“Un originale progetto educativo per un’Italia prospera, libera, europea”

…) Educare è un atto d’amore, è dare vita. E l’amore è esigente, chiede di impegnare le migliori risorse, di risvegliare la passione e mettersi in cammino con pazienza insieme ai giovani. L’educatore nelle scuole Cattoliche dev’essere anzitutto molto competente, qualificato, e al tempo stesso ricco di umanità, capace Di stare in mezzo ai giovani. L’educatore nelle scuole cattoliche dev’essere anzitutto molto competente, qualificato, e al tempo stesso ricco di umanità, capace di stare in mezzo ai giovani con stile pedagogico, per promuovere la loro crescita umana e spirituale. I giovani hanno bisogno di qualità dell’insegnamento e insieme di valori, non solo enunciati, ma testimoniati. La coerenza è un fattore indispensabile nell’educazione dei giovani. Coerenza! Non si può far crescere, non si può educare senza coerenza: coerenza, testimonianza. Per questo l’educatore ha bisogno egli stesso di una formazione permanente. Occorre dunque investire affinché docenti e dirigenti possano mantenere alta la loro professionalità e anche la loro fede e la forza delle loro motivazioni spirituali …Quello dell’educazione è un grande cantiere aperto, nel quale la Chiesa è da sempre presente con istituzioni e progetti propri. Oggi occorre incentivare ulteriormente questo Impegno a tutti i livelli e rinnovare il compito di tutti i soggetti che vi sono impegnati …

(Papa Francesco, 13 febbraio 2014)
 

Serra International Italia

Da 11 anni il Serra Italia bandisce un concorso scolastico a livello nazionale come attività di servizio alla Chiesa cattolica per invogliare i giovani a discutere sui valori religiosi ed etici. Le prove in oggetto costituiscono uno spaccato interessante per comprendere le dinamiche relazionali dei giovani, la loro affettività, la nuova accettazione dei modelli educativi, lo status della famiglia contemporanea e le difficoltà dipendenti da questo momento storico.
Il Concorso è finalizzato a promuovere la cultura cattolica, ovvero la formazione integrale dei  giovani da accompagnare con l’ascolto dei loro bisogni  nell’età adolescenziale per la definizione delle scelte della vita in senso cristiano.  In una società in cui i giovani soffrono la mancanza di chiamanti autentici e coerenti, il progetto educativo del concorso  si propone di declinare ad ampio raggio il valore della Bellezza della vita nel rispetto della dignità umana.
 

Un progetto che rende migliore la scuola

“Se è utile a tutti è proprio un progetto di classe”. È questo lo slogan che promuove in tutte le scuole secondarie di secondo grado cattoliche o di ispirazione cristiana il concorso I feel CUD, giunto alla sua terza edizione, cui sono invitati a partecipare gli alunni e i loro professori a partire dal 1 marzo 2013.
In palio contributi economici per realizzare un progetto, ideato dai giovani stessi, per migliorare il proprio istituto e che abbia anche un impatto sociale positivo per gli abitanti del territorio di pertinenza della scuola.
 
Concorso
Per partecipare bisogna studiare, solo il regolamento.
 
Chi può partecipare ?
Tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado cattoliche o di ispirazione cristiana. Ogni classe costituisce una squadra. Ogni scuola può partecipare con una o più classi. Sul sito ifeelCUD.it ogni squadra iscritta ha una bacheca virtuale in modo da avere uno spazio di lavoro e comunicazione online sempre a disposizione.
 
Come partecipare ? 
  1. Con i membri della tua classe create una squadra.
  2. Leggete con attenzione il regolamento e l’allegato che definisce i criteri di valutazione del progetto.
  3. Scegliete un docente responsabile della squadra e chiedetegli di iscrivere la classe al concorso (ciascun responsabile compilerà l’apposito modulo inserendo tutti i dati richiesti).
  4. Raccogliete le schede allegate ai CUD. Maggiore sarà il numero di schede CUD raccolte, più punti potrete conquistare e salire così in classifica.
  5. Compilate il Project Plan e caricatelo sul sito entro la mezzanotte del giorno 31/05/2013.

Per aumentare il punteggio della vostra squadra e concorrere al Premio del Pubblico, create un VIDEO che illustri le idee del vostro progetto e caricatelo sul sito prima della chiusura del concorso. Coinvolgete tutti i vostri amici nella votazione del video preferito. Possono esprimere il loro voto fino a mezzanotte del 30/06/2013!

Terminata l’iscrizione, troverete tutti i documenti che vi servono (liberatorie, autorizzazioni, schema di ricevuta per il Caf, lettera di presentazione per i giovani registrati a firma del Servizio, etc.) da scaricare nella sezione del profilo. I progetti saranno valutati da una giuria in base agli obiettivi e ai criteri fissati nel bando.

 
Quando partecipare ?
Il concorso si svolge dal 01/03/2013 al 31/05/2013. I materiali devono essere caricati sul sito entro la mezzanotte del 31/05/2013. La votazione del video da parte degli amici invece è aperta fino alla mezzanotte del 30/06/2013. I vincitori saranno proclamati sul sito il 1/07/2013.
 
Il Project Plan
Il Project Plan è una descrizione dettagliata del tuo progetto. Compilare il Project Plan non solo aiuta la squadra a capire meglio lo scopo del proprio progetto, gli obiettivi da realizzare, i tempi e i costi necessari, ma soprattutto favorisce una migliore organizzazione.
Lo scopo del Project Plan è quello di dimostrare l’impatto sociale del progetto sulla scuola e gli abitanti del quartiere dove sorge la scuola.
Rispondere con accuratezza alle domande del Project Plan può aumentare il punteggio della squadra fino a 100 punti. Il Project Plan deve essere accompagnato dai moduli B e C.
 
Il video
Girate un video che illustri l’idea del progetto e sottolinei la sua utilità; la squadra potrebbe vincere il Premio del Pubblico: un viaggio di 2 giorni a Roma!

I contenuti del video che suggeriamo sono:

  • presentazione del progetto;
  • descrizione del valore sociale del progetto (basato sui bisogni della scuola/territorio);
  • presentazione della squadra e degli obiettivi da raggiungere.
Ricordati, il video non è obbligatorio, ma permette di guadagnare 30 punti in più.
Il Premio del Pubblico è cumulabile con gli altri premi.
Il video deve essere accompagnato dai moduli B e C.

Nel caso in cui le scuole vincitrici del premio del pubblico siano di Roma, il premio può essere convertito in un viaggio in un’altra città italiana da concordare con il Servizio Promozione.

La nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana

L’Istituto di Catechetica, fedele alla tradizione, organizza anche quest’anno una giornata di studio per docenti e dottorandi, su un tema catechetico particolarmente rilevante.

Questa giornata si realizza nel 50° Anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, nell’anno della fede, alcuni mesi dopo la celebrazione del Sinodo dei Vescovi su: La nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana.

Per questo motivo è stato scelto come tema: Il primo annuncio nel contesto della nuova evangelizzazione. Alla luce del recente Sinodo dei vescovi.

La giornata di studio si realizzerà il sabato 2 marzo 2013 presso l’Università Pontificia Salesiana, dalle 9.00 alle 17.00.

Abbiamo invitato per questa circostanza un esperto di fama internazionale, il Prof. Xavier Morlans i Molina, docente della Facoltà di Teologia di Catalunya (Barcellona), consultore del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione.

Contenuto delle relazioni:

– Approssimazione pastorale, biblica e teologica al primo annuncio. Perché oggi la preoccupazione per il primo annuncio? Origine del primo annuncio: il kerygma apostolico.

– L’esperienza pastorale “Tornar a creure” (Ritornare a credere) nelle diocesi di Barcellona, Salsona e S. Feliu di Llobregat (2012-2013).

–  Proposta di un piano di nuova evangelizzazione in base all’articolazione di primo annuncio, itinerari di (re-)iniziazione cristiana e scuole diocesane di evangelizzazione. (Cf. Proposte del Sinodo dei vescovi, specialmente le Propositiones: 9, 10, 40, 45 e 47).

Ad ogni relazione farà seguito un tempo di dialogo con il relatore.

Naturalmente saremo onorati della sua presenza e del contributo che potrà offrire alla riflessione su un tema così importante.

Le adesioni vanno comunicate via E-Mail, entro e non oltre il 15 febbraio 2013 a: pastore@unisal.it

Siamo lieti di offrirvi il pranzo. Se qualcuno dovesse arrivare la sera del 1° di marzo è pregato di segnalarlo per tempo, per garantire l’ospitalità nella struttura della Università.

SCARICA IL PROGRAMMA:

Giornata ICA 2013 – Programma

QUALCHE INFORMAZIONE SU:

Morlans Xavier

 

Con viva cordialità e amicizia.

Corrado Pastore                                                         

Direttore dell’Istituto di Catechetica                        

Percorsi didattici alternativi: “I bambini sono spugne!”

Crescente complessità della vita alla quale concorre anche la tecnologia? Sempre più ampie e trasversali competenze richieste per entrare nel mondo del lavoro? Anche l’universo scuola non può rimanere incolume a tutto questo. Così le classiche ore divise per materie stanno cadendo nel dimenticatoio, i programmi finiscono necessariamente per integrarsi fra loro e l’interdisciplinarietà diventa la nuova parola d’ordine. Ma tutto questo, evidentemente, nel passaggio dal teorico al pratico non è per nulla semplice. Lo sforzo richiesto agli insegnanti è cresciuto e cresce in modo esponenziale. Alcuni, alquanto pioneristicamente, propongono idee nuove e risposte concrete: per un vero e proprio nitido segnale di aggiornamento. Fra questi il Prof. Nicola Rosetti propone un percorso a dir poco particolare: “la catechesi della bellezza”. Se è vero che sin dall’albore dei tempi l’arte e la bellezza hanno tradotto in immagini l’idea della fede, in una qualche forma di trascendenza divina, questo connubio può tentare di spiegare la religione o quantomeno renderla un po’ più accessibile ai nostri ragazzi. Lo abbiamo intervistato.

Prof. Nicola Rosetti, quanto è difficile insegnare religione ai ragazzi? Quale è la sfida/reticenza più grande che questo insegnamento incontra nelle nostre scuole oggi?

Io non parlerei di una difficoltà specifica dell’insegnamento della religione, perché il discorso religioso, la curiosità tipica di ogni uomo e in particolare dei più giovani e non ultimo il fascino proprio della figura di Gesù continua ad attrarre gli alunni. L’insegnamento religioso patisce gli stessi problemi delle altre discipline su un doppio versante: dalla parte di chi insegna e dalla parte di chi riceve l’insegnamento. Per  i primi, cioè per gli insegnanti, il grande problema è quello della riduzione a piccoli burocrati del sapere. Una burocrazia sempre più opprimente li impegna e li distoglie, ovviamente contro la loro volontà, da quello che dovrebbero e vorrebbero fare e cioè formare i ragazzi. Dall’altra parte, gli alunni ricevono molti stimoli e per loro la scuola è diventato sempre più un impegno fra i tanti e non quello principale. Contrariamente a quello che comunemente si pensa, la crisi non è di risorse (che comunque sicuramente potrebbero essere maggiori!) ma culturale. Questa dunque è a mio avviso la vera sfida del momento: far tornare la scuola alla sua vocazione originaria.

Ci può spiegare come organizza una “catechesi della bellezza” in teoria e in pratica?

Il termine “catechesi” non deve trarre in errore i lettori! Il compito dell’insegnante di religione nella scuola non è quello di iniziare alla fede, questo è compito appunto della catechesi. Ho voluto tuttavia chiamare questo modo di impostare le lezioni “catechesi della bellezza” perché sono convinto che solo attraverso la conoscenza dei contenuti della fede si può apprezzare fino in fondo un’opera d’arte di carattere religioso. Allo stesso tempo, un quadro che rappresenta una scena sacra, attraverso l’immagine, riesce a spiegare la fede meglio di un discorso: temi come quelli della grazia e del libero arbitrio sarebbero pesanti e di difficile comprensione anche per un adulto, ma ecco che se magari si mostra ai bambini “La vocazione di San Matteo” di Caravaggio, tutto è più semplice! La luce che proviene dal Cristo rappresenta il suo amore per ogni uomo (grazia) e infatti tutti i personaggi seduti al tavolo sono illuminati, ma solo uno, Matteo, risponde attivamente alla chiamata (libero arbitrio). Una volta osservata l’immagine e spiegato il significato, si può chiedere ai bambini di disporsi nello stesso modo in cui sono disposti i personaggi nel dipinto, oppure si può chiedere loro di adattare il quadro secondo un’altra visione religiosa, come ad esempio quella luterana.

Da dove arriva o deriva la sua idea di utilizzare il connubio tra bello artistico e fede?

Lavorando con i bambini della scuola primaria, comunemente detta elementare, ho sempre dovuto ricercare un linguaggio semplice, accessibile e diretto e nulla è così comunicativo come un’immagine. Direi che quindi tutto è nato per praticità. Durante la mia esperienza lavorativa a Roma, mi sono accorto che i bambini non conoscono per nulla la città in cui vivono. Pertanto nelle mie lezioni cerco di usare il più possibile opere d’arte che poi posso fare ammirare ai miei alunni dal vivo. Si tratta di fare un raccordo fra fede, arte e le ricchezze che il territorio offre. Nel mio lavoro cerco di ispirarmi ad un dipinto di El Greco che nella sua semplicità mi ha sempre affascinato. Si tratta di un “ritratto” dell’evangelista Luca che mostra all’osservatore il vangelo aperto; sulla pagina di sinistra si vede un passo del vangelo, mentre su quella di destra è dipinta una Madonna che regge in braccio Gesù Bambino. Ho scelto questa immagine come sintesi del mio lavoro perché non faccio altro che abbinare a ogni passo biblico che propongo ai miei alunni un’immagine artistica che lo visualizzi e lo spieghi. In tutta onestà posso dire che di mio c’è ben poco! Il mio è soprattutto un lavoro di “collage”!

Che tipi di riscontri (commenti, pensieri, idee … ) incontra presso i ragazzi e/o presso i loro genitori usando questo suo metodo? Ci racconti un episodio che le è rimasto impresso.

Non bisogna sottovalutare l’intelligenza, la curiosità e il desiderio di conoscere dei bambini, anzi forse noi adulti, spesso stanchi e annoiati da tutto, dovremmo prendere esempio da loro! Non bisogna avere paura di proporre agli alunni molti contenuti perché i bambini sono “spugne”! Io per esempio non mi faccio nessun problema a portare classi di alunni di terza elementare in visita ai Musei Vaticani! Propongo questa attività didattica al termine dell’anno scolastico, come coronamento di un percorso che abbiamo svolto durante tutto l’anno. I bambini sono sempre molto entusiasti perché finalmente, dopo un anno di intenso lavoro, possono vedere dal vivo quello che hanno studiato in classe! Quando ci troviamo ai Musei Vaticani non prendiamo una guida, ma ogni bambino fa da guida agli altri! Diciamo che è una vera e propria interrogazione sul posto: io faccio le domande sui dipinti che vediamo e un bambino alla volta risponde, in modo tale che tutti  siano coinvolti. A questo tipo di uscite partecipano anche i genitori che si possono rendere conto del tipo di attività che abbiamo svolto in classe durante l’anno. I genitori partecipano sempre molto volentieri, anche perché per molti di loro è la prima occasione per ammirare le meraviglie di Roma. Quest’anno mi ha colpito la visita a Santa Maria Maggiore. Il custode mi ha chiesto se i bambini potessero essere interessati a vedere dei paramenti liturgici cinquecenteschi. Ero molto scettico sulla cosa perché la ritenevo più adatta per un gruppo di sacerdoti o di religiosi piuttosto che per dei bambini, e più per non rispondere con un  “no” che per altro ho acconsentito. Con mio grande stupore, quando il custode ha aperto gli armadi dove erano contenuti i paramenti, dai bambini si è levato un grosso “OHHH” di meraviglia. Quegli abiti finemente decorati, insoliti, di foggia preconciliare li ha enormemente colpiti. Questo per dire che non bisogna avere paura nel proporre contenuti che a prima vista potrebbero sembrare “pesanti”.

Chiudiamo con una domanda personale. Cos’è quindi “la bellezza” secondo la sua esperienza? È più un modo, per noi uomini, per avvicinarci a capire un poco Dio o più un modo di Dio per scendere al nostro livello, parlando una lingua che noi conosciamo, e farsi capire?

Credo che si possa parlare di due vie complementari. Dio è bellezza, l’uomo è bellezza, l’arte è il ponte che li lega. È impressionante come l’uomo, volendo catturare in immagini la gloria di Dio finisce anche per glorificare se stesso attraverso il talento artistico. Mi permetta di terminare con le parole del grande scrittore inglese G.K. Chesterton che, in polemica con la bruttezza di certe produzioni artistiche moderne ha descritto a mio avviso in modo magistrale cosa deve essere una vera opera d’arte: “Non basta che un monumento popolare sia artistico, come uno schizzo a carboncino. Deve sorprendere, deve essere sensazionale nel senso più alto della parola, deve rappresentare l’umanità, deve parlare per noi alle stelle, deve proclamare al cospetto del cielo che, una volta stilato il catalogo più lungo e più nero di tutti i nostri crimini e di tutte le nostre follie, restano ancora alcune cose di cui gli uomini non devono vergognarsi”.

(Intervista tratta dal sito Mediapolitika)

La settima parola: “non commettere adulterio”

Nel cammino di fraterno dialogo e stima tra la Chiesa in Italia e il Popolo ebraico, l’incontro tra il Papa e la Comunità ebraica di Roma nel Tempio Maggiore, il 17 gennaio 2010, ha suggellato positivamente le tappe fin qui percorse, indicando nuovi obiettivi, mostrando di voler andare oltre turbolenze e incertezze che hanno talora suscitato dubbi sull’effettiva consistenza del dialogo cristiano-ebraico odierno.
Nella sua visita alla Sinagoga di Roma Benedetto XVI, ha voluto sottolineare in maniera ancora più chiara quanto aveva già affermato nella sinagoga di Colonia sulla comune responsabilità che gli ebrei e i cristiani hanno di fronte alle “Dieci parole”: «In particolare il Decalogo – le “Dieci Parole” o Dieci Comandamenti (cfr Es 20,1-17; Dt 5,1-21) – che proviene dalla Torah di Mosè, costituisce la fiaccola dell’etica, della speranza e del dialogo, stella polare della fede e della morale del popolo di Dio, e illumina e guida anche il cammino dei Cristiani. Esso costituisce un faro e una norma di vita nella giustizia e nell’amore, un “grande codice” etico per tutta l’umanità. Le “Dieci Parole” gettano luce sul bene e il male, sul vero e il falso, sul giusto e l’ingiusto, anche secondo i criteri della coscienza retta di ogni persona umana. Gesù stesso lo ha ripetuto più volte, sottolineando che è necessario un impegno operoso sulla via dei Comandamenti: “Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti” (Mt 19,17)».
In questa prospettiva, sono vari i campi di collaborazione e di testimonianza che si aprono davanti a ebrei e cristiani, uniti da comuni aspirazioni.
Vorremmo ricordarne tre particolarmente importanti per il nostro tempo.
 

“Buoni cristiani e onesti cittadini” Scuola di Formazione SocioPolitica

Vi proponiamo la III edizione della Scuola di Formazione SocioPolitica organizzata con il patrocinio dell’Università Pontificia Salesiana, della Facoltà di Filosofia della stessa e dalla Federazione dei Servizi Civili e Sociali CNOS, che si svolgerà tutti i venerdì di quaresima presso la Parrocchia di Santa Maria della Speranza in via F. Cocco Ortu, 19 in Roma.

La scuola di formazione socio – politica intende proporre, sempre nel prezioso Tempo Quaresimale, un momento di riflessione condiviso per leggere, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, le sfide che la crisi ci impone e le cui prospettive di soluzio- ne dipendono da una corretta comprensione dei ruoli fondamentali della famiglia, del lavoro, della giustizia, dell’economia e della finanza pubblica.

DESTINATARI:

La scuola è gratuita e aperta a tutti ed è destinata ai giovani, insegnanti, educatori, catechesti e a coloro che sono impegnati in attività civili, politiche ed economiche

Per informazioni rivolgersi alla segreteria della Parrocchia Santa Maria della Speranza o presso il sito: http://speranza.donbosco.it – 345.3402412

Scarica: Depliant

Giornate formative USPI

l’USPI ha organizzato una serie di “Giornate Formative” riservate ai suoi associati, che potranno parteciparvi a titolo completamente gratuito previa prenotazione della partecipazione medesima.
 
La prima di queste “Giornate” si terrà mercoledì 23 gennaio 2013, alle ore 10.30, presso la Sala 1 della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, in Viale Castro Pretorio 105, Roma.
 
Il tema che verrà affrontato sarà:  “Interventi negli stati di crisi e diversi tipi di ammortizzatori sociali che la normativa rende disponibili nei rapporti di lavoro tipici dell’editoria periodica”.
 
L’USPI metterà a disposizione dei propri associati un consulente che, dopo una prima esposizione teorica della normativa vigente e delle possibili soluzioni, sarà a disposizione per rispondere a quesiti su singoli casi posti dai partecipanti.
 
Data la limitata disponibilità della sala (circa 80 posti), si invitano gli associati interessati a prenotare la propria partecipazione inviando una mail a uspi@uspi.it entro il 14 gennaio p.v. cui seguirà una risposta della Segreteria USPI per accettazione.
 
Certi che questo nuovo servizio sarà gradito, cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti a tutti gli iscritti.
 
LA SEGRETERIA GENERALE
 
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Unione Stampa Periodica Italiana
V.le B. Bardanzellu 95 
00155  ROMA
Tel. 06.4071388 
Fax 06.4065941
 
Email uspi@uspi.it
sito http://www.uspi.it

Seminario di studio su IRC e scuola dell’infanzia

Il Servizio Nazionale per l’Irc e il Servizio nazionale per gli studi superiori di Teologia e di Scienze Religiose sono consapevoli del fatto che ci si trova ad operare in un momento caratterizzato da significativi mutamenti:
 
– la riforma degli ISSR,
– la revisione dei percorsi di formazione di base dei futuri Insegnanti di religione cattolica (Idr) che ha portato alla firma di una nuova Intesa circa i titoli di qualificazione professionale necessari per l’Irc,
– la pubblicazione di nuove Indicazioni per l’Irc per ogni ordine e grado di scuola.
 
Si svolge a Roma, presso il Centro Congressi di Via Aurelia 796, il 19 dicembre 2012, dalle ore 10,00 alle 17,00, un Seminario di studio su “Le Indicazioni di Irc per la Scuola dell’Infanzia, del Primo e del Secondo Ciclo”.
L’incontro è rivolto ai docenti di Didattica dell’Irc che sono in servizio presso le Facoltà Ecclesiastiche e strutture accademiche annesse (Centri Teologici, ISSR, Seminari Maggiori).
 
Lo scopo principale del Seminario di studio è quello di rispondere al bisogno di confronto che pervade il mondo afferente all’Irc nel rinnovato contesto socio-culturale e normativo-scolastico, avviando così, nelle comunità di ricerca e di docenza, percorsi di studio circa l’Irc, nel suo risvolto pedagogico-didattico.
 
 
L’esonero del MIUR.