Categoria: Sperimentazioni
Un progetto che rende migliore la scuola
- Con i membri della tua classe create una squadra.
- Leggete con attenzione il regolamento e l’allegato che definisce i criteri di valutazione del progetto.
- Scegliete un docente responsabile della squadra e chiedetegli di iscrivere la classe al concorso (ciascun responsabile compilerà l’apposito modulo inserendo tutti i dati richiesti).
- Raccogliete le schede allegate ai CUD. Maggiore sarà il numero di schede CUD raccolte, più punti potrete conquistare e salire così in classifica.
- Compilate il Project Plan e caricatelo sul sito entro la mezzanotte del giorno 31/05/2013.
Per aumentare il punteggio della vostra squadra e concorrere al Premio del Pubblico, create un VIDEO che illustri le idee del vostro progetto e caricatelo sul sito prima della chiusura del concorso. Coinvolgete tutti i vostri amici nella votazione del video preferito. Possono esprimere il loro voto fino a mezzanotte del 30/06/2013!
Terminata l’iscrizione, troverete tutti i documenti che vi servono (liberatorie, autorizzazioni, schema di ricevuta per il Caf, lettera di presentazione per i giovani registrati a firma del Servizio, etc.) da scaricare nella sezione del profilo. I progetti saranno valutati da una giuria in base agli obiettivi e ai criteri fissati nel bando.
Lo scopo del Project Plan è quello di dimostrare l’impatto sociale del progetto sulla scuola e gli abitanti del quartiere dove sorge la scuola.
Rispondere con accuratezza alle domande del Project Plan può aumentare il punteggio della squadra fino a 100 punti. Il Project Plan deve essere accompagnato dai moduli B e C.
I contenuti del video che suggeriamo sono:
- presentazione del progetto;
- descrizione del valore sociale del progetto (basato sui bisogni della scuola/territorio);
- presentazione della squadra e degli obiettivi da raggiungere.
Il Premio del Pubblico è cumulabile con gli altri premi.
Il video deve essere accompagnato dai moduli B e C.
Nel caso in cui le scuole vincitrici del premio del pubblico siano di Roma, il premio può essere convertito in un viaggio in un’altra città italiana da concordare con il Servizio Promozione.
Seminario di studio su IRC e scuola dell’infanzia
Strategie per prevenire e combattere il disagio scolastico
Si è concluso con un ampio consenso il XXI incontro formativo intitolato ‘Territorio, patto educativo e strategie per una didattica del successo nella scuola primaria’ svoltosi mercoledì 10 e giovedì 11 ottobre all’Auditorium del Comune di San Benedetto del Tronto e diretto dalla sociologa Giuditta Castelli con il supporto tecnico del giornalista Emiliano Corradetti.
Due giorni dove i relatori, dall’alto delle loro esperienze, hanno offerto consigli e guidato docenti e genitori nel loro difficile compito di educatori.
L’obiettivo del progetto è, infatti, quello di potenziare le abilità comunicative e relazionali dei genitori, dare indicazioni normative, pedagogiche e metodologiche ai docenti al fine di prevenire il disagio scolastico e i comportamenti ad esso collegati.
L’evento autorizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale quale progetto formativo per i docenti, è nato dalla collaborazione fra gli assessorati all’ambiente e alla cultura del Comune di San Benedetto del Tronto, la Helios onlus, il CSV Marche, il Coordinatore dell’Ambito Territoriale Sociale 21 di San Benedetto del Tronto ed è patrocinato dall’Università degli Studi di Camerino (partner dal 1989).
Uno dei cardini di una didattica del successo è quello di insegnare al bambino a riconoscere e a gestire le proprie emozioni. A tal proposito la giornata del 10 ottobre è stata particolarmente emozionante, poiché si è parlato anche di sentimenti tramite i versi della poetessa urbinate Maria Lenti ed il racconto ‘Cristalli di sale’ della giornalista Rosita Spinozzi, attraverso la magnifica interpretazione dell’attrice Gilda Luzzi.
La Lenti ha approfondito il tema dell’importanza dell’alfabetizzazione alla poesia già dalla scuola primaria, mentre ‘Cristalli di sale’, incentrato sulla parola chiave ‘distacco’ e pubblicato sulla rivista bimestrale d’arte e fatti culturali UT, ha dato il via a una serie d’interventi relativi la dolorosa esperienza del bambino nei confronti del ‘distacco’ vissuto in tutte le sue manifestazioni.
Un racconto dalla indiscussa valenza educativa che, come ha sostenuto la docente Liliana Marzetti della scuola secondaria ‘Sacconi’ di San Benedetto del Tronto, merita di essere inserito nel piano didattico come materia di lettura e riflessione per i giovani studenti. Dalla platea sono sopraggiunte espressioni di gratitudine e richieste di ulteriori incontri e nel contempo dagli addetti ai lavori è arrivata la proposta alla Spinozzi di attivare progetti letterari finalizzati al settore giovanile, di supporto al lavoro dei docenti.
Tantissimi gli intervenuti nelle due giornate tra cui gli assessori Margherita Sorge e Paolo Canducci (i quali non si sono limitati al saluto convenzionale ma hanno seguito sia la preparazione ai lavori che la loro attuazione), il pedagogista Emilio Vita, le psicoterapeute Daniela D’Altorio e Paola Bastarelli, l’avvocato Gabriella Ceneri, tutore e curatore dei minori; l’Ombudsman Italo Tanoni, autorità garante del rispetto dei diritti degli adulti e dei bambini nelle Marche, la psicologa infantile Stefania D’Angelo, la docente Silvana Guardiani per la rete Ecoo-School, la sessuologa Renata Bastiani. Sono intervenuti per il saluto conclusivo il presidente Pietro Colonnella del CORECOM, il past president Giuseppe Capretti e il presidente Luigi Vitali del Club Lions zona C – Ascoli e Valdaso che affiancano il progetto. Un ringraziamento degli organizzatori va all’associazione Jonas di San Benedetto del Tronto e ai docenti delle ISC Nord, e Centro di San Benedetto, di Ripatransone, Petritoli e Monteprandone, dell’ISS “A. Capriotti” di San Benedetto del Tronto.
Il secondo appuntamento è per lunedì 22 Aprile 2013 “Giornata mondiale della Terra”, sotto la presidenza dell’ ispettrice Maria Teresa Mircoli Castagna e la direzione di Giuditta Castelli. Nel corso della giornata saranno premiati anche i partecipanti della XXI rassegna nazionale “Helios Festival – Settimana dell’amicizia fra i popoli”, progetto al quale ha già aderito anche la rete Eco-School. Info: www.heliosnews.it
Indagine OCSE: cresce in Europa l’età media degli insegnanti
Bilanci per l’istruzione non adeguati ai tempi; invecchiamento medio della categoria degli insegnanti; squilibrio tra maschi e femmine tra gli iscritti negli atenei.
Sono tre dei problemi rilevati da una indagine dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici) resa nota oggi, che indaga la situazione scolastica nei 34 Paesi aderenti, 21 dei quali Ue.
Secondo la ricerca, oltre il 50% dei docenti di scuola secondaria superiore in Germania e in Italia ha superato i 50 anni di età; in altri cinque Paesi dell’Unione (Austria, Repubblica ceca, Estonia, Paesi Bassi, Svezia) il dato è oltre il 40%.
Ocse esprime preoccupazione anche per la “disparità tra i generi”: la relazione segnala che “quasi un terzo di donne in più rispetto agli uomini si iscrive all’istruzione universitaria nell’Ue”.
Permane poi la questione delle risorse finanziarie investite nell’educazione. Androulla Vassiliou, commissario europeo per l’istruzione, commenta: “Gli Stati membri dell’Ue riconoscono che l’investimento nell’istruzione è essenziale per il futuro d’Europa e per la sua prosperità nel lungo periodo. Dai dati emerge che il costo dell‘istruzione è di gran lunga controbilanciato dai vantaggi che se ne traggono. Non abbiamo però motivo di essere troppo soddisfatti: la relazione evoca anche la necessità di riforme per modernizzare l’istruzione e renderla più attraente sia agli occhi degli studenti che degli insegnanti”.
CEI-MIUR: intesa sull’insegnamento della religione cattolica
Ridefinire il profilo di qualificazione professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica, armonizzando il percorso formativo richiesto per l’insegnamento della religione cattolica con quanto previsto, oggi, per l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado in Italia.
Definire una nuova versione delle indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, sulla base dei rinnovati documenti che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha elaborato in un quadro di riforma dell’intero sistema educativo di istruzione e formazione (licei, istituti tecnici, istituti professionali, percorsi di istruzione e formazione professionale).
Sono questi, in sintesi, gli obiettivi della duplice intesa che è stata firmata giovedì 28 giugno a Roma, presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana, dal Card. Angelo Bagnasco, per la CEI, e dal Ministro Francesco Profumo, per il MIUR. L’accordo, raggiunto al termine di un percorso all’insegna del dialogo e della collaborazione, consolida ulteriormente l’armonioso inserimento dell’insegnamento della religione cattolica nei percorsi formativi della scuola italiana.
“Nella consapevolezza che, come ha sottolineato Benedetto XVI, «la dimensione religiosa è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita» (Discorso agli insegnanti di religione cattolica, 25 aprile 2009), auspico – ha affermato il Card. Bagnasco – di vedere quanto prima i frutti di bene che scaturiranno da questo rinnovato accordo, conscio dell’impegno delicato in vista della maturazione integrale delle persone degli alunni e grato per il lavoro costante e professionale di tutta la comunità educante della scuola, ivi compreso l’impegno professionale degli insegnanti di religione cattolica”.
Il saluto del Cardinale Bagnasco
ARTICOLI CORRELATI:
La scuola nel cuore Il significato della firma delle due intese tra Chiesa e Governo sull’Irc Alberto Campoleoni |
Una nuova intesa, anzi due, sull’insegnamento della religione cattolica (Irc). Ieri, 28 giugno, le hanno firmate, come previsto dalle procedure di derivazione concordataria, il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco. I due testi riguardano questioni differenti ma ugualmente importanti. Il primo, una vera modifica dell’Intesa Cei-Mpi del 1985, seguita al “Nuovo concordato” del 1984, aggiorna i profili di qualificazione professionale dei docenti di religione. Una modifica che si è resa necessaria negli ultimi anni per armonizzare il percorso formativo richiesto agli Idr con quanto previsto, oggi, per l’insegnamento nelle scuole italiane. La logica di fondo, già ben presente nel 1984 e 1985, è quella di garantire docenti preparati, veri professionisti della scuola, che possano operare con competenza e qualità all’interno dell’istituzione pubblica. È, questo, un portato proprio del Nuovo Concordato, che a suo tempo, ridefinì l’insegnamento cattolico in senso propriamente scolastico e permise di indicare titoli di studio precisi per i docenti. Una logica che è proseguita fino al riconoscimento del ruolo giuridico dei docenti di religione: professionisti della scuola, come i colleghi delle altre materie. Una logica, ancora, che sostiene il capillare e continuo impegno di formazione in servizio organizzato sia a livello nazionale, sia locale, per gli Idr. Ora i titoli di accesso alla professione (si partirà del 2017) sono aggiornati ai cambiamenti avvenuti nei percorsi formativi universitari e in linea con le nuove istruzioni sugli Istituti superiori di scienze religiose. La seconda intesa appena firmata riguarda, invece, le nuove indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, sulla base dei rinnovati documenti che il Miur ha elaborato in un quadro di riforma dell’intero sistema educativo d’istruzione e formazione. Sono, attesissimi, i “nuovi programmi” per le scuole superiori che in questi anni hanno sofferto un periodo di “vacanza” dovuto anche al continuo mutare degli orientamenti circa la riforma scolastica. Il cardinale Bagnasco ha spiegato come le indicazioni si sono rese necessarie tenuto conto “del nuovo assetto dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, nonché dei percorsi d’istruzione e formazione professionale”. Per questo le nuove indicazioni sono state differenziate “in modo tale da rispecchiare al meglio il carattere e l’impostazione culturale di ciascuna tipologia di scuola e del particolare ordinamento dell’istruzione e formazione professionale”. E qui sta il nodo di fondo: l’Irc, anche attraverso questi ultimi passaggi, si conferma attento alla scuola, al suo servizio, come ha ricordato ancora al momento della firma il cardinale Bagnasco. E lo ha sottolineato anche il ministro Profumo, in un inciso, ricordando come anche molti alunni stranieri (in questi anni aumentati in modo esponenziale) scelgano di avvalersi dell’insegnamento cattolico. Sono persone di culture diverse, che tuttavia decidono (“circa la metà”) di frequentare l’Irc, “confermando – dice il ministro – la natura scolastica di questa disciplina, a prescindere dall’appartenenza religiosa personale”. Davvero non è poco. |
Seminario degli sperimentatori dell’Irc nel II Ciclo – Maggio 2012
Si svolge martedì 29 maggio 2012, presso la sede CEI di Via Aurelia 796 in Roma, l’incontro conclusivo della sperimentazione sulle Indicazioni per l’Irc nel Secondo Ciclo.
All’incontro parteciperanno gli Idr Sperimentatori nella Scuola Secondaria di 2° grado indicati a suo tempo dai Responsabili Regionali dell’Irc. Per l’occasione sono stati invitati i membri del Gruppo di Supporto dell’Irc nel 2° Ciclo, i quali hanno accompagnato il percorso di sperimentazione.
Sarà importante, dunque, non solo evidenziare le linee fondamentali emerse dalla sperimentazione, ma anche suggerire possibili sviluppi della progettazione educativo-didattica che abbiano un particolare riferimento all’attuale assetto diversificato per tipo di scuola in cui l’Irc deve essere pienamente inserito.
E’ possibile scaricare il programma. E’ disponibile on line la circolare di esonero del MIUR.
Sulle orme di don Tonino Bello
Upsini in giro per l’Italia: sui passi di don Tonino Bello
Il dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica della nostra Università ha organizzato per il week-end del 1° Maggio un viaggio-studio nei luoghi del Salento.
Mossi sui passi e sulle parole di don Tonino Bello, Vescovo della Chiesa e Servo di Dio, ha percorso in lungo ed in largo il territorio pugliese salentino, arrivando fino alle coste di Santa Maria di Leuca dove il Mar Ionio si tuffa in quello Adriatico.
Un viaggio dalle tonalità rilassanti per tutti i partecipanti al viaggio che nel clima fraterno e umano, instauratosi fra le mura accademiche, sono riusciti a vivere questi tre giorni intensamente. Non solo Lodi e Vespri recitati sull’autobus ma canti di gioia e chiacchierate fra le più vivaci negli spostamenti da una città ad un’altra.
Un viaggio studio che non sarà ricordato solamente per i sorrisi e le lacrime sprigionate dai partecipanti al saluto delle famiglie ospitanti ma anche per la massima disponibilità degli organizzatori che con maestrìa e competenza territoriale hanno predisposto (in maniera impeccabile) un fitto programma d’escursione.
Fra i presenti anche alcuni studenti dei corsi di laurea di Psicologia, Pedagogia e anche di Comunicazione Sociale che relazionandosi hanno avuto modo di conoscere la figura di don Tonino Bello, le sue attività pastorali, la sua attenzione ai poveri e agli emarginati e la grande volontà di ricerca della pace per un’educazione non violenta basata sulla creatività e libertà dell’uomo.
Toccante il momento della visita al cimitero dove è sepolto il vescovo pugliese; uno fra quelli più silenziosi. Arrivati nella Capitale in serata: stanchi del viaggio ma allo stesso tempo arricchiti
Articolo di Tonino Garufi
Proponiamo un celebre messaggio di Don Tonino sull’educazione alla povertà
“L’educazione alla povertà è un mestiere difficile. Forse per questo il Maestro ha voluto riservare ai poveri la prima beatitudine.
Non è vero che si nasce poveri. Poveri si diventa, dopo lunghe fatiche ed estenuanti esercizi.
Questa della povertà è una carriera, e tra le più complesse. Richiede un tirocinio tanto difficile, che il Signore Gesù si è voluto riservare direttamente l’insegnamento di questa disciplina.
Perché alla povertà ci si educa e ci si allena.
Povertà è annuncio.
La ricchezza della terra non è maledetta, è buona. Però, c’è una cosa ancora più buona: la ricchezza del Regno. Ecco il punto. Farsi povero non deve significare disprezzo della ricchezza, ma dichiarazione solenne che il Signore è la ricchezza suprema.
Povertà è rinuncia.
Il cristiano rinuncia ai beni per essere più libero di servire. Spogliarsi per lavare i piedi, come fece Gesù. Chi vuol servire deve rinunciare al guardaroba. Chi desidera stare con gli ultimi, deve alleggerirsi dei “tir” delle sue stupide suppellettili. E’ la gioia, che connota la rinuncia cristiana.
Povertà è denuncia.
Di fronte alle ingiustizie del mondo, il cristiano non può tacere.
Non può tacere dinanzi allo spreco, al consumismo, alla dilapidazione delle risorse ambientali.
Quale voce di protesta il cristiano può levare? Quella della povertà!
La povertà è condivisione della propria ricchezza.
“Se hai due tuniche nell’armadio, una appartiene ai poveri”. Non possiamo permetterci i paradigmi dell’opulenza, mentre i teleschermi esibiscono i misteri dolorosi di tanti fratelli crocifissi.
L’educazione alla povertà è un mestiere difficile.
Forse è proprio per questo che il Maestro ha voluto riservare ai poveri, ai veri poveri, la prima beatitudine.”
+ Tonino Bello
L’abbandono e la dispersione scolastica… riflessioni da un convegno
L’abbandono e la dispersione scolastica sono stati al centro del convegno nazionale del Msac (Movimento studenti di Azione Cattolica), “Se mi lasci non vale”, che si è tenuto a Napoli dal 20 al 22 aprile.
L’obiettivo del “Mo.Ca” (il Movimento in cantiere) è stato “indagare le cause ma, soprattutto, elaborare idee per una scuola che sia vera palestra di vita, che insegni ad amare la cultura e dia senso e sapore allo studio dei più giovani”.
Tempi tristi. Con Franco Venturella, provveditore di Vicenza, è stato analizzato il tema della “Scuola che perde”. Ma quali sono i punti deboli del nostro sistema di istruzione? Per Venturella, “la scuola perde quando non la sentiamo inserita nel nostro progetto di vita, quando non educa al rispetto degli altri e delle istituzioni, quando si chiude nel nozionismo, ritenendo la cultura qualcosa di effimero”. Quando la scuola non riesce ad appassionare i giovani, i risultati si vedono. Così a Speranzina Ferraro, della Direzione generale per lo studente del Miur (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), è toccato offrire qualche dato sull’abbandono e sulla dispersione scolastica. Innanzitutto, ha precisato Ferraro, “in Italia il concetto di dispersione scolastica racchiude diversi fenomeni”, mentre “l’abbandono scolastico fa riferimento a tutte le forme di abbandono dell’istruzione e della formazione prima del completamento dell’istruzione secondaria superiore o dei circuiti di formazione professionale”. Ferraro ha ricordato che “nel giugno 2002 il Consiglio Ue ha adottato la strategia ‘Europa 2020’. Uno dei 5 grandi obiettivi è la riduzione, entro il 2020, del tasso di abbandono scolastico nell’Ue a meno del 10%”. In questo tempo “ci sono stati progressi, mentre in Europa il tasso medio è del 14%, in Italia è del 19,2%. Il numero in termini assoluti di giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni che abbandonano la scuola è di circa 190–200 mila”. La maglia nera per il numero di studenti che nell’anno scolastico 2006/2007 hanno abbandonato gli studi va alla Campania: “Sono più di 7.000 studenti. Subito dopo segue la Sicilia con 6.000 abbandoni, poi la Puglia, seguita da Lombardia e Sardegna”. Un momento centrale della seconda giornata è stato il confronto dei partecipanti con Marco Rossi Doria, sottosegretario al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
I risultati dei laboratori. Nell’ultima giornata dei lavori è stata presentata la sintesi dei lavori dei laboratori, centrati su tre temi: cultura della valutazione, orientamento e scuole aperte. Per quanto riguarda il primo, spiega al Sir Elena Poser, segretaria nazionale del Msac, “talvolta un brutto voto o una valutazione data con leggerezza possono cambiare la vita degli studenti, tanto da compiere persino atti sconsiderati”. In realtà, “la valutazione dovrebbe analizzare le conoscenze, le competenze ma anche prendere in considerazione il punto di partenza e il punto di arrivo di ogni studente”. Inoltre, occorrerebbe “dare maggior peso ai crediti formativi e imporre una scala di valutazione da 1 a 10 per poter far sì che scattino realmente gli scaglioni per l’acquisizione dei crediti”. Ci dovrebbe essere, poi, “un’esplicitazione dei criteri sulla base dei quali si è valutati”. Rispetto al tema dell’orientamento, sono stati sottolineati alcuni aspetti: in entrata, la necessità di “un percorso di diversi incontri suddivisi in fasi”, “l’aiutare i ragazzi a far discernimento, “l’accompagnamento in itinere, nei primi anni di superiori”; in uscita, “incontri-testimonianze con studenti e lavoratori”, “esperienze concrete”, “informazione a 360°” per una scelta consapevole. Infine, il laboratorio sulle scuole aperte, ha messo in evidenza che questo tipo di progetto “per i genitori deve servire a sensibilizzare per incoraggiare sempre i propri figli” e “per gli studenti farli sentire cittadini responsabili e coltivare i propri sogni”. Tra le proposte concrete emerse, ci sono “attività per educazione alla cittadinanza, educazione alla conoscenza del territorio, valorizzazione delle strutture e degli strumenti delle scuole”, “punti d’incontro tra genitori e docenti per creare confronto e formare una vera comunità scolastica”.
Esperienze sul territorio. Sempre domenica 22 aprile c’è stata la presentazione dei maestri di strada e del consorzio “Agrorinasce”. “Con loro – racconta Poser – abbiamo fatto conoscenza con realtà che ogni giorno si occupano di lotta alla dispersione scolastica e alla legalità nelle scuole. Ai nostri ospiti abbiamo provato a chiedere gli ingredienti di una ricetta per la realizzazione di progetti che possano davvero permettere al territorio e alle scuole di crescere”. Fra le altre cose, continua la segretaria nazionale del Msac, “ci hanno detto che sicuramente è essenziale fare un’analisi oggettiva del territorio dove si abita e dove si vuole operare, dopo di che è utile mettere in rete diversi soggetti (associazioni, enti locali…) che possano lavorare insieme. Hanno, però, anche evidenziato come un limite rilevante per lo sviluppo di tali progetti sia, soprattutto oggi, il reperimento di fondi e risorse perché questi progetti possano essere realmente realizzati oltre alla visibilità che a questi viene attribuita”.
Articolo del 23 Aprile 2012
Inclusione scolastica dei bambini disabili.. un progetto in Libano
Proponiamo la visione di una iniziativa formativa interessante…
Un progetto pilota per l’inclusione dei bambini disabili nel sistema scolastico libanese. Finanziato dal ministero degli Affari esteri, vuole migliorare le capacità di inclusione dei bambini disabili nelle scuole del Libano, aumentandone il rendimento generale e favorendo una maggiore capacità di integrazione sociale. Le aree di intervento saranno la Regione del Nord, il Distretto di Beirut e la Regione del Sud. Sarà l’ong italiana Gvc, in accordo con le istituzioni scolastiche, ad occuparsi della preparazione tecnica (capacity building) dei soggetti che si rapportano con i bambini disabili attraverso la formazione di formatori, all’inizio, e la formazione professionale, in una seconda fase. Il percorso prevede la elaborazione di una figura professionale altamente qualificata, l’educatore speciale, fulcro dell’inserimento del bambino disabile. Le scuole interessate dagli interventi saranno fornite di equipaggiamenti e materiali didattici e specialistici d’avanguardia, con l’acquisto di attrezzature specifiche per ipovedenti, in particolare di 3 software Supernova e di 6 tastiere Perkins Braille; saranno inoltre acquistati computer e diversi materiali didattici. Sono inoltre previste opere murarie, ove necessario, per l’abbattimento delle barriere architettoniche esistenti. Ad usufruire dell’intervento 6 scuole pubbliche primarie.