mercato, in una parola della “società aperta” – negli ultimi anni ci ha più di una volta sorpreso rimettendo in discussione, raffinando, criticando e riformulando queste ipotesi, anticipando senza abiure il travaglio intellettuale e politico cui tutti ci espone la crisi economica (e non solo economica) nella quale siamo immersi.
In conclusione, è difficile negare che si tratti di ragioni molto forti per tornare a meditare i testi e le scelte di Dahrendorf.
Nel frattempo, mi sembra, siano sufficienti a raccomandare una speciale attenzione al tedesco divenuto cittadino britannico e poi nominato Lord dalla Regina Elisabetta ii, al professore di Amburgo, Tubinga e Costanza successivamente guida della London School of Economics e successivamente del Saint Antony College dell’università di Oxford e poi ancora docente a Berlino, al parlamentare nazionale e membro della Commissione europea, al liberale che ha compreso che le opportunità degli individui crescono insieme a legami religiosi, familiari e associativi.
(©L’Osservatore Romano – 20 giugno 2009)

Valutazione nella scuola italiana

I dati Ocse sul sistema di istruzione italiano e le prove Invalsi per l’esame di licenza media di questi giorni mettono in evidenza una situazione tipicamente nostrana: docenti e studenti non sono ancora abituati all’uso delle prove oggettive per valutare i livelli di competenza raggiunti.
Anche se le prove di ieri per l’esame di licenza, a quanto sembra, sono andate complessivamente bene, resta il dato di fondo che l’uso delle prove oggettive di rilevazione delle competenze, a differenza di quanto avviene da tempo nella maggior parte degli altri Paesi, non fa parte delle abitudini di casa nostra.
E la non dimestichezza con l’uso delle prove strutturate finisce anche per limitare il miglior conseguimento degli esiti finali delle prove stesse.
Il ministro Gelmini, nell’annunciare la sua intenzione di estendere l’idea della prova scritta nazionale anche all’esame di Stato, ha aggiunto che questo può servire a rendere usuale e familiare l’impiego delle prove oggettive, utilizzate in modo generalizzato nei Paesi dell’Ocse.
In effetti, in vista della prova nazionale, le scuole tendono a prepararsi seguendo le prove degli anni precedenti, conseguendo, in tal modo, una familiarità con quello strumento di accertamento.
Va ricordato, comunque, che le rilevazioni degli apprendimenti (quest’anno, oltre alla prova nazionale l’Invalsi ha messo in campo anche la rilevazione degli apprendimenti per le classi seconde e quarte della scuola primaria) hanno soprattutto due altre finalità dirette: conoscere i livelli complessivi di competenza della popolazione scolastica del Paese e offire uno strumento di analisi e di autovalutazione per le singole scuole.
Nel primo caso si può avere una conoscenza scientificamente corretta del “prodotto” del sistema di istruzione; nel secondo caso, con la restituzione degli esiti delle prove, si offre l’opportunità a ciascuna scuola di analizzare la propria situazione e di autovalutarsi, con la possibilità, quindi, di migliorare la propria offerta formativa e di ricercare strategie di apprendimento più efficaci.
——————————————————————————– tuttoscuola.com