La Cemcs organizza due corsi sulla progettazione nella comunicazione sociale

La Commissione episcopale per i mezzi di comunicazione sociale (Cemcs) della Conferenza episcopale spagnola propone due corsi estivi in comunicazione sociale, organizzati in collaborazione con l‘Università Pontificia di Salamanca (Upsa).

I corsi offrono un sostegno formativo in materia di comunicazione a sacerdoti, insegnanti, catechisti e operatori pastorali affinché a loro volta formino altri.

“Identità, comunicazione e interazione nelle reti sociali” è il tema del primo corso estivo che la Cemcs ha organizzato questa settimana. Il programma del corso fornisce le conoscenze di base della comunicazione e dell’interazione in un ambiente on line. Si affrontano anche le caratteristiche principali e gli strumenti di social network, blog e microblogging. E rende più facile progettare un progetto di comunicazione sui social network.

La prossima settimana il corso estivo proposto è “Progettazione e sviluppo di progetti on line con WordPress”. Con quest’iniziativa la Cemcs spera che “si acquisiscano le basi concettuali e tecniche per elaborare progetti professionali di comunicazione on line in modo efficace”.

L’obiettivo dei due corsi è anche “arricchire la formazione degli studenti delle facoltà di comunicazione, teologia, sociologia e scienze umane”.

SIR del  3/7/12

“percorsi di vita”: un progetto dei salesiani contro l’esclusione sociale

Si è concluso sabato 23 giugno con il Convegno Incontro previsto alle ore 11.00 presso la Sala don bosco di Via Marsala 42 a Roma, il progetto Percorsi di Vita promosso dall’Associazione Nazionale CGS in partenariato con il TGS e la Fede-razione nazionale SCS, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (L. 383/2000 – Direttiva annualità 2010).

Il progetto ha offerto nel periodo 2011 – 2012 la possibilità a 12 realtà locali presenti sul territorio nazionale di misurarsi con il tema della povertà in una azione – intervento a favore dei minori. 

Il progetto “Percorsi di vita” nasce dalla domanda di percorsi di animazione culturale riferiti alla produzione audiovisiva, all’animazione di turismo sociale che facilitino l’acquisizione di abilità di affrancamento per cittadinanza attiva e che superino lo stato di “povertà” del mondo dell’adolescenza e dei giovani nella società contemporanea.
Si è articolato nella proposizione di esperienze di narrazione audiovisiva e di turismo sociale rivolte a quei ragazzi che vivono l’esperienza dell’esclusione sociale, e/o di migranti, che si aggregano nei gruppi informali, già rilevati dagli operatori e dagli animatori nelle articolazioni territoriali delle Associazioni Nazionali CGS e TGS.

Il Progetto è stato implementato in 8 regioni e 11 Comuni tra le quali 4 regioni e 5 comuni del Sud Italia. 
L’intervento ha avuto l’Obiettivo Generale di valorizzare l’esperienza aggregativa come fattore di superamento delle condizioni di povertà nelle quali vivono le giovani generazioni. Tale superamento è stato sperimentato attraverso i codici della comunicazione contemporanea (audiovisiva e digitale) e le attività proposte di turismo sociale. Oltre 180 i ragazzi che hanno partecipato al percorso. Oltre 2.000 coloro che hanno seguito la rassegna itinerante.

ATTIVITÀ PRINCIPALI
1.    formazione degli operatori coinvolti
2.    la rassegna cinematografica
KAKÀ SHIRIN, STUDENTE LAVORATORE di Beppe Gaudino, Isabella Sandri, PIAZZÀTI di Giorgio Di-ritti, YARAPA di Franck Provvedi
3.    i clip prodotti
IL BINARIO DELLA VITA e UNA SERATA TRANQUILLA CGS LIFE – Biancavilla (CT), IL CANCELLO CGS ATHENAS – Reggio Calabria, L’UOMO NERO CGS CASSIOPEA – Napoli, MIO POVERO DIARIO CGS DON BOSCO – Pomigliano d’Arco (NA), IL VOLANO CGS DORICO – Ancona, FILASTROKKA CGS CRISTALLO – Casale Monferrato (AL), L’ANIMA DI CRISTALLO CGS LA GIOSTRA – Cagliari, PERCORSI DI VITA CGS CLUB AMICI DEL CINEMA – Genova.

Il Progetto ha beneficiato di un finanziamento di 54.000€ con una partecipazione delle Associazioni CGS e TGS pari a 10.800€

Hanno partecipato  al Convegno-Incontro di fine progetto:
Candido COPPETELLI Presidente Nazionale CGS e Massimiliano SPEZZANO Presidente Nazionale TGS; presenteranno il percorso progettuale realizzato a livello nazionale. Andrea IACOMINI Portavoce UNICEF ITALIA, illustrerà l’ultimo Report Unicef sulla povertà tra i bambini e gli adolescenti in Italia. Ernesto G. LAURA Storico del Cinema, insieme a Gianluca ARNONE della Rivista del Cinematografo, esporranno un breve escursus sulla narrazione cinematografica che ha trattato il tema della povertà giovanile. I registi Beppe GAUDINO e Isabella SANDRI presenteranno l’esperienza di KAKÀ SHIRIN, STUDENTE LAVORATORE girato in Afganistan tra il 2003 ed il 2006.
Inoltre gli interventi di Natale Cennamo, Nadia Ciambrignoni, Ima Ganora, Giancarlo Giraud, Et-tore Grimaldi, Demetrio Labate, Federica Lippi, Mariarita Merola animatori e operatori culturali impegnati nel progetto.

“Valorizzare l’esperienza aggregativa come fattore di superamento delle condizioni di povertà nelle quali vivono le giovani generazioni”. Questi gli obiettivi del progetto “Percorsi di vita” promosso daiCircoli giovanili socioculturali dei salesiani (Cgs). I risultati del progetto saranno presentati domani a Roma durante un convegno. A 12 realtà locali presenti sul territorio nazionale il progetto ha offerto nel periodo 2011-2012 la possibilità di misurarsi con il tema della povertà in “un’azione-intervento a favore dei minori ed è nato – spiega Candido Coppetelli, presidente nazionale del Cgs – dalla domanda di percorsi di animazione culturale riferiti alla produzione audiovisiva, all’animazione di turismo sociale che facilitino l’acquisizione di abilità di affrancamento per cittadinanza attiva e che superino lo stato di ‘povertà’ del mondo dell’adolescenza e dei giovani nella società contemporanea”. Il progetto ha proposto esperienze di narrazione audiovisiva e di turismo sociale a quei ragazzi che vivono l’esperienza dell’esclusione sociale. Oltre 180 sono stati i ragazzi che hanno partecipato.(Sir)

Seminario degli sperimentatori dell’Irc nel II Ciclo – Maggio 2012

Si svolge martedì 29 maggio 2012, presso la sede CEI di Via Aurelia 796 in Roma, l’incontro conclusivo della sperimentazione sulle Indicazioni per l’Irc nel Secondo Ciclo.

All’incontro parteciperanno gli Idr Sperimentatori nella Scuola Secondaria di 2° grado indicati a suo tempo dai Responsabili Regionali dell’Irc. Per l’occasione sono stati invitati i membri del Gruppo di Supporto dell’Irc nel 2° Ciclo, i quali hanno accompagnato il percorso di sperimentazione.

Sarà importante, dunque, non solo evidenziare le linee fondamentali emerse dalla sperimentazione, ma anche suggerire possibili sviluppi della progettazione educativo-didattica che abbiano un particolare riferimento all’attuale assetto diversificato per tipo di scuola in cui l’Irc deve essere pienamente inserito.

E’ possibile scaricare il programma. E’ disponibile on line la circolare di esonero del MIUR.

Giornalismo e Religione

 

Lo scorso 22 maggio, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana di Roma, si è svolta la presentazione ufficiale del nuovo volume del prof. Giuseppe Costa, curato insieme a Giuseppe Merola e a Luca Caruso, dal titolo Giornalismo e Religione. Storia, Metodo e Testi, edito dalla Libreria Editrice Vaticana. 
Sono intervenuti il Segretario e il Vicesegretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Franco SiddiLuigi Roncisvalle, il Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Angelo Scelzo, e la Presidente dell’UCSI Lazio e giornalista di RaiNews 24 Vania De Luca.
Rivivono in questo volume oltre sessant’anni di informazione sul fatto religioso in Italia.
“Una articolata lettura storica delle vicende, non soltanto ecclesiali, del nostro Paese e del mondo […], un quadro dei temi, problemi e argomenti che interessano l’insieme dell’informazione detta religiosa, i personaggi, le cronache, le tensioni, le emozioni, gli interrogativi” (dalla Prefazione al volume, di Angelo Paoluzi).

Il volume ha inizio con un ampio saggio introduttivo sulla notizia in generale e religiosa in particolare, cui segue una dettagliata ricostruzione storica dal 1950 a oggi attraverso iprincipali avvenimenti della Chiesa. Si apre quindi l’antologia di interviste e articoli, firmati da 63 giornalisti, vaticanisti ma non solo, che in un arco temporale di oltre sei decenni si sono misurati con i temi della fede, della spiritualità, del mondo vaticano. 152 articoli dai quali emerge una profonda varietà stilistica e di pensiero che denota la ricchezza di prospettive e l’interesse suscitato da questo settore del giornalismo, fornendo una cronaca particolareggiata e avvincente di personaggi ed eventi.

Giornalismo e Religione è un’opera destinata a tutti coloro che operano nella comunicazione o si interessano di informazione, che diviene testimonianza del percorso non certo lineare della notizia religiosa e stimolo “a migliorare il servizio alla Verità di quanti sono chiamati a occuparsi di questo genere giornalistico” (dalla Premessa degli Autori).

 

 

Simposio: “Maria Domenica Mazzarello e Giovanni Bosco: un incontro, un carisma condiviso”

 

 

In occasione del 140º dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e cogliendo l’opportunità dell’anteprima del film scritto e prodotto da Sr. Caterina Cangià, «Maìn. La casa della felicità», l’Istituto di Teologia spiritualedella Facoltà di Teologia dell’UPS, in  collaborazione con Sr. Anita Deleidi, docente del corso su Maria Domenica Mazzarello, oggi si è tenuto un incontro di studio sul rapporto tra la Santa e Don Bosco in vista dell’educazione delle giovani.

Il simposio, dal titolo “Maria Domenica Mazzarello e Giovanni Bosco: un incontro, un carisma condiviso” è stato strutturato in due parti. Nella prima, Sr. Anita Deleidi è stata messa in evidenza «la relazione di reciprocità per l’educazione delle giovani tra Maria Domenica Mazzarello e Giovanni Bosco» e Sr. Grazia Loparcomostrerà «l’influsso del modello religioso donboschiano sull’Istituto delle FMA». Nella seconda parte, Sr. Caterina Cangià ha presentato il nuovo film su Maria Domenica Mazzarello, Confondatrice dell’Istituto FMA e ne mostrerà il promo e alcuni stralci. L’incontro si colloca nel cammino di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco (2015) e in prossimità della festa di madre Mazzarello (13 maggio).

Maria Domenica Mazzarello è nata a Mornese (Alessandria) il 9 maggio 1837 da una famiglia di con-tadini, prima di sette figli. A quindici anni si offrì a Dio con voto di verginità. Poco dopo entrò nell’associazione delle Figlie di Maria Immacolata, impegnandosi più a fondo in servizi di apostolato e di carità. L’incontro con Don Bosco, invitato a Mornese da don Pestarino (1864), segnò per lei una tappa de-cisiva. Il Santo, che andava maturando un progetto apostolico per le ragazze, rimase colpito dalla spiritua-lità delle Figlie dell’Immacolata e intravide in Maria Domenica colei che Dio aveva scelto per estendere l’opera di salvezza della gioventù. Nell’incontro tra i due santi – cha non si erano mai visti precedente-mente – si verificò una straordinaria vicinanza di azione e spirito, di ideali e stile educativo. Dalla loro collaborazione nacque l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e prese avvio una via di santificazione improntata su un forte realismo e una sapiente concretezza di vita. Il 5 agosto 1872 Maria Domenica fece, con altre quindici ragazze, la prima professione religiosa. Nello stesso anno venne eletta superiora, ruolo nel quale rivelò insospettati talenti di madre e animatrice.

Si spense all’età di 44 anni (14 maggio 1881) nella Casa madre di Nizza Monferrato (Asti). Fucanonizzata da Pio XII il 24 giugno 1951. Alla sua morte l’Istituto, che aveva solo 9 anni di storia, era diffuso in quattro nazioni (Italia, Francia, Uruguay, Argentina), con 26 case e 200 consorelle. Oggi, a 140 anni della Fondazione, l’Istituto è diffuso in tutti i continenti e conta circa 17.000 membri.

Convegno nazionale: “Comunicare scienza. Comunicare vita”

Il 4 e il 5 maggio, presso il Centro Congressi in via Aurelia 796, a Roma, avrà luogo il IX Convegno nazionale e IX Incontro delle associazioni locali dell’Associazione Scienza e vita, sul tema “Comunicare scienza. Comunicare vita“.

Ad aprire il convegno, venerdì 4 maggio alle ore 15.30, la lectio magistralis di mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei; a seguire una tavola rotonda moderata da Monica Mondo, di TV200, alla quale parteciperanno diversi protagonisti del giornalismo scientifico, tra cui Piero Damosso (Rai), Arnaldo D’Amico (La Repubblica), Francesco Ognibene (Avvenire).

Sabato 5 maggio, mons. Dario E. Viganò, presidente della Fondazione ente dello spettacolo, presenterà una relazione sul tema “Comunicare con il cinema” e la giornata proseguirà con la presentazione di poster e comunicazioni.

Consulta il programma del convegno.

Per informazioni e prenotazioni: prenotazioni@scienzaevita.org

Articolo correlato:

Non la scienza fine a se stessa ma a servizio della vita e del bene comune

di Lucio Romano
Università degli Studi di Napoli Federico II;
Copresidente nazionale Associazione Scienza & Vita

L’incontro si prefigge lo scopo di affrontare un ambito culturale di particolare attualità e costante innovazione. Una due giorni all’insegna della comunicazione per confrontarsi su saperi e competenze: un’occasione per offrire una riflessione di alto profilo sia per modalità e tecniche attraverso cui si comunicano i temi della scienza e della vita, sia riguardo gli aspetti interrogativi di riferimento.

Trattare di modalità e mezzi di comunicazione significa oggi interpretare nuovi bisogni di conoscenze da declinare con tecniche che consentano una fruizione e condivisione più facile e immediata (es.: twitter, facebook, blog, ecc.) con tempi a disposizione sempre più limitati. “Spingendosi a interpretare la Rete come una sorta di cortile dei gentili” (Avvenire; 22.04.2012; p.26), suscita un indubbio interesse il ricorso a nuove classificazioni di “specie” Homo sapiens: homo analogicus o gutemberghiano, homo digitalis 1.0 e homo digitalis 2.0. Sono codificate, poi, altre due “specie” di Homo sapiens: “i nativi digitali puri e cioè le coorti che oggi, almeno nei paesi sviluppati, hanno approssimativamente fino a 16 anni (homo digitalis 2.0), i nativi digitali spuri (homo digitalis 1.0), e cioè le coorti tra i 17 e 25 anni e poi via via sfumando fino ai 40 anni di età oltre la quale tutti tecnoscettici, geek e cyberstruzzi sono sicuramente immigranti digitali” (Il Sole 24 Ore. Domenica; 01.04.2012; p.33).

A fronte di modalità e mezzi sempre più disponibili e dal facile utilizzo perché intuitivi, si ravvede il bisogno – particolarmente avvertito e diffusamente rappresentato – di essere informati obiettivamente così da maturare conoscenze nel complesso mondo del sapere scientifico e del problematico interrogarsi sui temi della bioetica. Certo, la comunicazione sui temi delle biotecnologie e della bioetica – così del biodiritto – intesa come integrazione interdisciplinare della dimensione scientifica e della dimensione antropologico-valoriale, può pagare lo scotto di una maggiore complessità semantica e argomentativa.

Detto in altri termini: mentre la comunicazione della ricerca scientifica si avvale oggettivamente di un linguaggio e di una penetrazione mediatica più immediata, quella inerente i valori antropologici in gioco richiede – altrettanto oggettivamente – tempi maggiori per l’argomentazione e per la riflessione da parte dell’utente in quanto coinvolto direttamente con il sentire interiore (coscienza).

Si rileva favorevolmente che l’attualità della bioetica e della biopolitica ha indotto nei media una specifica attenzione, facendo sì che tematiche dalle rilevanti ricadute sociali e di chiaro interesse pubblico, rientrano nella quotidiana agenda giornalistica. Su altro versante si rimarca una sovrabbondanza d’informazioni, spesso reiterate dagli innumerevoli network. Ciò non consente una reale maturazione in consapevolezza da parte dell’utente: troppa informazione, nessuna informazione. Comunichiamo con nuovi linguaggi, con sintassi spesso sincopata, le abbreviazioni in lettere che sostituiscono le parole, “le emoticon i sentimenti”. Come è stato acutamente sottolineato, “la marea di informazioni sfida le capacità cognitive di ciascuno di noi: non basta leggere e scrivere, bisogna padroneggiare lo sviluppo della conoscenza”. Una notizia, accortamente lanciata per tempi e modalità, si diffonde rapidamente e veicola informazione – come la cronaca ci ha dimostrato spesso – che può ingenerare anche infondate aspettative.

Partendo dalla considerazione che “la rete non è solo un dispositivo tecnico da utilizzare, ma è un luogo antropologico da abitare”, emerge l’esigenza molto avvertita di autorevolezza e rigore nella comunicazione. Sarebbe superfluo, ancora una volta ricordare l’assoluta necessità di una comunicazione rigorosa per argomentazione, obiettiva e plurale: vale a dire non schierata e che non vada a privilegiare solo alcuni aspetti a discapito di altri, certamente non meno importanti. Per meglio dire, integralismi che si vanno a contrapporre a discapito della ricerca della verità, intesa come fine e fondamento della interdisciplinarietà in bioetica. Per il vero questo è argomento e dilemma antico. Per risolvere il quale, possiamo richiamare Aristotele: “dire di ciò che esiste che non esiste, o di ciò che non esiste che esiste, è falso, mentre dire di ciò che esiste che esiste, e di ciò che non esiste che non esiste, è vero” (La metafisica, IV, 7, 1011b).

Comunicare scienza. Comunicare vita” è tema pertinente solo tecniche e modalità? Certamente no. Vuole rappresentare un’occasione di confronto e di dialogo costruttivo non escludente, che inerisce il fondamento dell’integrazione tra saperi: prioritariamente tra scientifico-biomedico e antropologico-valoriale.

Detto in altri termini l’obiettivo è coniugare in maniera virtuosa sapere descrittivo-quantitativo (scienze biomediche) e sapere valutativo-normativo (etica), con riferimento fondativo all’uomo nella sua intangibile unitridimensionalità (corpo, psiche, spirito) e intrinseca dignità. Questo è argomento spesso divisivo ma di cui non si può disattendere la cogente attualità.

Detto con Charles Taylor che “la scienza nel suo progresso non riconosce alcun mistero, soltanto enigmi temporanei”, riformuliamo un interrogativo che lo stesso filosofo canadese, citando lo scrittore contemporaneo Douglas Hofstadter, riporta in una sua opera: “possiamo dare un’adeguata spiegazione dei fenomeni che descriviamo con un linguaggio alto (ad esempio le persone che provano un senso di meraviglia nei confronti dell’universo) interamente in termini di linguaggio basso (quello della scienza postgalileiana)?” (Avvenire. Agorà Idee; 01.04.2012; p.5)

L’interrogativo è una sfida coinvolgente. Una possibile risposta è individuabile sul tema della integrazione e complementarietà delle conoscenze che si fanno saperi comuni e condivisi. Proprio sul tema della complementarietà tra saperi umanistici e ricerca scientifica, spesso posti erroneamente in posizioni di contrapposizione e di reciproche incomprensioni o chiusure apodittiche, è opportuno richiamare il sociologo e filosofo Edgar Morin: “[…] occorre saper unire, connettere, combinare fonti del sapere che rimangono frammentate e separate. Con lo sviluppo della tecno-scienza e della società dell’informazione, diventa cruciale la sfida di quella che in varie occasioni ho chiamato la democrazia cognitiva. […] La cultura umanistica e scientifica hanno le medesime fonti storiche, obbediscono alle stesse regole fondamentali della dialogica argomentativa e della discussione critica, hanno lo stesso ideale etico della conoscenza della verità.” (Il Sole 24 Ore. Domenica; 15.04.2012; p.24).

Dalla democrazia cognitiva emerge poi, la necessità di colmare il gap culturale dato dall’asimmetria informativa, ovvero dalla disparità tra disponibilità di informazioni e comprensione delle stesse. Ancor più si sottolinea l’attualità culturale di una “info-etica” che dia la concreta possibilità di far conoscere la verità sull’uomo.

Queste, in sintesi, le motivazioni e le finalità di “Comunicare scienza. Comunicare vita” e per dirla con Alberto Contri “a dispetto delle sempre troppo facili mitizzazioni, la tecnologia e i nuovi media sono solo un mezzo, mentre quello che conta è il contenuto, la realtà che si comunica”. Direi: la verità globale che si comunica.

ZI12043018 – 30/04/2012

Valorizzare il merito degli insegnanti nelle scuole cattoliche

Seminario di studio       Roma, 5/5/2012

 

Presso: VICARIATO DI ROMA CASA BONUS PASTOR
VIA AURELIA 208—ROMA

 

Negli ultimi anni è sempre più dibattuto il tema del riconoscimento del merito del personale della scuola (ma anche di altre amministrazioni o organizzazioni private).

È innegabile che le capacità e le competenze individuali di chi opera in un sistema possano fare la differenza e garantire la qualità del servizio, definendo – nel bene o nel male – l’immagine della stessa organizzazione. Nel caso di servizi a forte caratterizzazione relazionale, come la scuola, non si possono considerare del tutto intercambiabili gli insegnanti, fissando come criterio di valutazione solo il possesso di titoli di studio e di abilitazione.

La professionalità è inscindibilmente legata alla persona e può variare anche molto, dalla semplice correttezza formale alla vera e propria eccellenza. Un nodo fondamentale è il riconoscimento materiale  del merito che ogni docente acquisisce nello svolgimento del proprio servizio: si può andare dall’incentivo economico alle differenziazioni di carriera. Se da un lato sembra superato l’automatismo dell’avanzamento legato alla sola anzianità di servizio, dall’altro la traduzione di un fattore prettamente qualitativo in termini quantitativi può produrre storture nel sistema inducendo ad applicare strumentalmente le regole solo in vista dei vantaggi economici e tradendo perciò le intenzioni originarie di valorizzazione della qualità.

La scuola cattolica è ancora più attenta al merito, cioè alla qualità, degli insegnanti, perché sono loro che realizzano quotidianamente il progetto educativo.

Tra aspetti giuridici e pedagogici, tra dimensione contrattuale e professionalità educativa, il Seminario intende offrire spunti e discutere idee per migliorare il servizio offerto e le condizioni di lavoro delle scuole cattoliche.

Al mattino il dibattito si confronterà sulle dimensioni “politiche” del problema, ponendo a confronto i maggiori rappresentanti istituzionali del settore. Al pomeriggio saranno alcuni pedagogisti a tracciare il profilo umano e professionale del docente di scuola cattolica.

Scarica Invito

Sito di riferimento: www.scuolacattolica.it

E-mail:csscuola@chiesacattolica.it

 

Presbiteri e sposi sorgente di fecondità educativa per la Comunità Cristiana

Promossa dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI

si terrà a Nocera Umbra dal 27 aprile al 1 maggio 2012 la XIV Settimana nazionale di Studi sulla spiritualità coniugale e familiare dal titolo: “Presbiteri e sposi sorgente di fecondità educativa per la Comunità Cristiana”.

Dopo un primo anno (2009) dedicato al tema «La famiglia cuore della vocazione – Chiamati e custoditi dall’amore», in questo secondo anno centrato sullo stesso tema ma evidenziando la sottolineatura «Inviati ad amare» si cercherà  di capire come si concretizza e si evolve la chiamata all’amore nelle varie vocazioni e la risposta nelle diverse condizioni di vita. Si cercherà  anche di cogliere il legame tra «vocazione» e «progetto di vita».

Una particolare attenzione si presterà  alla vocazione al matrimonio cristiano e alla famiglia, ambiente del discernimento e del primo accompagnamento anche delle altre vocazioni.

Tra i relatori presenti S. E. Mons. Giuseppe Anfossi, Vescovo di Aosta e Presidente della Commissione Episcopale famiglia e vita, Don Paolo Gentili, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia, Don Nico Dal Molin, Direttore del Centro Nazionale Vocazioni.

La settimana del 2011 è procrastinata al 2012 per dare la possibilità a coloro che lo desiderano di partecipare  il 1 Maggio alla Beatificazione di Giovanni Paolo II, che si svolgerà a Roma.

I moduli di iscrizione alla settimana sono a disposizione nel sito www.chiesacattolica.it/famiglia.

SCARICA il Programma

 

Si segnala un articolo in merito al tema:


 

Web 2.0 Educazione e Comunicazione

Venerdì 20 – Sabato 21 Aprile 2012

presso l’Università Pontificia Salesiana P.zza Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma

La Facoltà di Scienze dell’Educazione e la Rivista Orientamenti Pedagogici in collaborazione con la Facoltà di Filosofia e la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale organizzano il convegno: web 2.0 educazione e comunicazione – nuove sfide personali e collettive

Interverranno esperti Professori sui temi di: filosofia e web 2.0, educazione e web 2.0, pastorale e web 2.0, comunicazione e web 2.0, movimenti sociali e web 2.0, neuroscienze e web 2.0, identità, concetto di sè e web 2.0.

Nella giornata di sabato si terranno workshop tematici su: Google educator, Ipad e Iphone come strumenti didattici, web ed educazione, ipertesto, giornalismo e web 2.0, vita parrocchiale, catechesi e web 2.0, ricerca scientifica e web 2.0.

Scarica la Locandina del Convegno!

Inclusione scolastica dei bambini disabili.. un progetto in Libano

Proponiamo la visione di una iniziativa formativa interessante…

 

Un progetto pilota per l’inclusione dei bambini disabili nel sistema scolastico libanese. Finanziato dal ministero degli Affari esteri, vuole migliorare le capacità di inclusione dei bambini disabili nelle scuole del Libano, aumentandone il rendimento generale e favorendo una maggiore capacità di integrazione sociale. Le aree di intervento saranno la Regione del Nord, il Distretto di Beirut e la Regione del Sud. Sarà l’ong italiana Gvc, in accordo con le istituzioni scolastiche, ad occuparsi della preparazione tecnica (capacity building) dei soggetti che si rapportano con i bambini disabili attraverso la formazione di formatori, all’inizio, e la formazione professionale, in una seconda fase. Il percorso prevede la elaborazione di una figura professionale altamente qualificata, l’educatore speciale, fulcro dell’inserimento del bambino disabile. Le scuole interessate dagli interventi saranno fornite di equipaggiamenti e materiali didattici e specialistici d’avanguardia, con l’acquisto di attrezzature specifiche per ipovedenti, in particolare di 3 software Supernova e di 6 tastiere Perkins Braille; saranno inoltre acquistati computer e diversi materiali didattici. Sono inoltre previste opere murarie, ove necessario, per l’abbattimento delle barriere architettoniche esistenti. Ad usufruire dell’intervento 6 scuole pubbliche primarie.