Coltivare una fede che trasforma. Manuale di catechetica fondamentale (rivisto e aggiornato)

Jerome Vallabaraj e Antony Christy Lourdunathan

Cultivating a Faith that Transforms A Handbook of Fundamental Catechetics (Revised and Updated)

Description

This book is envisaged as a handbook of fundamental or general catechetics an endeavour or an effort at a systematic reflection on the identity and the general conditions for implementation of the catechetical enterprise at present. Our chief interest is to create and form the mind-set of catechists and of those responsible for catechesis, and to provide useful and key elements for understanding and responding to questions that underlie the practice of catechesis. Keeping with the signs of the times, this volume, revised and updated, is an attempt to remould and promote an adequate understanding of the science of catechesis and to evolve a catechetical process that would lead to a renewed understanding of catechesis as truly essential for the transformation of the life of the Christian and the Christian community.

Coltivare una fede che trasforma. Manuale di catechetica fondamentale (rivisto e aggiornato)

Autori:

Jerome Vallabaraj e Antony Christy Lourdunathan

 

Descrizione

Questo libro si propone come un manuale di catechetica fondamentale o generale, uno sforzo o uno sforzo di riflessione sistematica sull’identità e sulle condizioni generali di attuazione dell’impresa catechetica attuale. Il nostro interesse principale è creare e formare la mentalità dei catechisti e dei responsabili della catechesi, e fornire elementi utili e chiave per comprendere e rispondere alle domande che stanno alla base della pratica della catechesi. Al passo con i segni dei tempi, questo volume, rivisto e aggiornato, è un tentativo di rimodellare e promuovere un’adeguata comprensione della scienza della catechesi e di sviluppare un processo catechetico che conduca a una rinnovata comprensione della catechesi come veramente essenziale per la trasformazione della vita del cristiano e della comunità cristiana.

Novità editoriale: Studio teologico della spiritualità cristiana – Jesús Manuel García Gutiérrez

Jesús Manuel García Gutiérrez

Docente della Facoltà di Teologia

 

 

La presente proposta metodologica, fedele al solco tracciato dalla storia della letteratura teologico-spirituale, si colloca decisamente nell’ambito della teologia della vita cristiana, in dialogo intra e interdisciplinare con le scienze umane per dare un nuovo impulso all’attività evangelizzatrice di una “Chiesa in uscita” capace di abbracciare l’intera esistenza umana.

Lo stile di presentazione è correlato al pubblico di riferimento del presente volume: studenti e docenti interessati allo studio delle fonti della spiritualità cristiana. Ai primi cinque capitoli, che affrontano in modo ragionato la questione metodologica, seguono altri quattro che approfondiscono questioni specifiche: il rapporto tra santità e spiritualità; la lettura dei testi spirituali; il profilo del teologo della spiritualità e le prospettive della spiritualità. Le appendici conclusive sono strumenti pratici che concretizzano ciò su cui precedentemente si è ragionato.

 

SOMMARIO

PREFAZIONE

INTRODUZIONE

 

Capitolo primo

DELIMITAZIONE DEL CAMPO DI STUDIO ED EVOLUZIONE DEL METODO

Capitolo secondo

ASSI PORTANTI CHE EMERGONO DAL PERCORSO EVOLUTIVO DEL METODO

Capitolo terzo

LIVELLI DI COMPRENSIONE DEL METODO TEOLOGICO ESPERIENZIALE

Capitolo quarto

TAPPE DEL METODO TEOLOGICO ESPERIENZIALE

Capitolo quinto

APPLICAZIONE DEL METODO TEOLOGICO ESPERIENZIALE AL VISSUTO DI SANTITÀ

Capitolo sesto

COME LEGGERE I TESTI SPIRITUALI: PRINCIPI METODOLOGICI ED ERMENEUTICI

Capitolo settimo

STUDIO TEOLOGICO DELLA SPIRITUALITÀ E VISSUTO DI SANTITÀ

Capitolo ottavo

PROFILO DEL TEOLOGO DELLA SPIRITUALITÀ

Capitolo nono

PROSPETTIVE DELLO STUDIO TEOLOGICO DELLA SPIRITUALITÀ

 

APPENDICI

Appendice prima

ABBREVIAZIONI E SIGLE PIÙ UTILIZZATE NELLO STUDIO TEOLOGICO DELLA SPIRITUALITÀ

Appendice seconda

PRESENTAZIONE DEL PIANO DI LAVORO DI UNA TESI DI LICENZA IN TEOLOGIA SPIRITUALE

Appendice terza

MODELLO DI PRESENTAZIONE DI UNA PAGINA DELLA TESI

Appendice quarta

TIPOLOGIA DI PRESENTAZIONE CORRETTA DELLA BIBLIOGRAFIA DI UN LAVORO SCIENTIFICO

Appendice quinta

RATIO DI UN CORSO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Appendice sesta

GLOSSARIO

 

INDICE

“Lisbona vi accoglie con tutto il cuore”, dice il cardinale alla Gmg

 

Durante l’omelia della Messa di apertura, il Cardinale Manuel Clemente, Patriarca di Lisbona, ha salutato e incoraggiato i partecipanti.

 

“Voglio che tu ti senta ‘a casa’ qui.” Così il Patriarca di Lisbona, il cardinale Manuel Clemente, ha accolto le migliaia di giovani cattolici provenienti da tutto il mondo alla messa di apertura della Giornata mondiale della gioventù , la sera del 1° agosto 2023. Nell’omelia, il presule portoghese ha sottolineato i benefici di incontri reali in un mondo sempre più virtuale.Centinaia di migliaia di giovani si sono riuniti nell’immenso Parco Edouard VII – ribattezzato “Encounter Hill” per tutta la durata della GMG – per assistere alla messa di apertura di questo grande evento mondiale.

Molti dei gruppi sono stati ritardati dal traffico nella capitale portoghese e sono arrivati ​​in ritardo per la messa. Sotto un cielo nuvoloso ma ancora estivo, i giovani si sono riuniti per la prima volta in un’atmosfera amichevole dove si sono mescolate oltre 200 nazionalità: un record per una GMG . 

Al suono di una potente orchestra e di un coro, decine di sacerdoti e vescovi hanno preso posto sul palco costruito per l’occasione, sul quale era stato collocato un altare. Alla vigilia dell’arrivo di papa Francesco a Lisbona, il cardinale Clemente, 75 anni, ha presieduto la messa e ha accolto i 354.000 giovani iscritti ufficialmente nella sua veste di arcivescovo della città.

Nell’omelia il Patriarca di Lisbona ha ripreso il tema della Gmg di quest’anno: “Maria si alzò e partì in fretta”. “Anche voi siete partiti. Per molti è stato un viaggio difficile per la distanza, i collegamenti e i costi che il viaggio richiedeva”, ha riconosciuto, sottolineando la solidarietà che ha permesso ad alcuni pellegrini di raggiungere il Portogallo.

A questi giovani nati nell’era digitale ha spiegato che il virtuale «ci tiene seduti». “Al contrario, la realtà consiste nell’andare incontro agli altri e al mondo così com’è, per ammirarlo e migliorarlo”, ha insistito.

Il Patriarca ha parlato anche della “urgente necessità di annunciare” il messaggio cristiano. Ma «un’urgenza serena e senza calpestio», ha aggiunto. Infine, il cardinale Clemente ha usato l’esempio del saluto di Maria alla cugina Elisabetta nel Vangelo per insegnare ai giovani. “Impariamo da Maria a salutare ogni persona. Mettiamola in pratica intensamente durante questa Giornata Mondiale della Gioventù”, ha raccomandato, sostenendo che “il mondo nuovo comincia nella novità di ogni incontro e nella sincerità del saluto che ci scambiamo”.

La messa si è conclusa con la sigla ufficiale della Gmg di Lisbona, “Há Pressa no Ar” (“C’è fretta nell’aria”), ripresa dalle migliaia di fedeli e dallo sventolamento di migliaia di bandiere.

Domani Papa Francesco arriverà a Lisbona alle 10 (ora locale). Prima saluterà i leader del Paese. Al termine della giornata incontrerà il clero per i vespri e l’omelia.

 

Cammino sinodale: Linee guida per la fase sapienziale

Uno strumento per accompagnare e orientare il terzo anno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia: sono da oggi on line (https://camminosinodale.chiesacattolica.it e www.chiesacattolica.it) le Linee guida per la fase sapienziale nella quale si cercherà di capire come far sì che il rinnovamento ecclesiale, coltivato nella fase narrativa, non rimanga solo un sogno.

Il testo, che si intitola “Si avvicinò e camminava con loro” e si compone di tre parti, offre alcune riflessioni suscitate dal racconto di Emmaus – icona scelta per questo anno – e presenta elementi metodologici per valorizzare la grande ricchezza del lavoro finora svolto. Si tratta infatti di proseguire nel percorso avviato, rafforzando l’esercizio del discernimento a partire dai temi e dalle domande proposte nelle Linee guida e indicando decisioni possibili, impegni, aspetti ancora da sviluppare. Il documento evidenzia cinque macro-temi, che raggruppano le istanze raccolte nel biennio dedicato all’ascolto: 1) la missione secondo lo stile di prossimità; 2) il linguaggio e la comunicazione; 3) la formazione alla fede e alla vita; 4) la sinodalità e la corresponsabilità; 5) il cambiamento delle strutture. Ogni macro-tema si articola in alcuni sotto-temi che esplicitano le questioni emerse. Una sola domanda per ciascun tema sollecita la riflessione e chiama le comunità al discernimento. Nelle prossime settimane seguiranno alcune schede operative.
“Queste Linee guida, facendo tesoro del biennio narrativo – sottolinea il Consiglio Episcopale Permanente nell’introduzione al documento – gettano un ponte verso la fase profetica, incamminando le Chiese in Italia verso un discernimento operativo che prepari il terreno alle decisioni, necessariamente orientate a un rinnovamento ecclesiale e mai introverse; anche quando l’attenzione è puntata sulla vita interna delle nostre comunità, il pensiero è sempre quello estroverso della missione: rendere più agili alcune dinamiche ecclesiali (dottrinali, pastorali, giuridiche, amministrative) per rendere più efficace l’incontro tra il Vangelo, energia vivificante e perenne, e l’umanità di oggi”. Soprattutto in un tempo in cui “i lavori sinodali si intrecciano con i problemi e i drammi di ciascuno, che sono i problemi e i drammi del mondo: gli strascichi sanitari, economici e sociali della pandemia, il clima di guerra tragicamente ravvivatosi, le crisi ambientali, occupazionali, esistenziali. Un senso di precarietà e di smarrimento avvolge molte persone e famiglie nel nostro Paese”.
Il testo – che si arricchisce di alcune infografiche – contiene infine il Cronoprogramma con l’agenda delle tappe e degli appuntamenti che condurranno all’apertura della fase profetica nel maggio 2024.

 

Iniziative formative per operatori pastorali

Segnaliamo alcune iniziative formative dell’ ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE DELLA TOSCANA “Santa Caterina da Siena”

LAICI E LAICHE NELLA CHIESA DI OGGI: MISSIONE E MINISTERI

Prof.ssa Serena Noceti

Obiettivi del corso

  • Maturare una visione teologica sulla soggettualità di laici e laiche nella chiesa e sulla loro ministerialità specifica, sulla base di un esame critico dei documenti del Concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare.

  • Riflettere sulle questioni e le sfide aperte, per una riforma della chiesa che veda i laici, uomini e donne, protagonisti attivi: ministeri istituiti, predicazione dei laici, corresponsabilità in una chiesa sinodale, questione di genere.

 

CATECHESI DEGLI ADULTI

Prof.ssa Carla Barbon

Obiettivi del corso

  • avere una visione del contesto attuale del mondo adulto e delle proposte di annuncio; conoscere le caratteristiche dell’apprendimento adulto come processo trasformativo

  • confrontarsi con i vari modelli di Catechesi degli adulti; acquisire conoscenze e maturare criteri per animare la catechesi degli adulti

 

MINISTERI ISTITUITI A SERVIZIO DELLA COMUNITÀ

Programma

Papa Francesco, con i due motu proprio Spiritus Domini Antiquum ministerium, ha aperto a tutti i battezzati – uomini e donne – l’accesso ai tre ministeri istituiti del lettorato, accolitato, catechista. Ciò imprime nuovo slancio a queste forme di servizio ecclesiale e costituisce un’occasione preziosa di rinnovamento pastorale, ma richiede un adeguato accompagnamento sul piano formativo. Questo corso si prefigge di presentare le figure e i compiti specifici di lettori, accolti, catechisti istituiti, a partire dalla storia, dal Rito di istituzione, dall’agire liturgico e pastorale.

 

TEOLOGIA DELLA PARROCCHIA

Il corso intende offrire un approfondimento sulla teologia della parrocchia, a partire da una riflessione critica sui modelli di parrocchia sviluppatisi nella storia. Dalla lettura critica dei documenti del concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare verrà formulata una proposta di cambiamento delle forme di organizzazione e partecipazione, perché siano maggiormente rispondenti all’attuale contesto socio-religioso. Saranno infine dibattute alcune questioni aperte.

  • La parrocchia: istituzione in evoluzione
  • La parrocchia alla luce dell’ecclesiologia del Vaticano II e negli scritti di papa Francesco
  • Ripensare oggi la parrocchia, tra prassi e teologia
  • A confronto con esperienze significative di rinnovamento, una proposta teologica
  • Sfide aperte: Evangelizzazione e pastorale parrocchiale; Riarticolazione delle parrocchie (unità pastorali, comunità, etc.); Corresponsabilità di laici e ministri ordinati; nuovi ministeri; Sinodalità e strutture partecipative: i consigli pastorali

“Popecast”: il nuovo podcast del Papa con i giovani a pochi giorni dalla Gmg

Realizzato dai media vaticani, Francesco dialoga a distanza con ragazzi e ragazze di diversa provenienza, a rappresentare le fragilità ma anche la forza e creatività delle nuove generazioni. Il Papa ascolta le loro storie attraverso un computer e risponde, incoraggiando a partecipare all’evento di Lisbona: “Vale la pena rischiare”

Vatican News

Il primo era stato un inedito per Papa Francesco in occasione dei dieci anni di pontificato. Quattro mesi dopo il primo Popecast, Papa Francesco si mette di nuovo in gioco con una delle forme di comunicazione più congeniali alle nuove generazioni: il podcast. “Il podcast? Sì, ora me lo ricordo!”. Proprio con i giovani il Pontefice si mette in relazione, in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, per il nuovo Popecast realizzato da Salvatore Cernuzio, in collaborazione con la redazione podcast.

Non un classico botta e risposta, ma un dialogo ideale in cui il Papa si pone in ascolto, attraverso un computer portato a Casa Santa Marta, della voce registrata di alcuni ragazzi e ragazze dalla di diversa provenienza e dal diverso background, rappresentanti delle fragilità ma anche della creatività che caratterizzano la gioventù di oggi. Giovani che, senza sapere all’inizio che la loro voce sarebbe stata ascoltata dal Papa, hanno condiviso la loro storia, le loro paure e problematiche, i loro desideri e obiettivi, liberamente e senza alcuna edulcorazione.

Francesco offre a tutti una parola, sempre diversa, come diversa è la storia di ognuno. A tutti però consegna la stessa raccomandazione: “Avanti”. Sempre avanti, anche negli sbagli e nelle cadute, nella certezza di essere accompagnati da un Dio che è “pazzo d’amore” per i giovani.

 

Il Papa e i giovani, nuovo podcast: anche se sbagliate, Dio è pazzo d’amore per voi

In vista della Gmg, una nuova puntata di Popecast: dialogo a distanza tra Francesco e un gruppo di ragazzi e ragazze che si confida e si racconta. Tra loro un disabile transgender, due detenuti, una ragazza con disturbi psicologici, un adolescente che passa il tempo ai videogiochi. Il Papa ascolta, consola, incoraggia. Poi accoglie la proposta del piccolo Alessandro di una Giornata mondiale dei bambini: “Possiamo farla organizzare ai nonni. Ci penso!”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

 

“Esta es la juventud del Papa…”

Chi è la gioventù del Papa? Chi sono i giovani oggi? Dal macrocosmo della Gmg – la prossima a Lisbona – difficile forse entrare nelle sfumature di una generazione caratterizzata dall’avanzare delle tecnologie, segnata da tante fragilità, ma che si contraddistingue anche per la voglia di fare, di scoprire, reinventarsi. A farsi colori di generazioni policromatiche come la Gen Z, la Gen X, i millennials, sono Giona, disabile e transessuale, Edward e Valerij, in carcere per furti e rapine, Arianna, affetta da disturbo bipolare che si rifugia nel sonno per sfuggire alle angosce della vita, Giuseppe, che trascorre gran parte delle giornate ai videogames, e tanti altri di cui non conosciamo il volto, ma solo le ferite, le paure, i desideri, i progetti. Li hanno condivisi loro in un podcast.

“Il podcast? Me lo ricordo!”

“Il podcast? Sì, me lo ricordo”, risponde Francesco. Il primo era stato a marzo per i dieci anni di pontificato. La proposta è stata di una seconda puntata in vista della Gmg, dove i protagonisti sono ragazzi e ragazze dal diverso background, i quali, quando hanno parlato, non sapevano ancora che la loro voce sarebbe risuonata dalle casse di un computer a Casa Santa Marta. C’è quindi tutta la genuinità di persone che si sfogano, si raccontano, si confidano. Davanti a quel computer è seduto il Successore di Pietro che ogni tanto fa una smorfia di dolore quando sente parole come suicidio, condanna, emarginazione. Sorride davanti alla diversità degli accenti. La preoccupazione è di dare a tutti una parola. E quella parola è sempre “Dio”, orizzonte della vita. L’altra è “avanti”.

Nel cantiere della strada e del villaggio educativo

I materiali del convegno nazionale degli uffici diocesani per la pastorale della scuola e l’IRC che si è tenuto a Rimini dall’1 al 3 maggio 2023
31 Marzo 2023

Dall’1 al 3 maggio 2023 la città di Rimini ha ospitato l’annuale Convegno nazionale degli Uffici diocesani di Pastorale della scuola e per l’IRC, sul tema “Nel cantiere della strada e del villaggio educativo”. Il titolo riprende esplicitamente una delle prospettive su cui si svolge il secondo anno del Cammino sinodale della Chiesa in Italia, al quale anche il convegno è stato orientato.

I lavori hanno spaziato dal “cantiere” Scuola – con gli interventi del dott. Stefano Versari, direttore dell’USR dell’Emilia Romagna, e della prof.ssa Renata Viganò, pedagogista dell’Università Cattolica e vicepresidente Invalsi – al “cantiere” Chiesa, grazie alla presenza del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, del prof. Natalino Valentini, esperto di ecumenismo e di teologia ortodossa, e a mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Ha concluso la tre giorni un intervento di prospettiva a cura del prof. Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e del Servizio Nazionale per l’IRC. Nel pomeriggio del 2 maggio, inoltre, si è tenuta una visita alla chiesa di S. Agostino e la S. Messa nella chiesa di San Girolamo, preceduta dalla testimonianza di Stefano Vitali sulla beata Sandra Sabattini.

 

Di seguito i link alla cronaca delle diverse giornate di lavoro:

https://educazione.chiesacattolica.it/la-scuola-un-cantiere-sempre-aperto/

https://educazione.chiesacattolica.it/accorciatori-di-distanze-fra-parola-e-vita/

https://educazione.chiesacattolica.it/educazione-ecumenica-e-testimonianza-sfide-del-futuro/

https://educazione.chiesacattolica.it/discernimento-ecclesiale-nella-scuola-cuore-del-cammino-sinodale/

In allegato il programma del convegno e alcuni materiali messi a disposizione dai relatori.

 

«CATECHETICA ED EDUCAZIONE» da oggi puoi scaricare il nuovo numero della rivista!!!

La corresponsabilità delle persone con disabilità in una Chiesa sinodale

Sezione Commemorativa: il 70° dell’ICA

Aprile 2023

 

ACCEDI ALLA RIVISTA ONLINE nella sezione “CATECHETICA ED EDUCAZIONE”

 

 

Editoriale

La rivista Catechetica ed Educazione ha avviato una riflessione sul mondo delle persone con disabilità (PcD) che ha portato dapprima a considerare il concetto di “inclusione” (1/2021) e poi quello di “appartenenza” (1/2022). Il secondo argomento ha avuto, tra gli esiti, quello di considerare riduttiva la mentalità diffusa che vede le PcD semplicemente portatrici di diritti – che pure devono essere salvaguardati dal punto di vista giuridico – ma non riconosce loro dei doveri, cioè quell’assunzione di responsabilità che le rende autenticamente protagoniste nella trasformazione qualitativa della loro esistenza e dell’intera società.

Il cammino di avvicinamento alla celebrazione del Sinodo dei Vescovi, con il richiamo forte alla corresponsabilità di tutti gli uomini e donne di buona volontà, si offre come un’occasione da non perdere per una riflessione sull’apporto che le PcD possono dare alla Chiesa e alla società. È su queste basi che viene pensato il presente fascicolo dal titolo: La corresponsabilità delle persone con disabilità in una Chiesa sinodale.

È una tematica complessa che contempla diversi aspetti dal punto di vista ecclesiale, educativo e catechetico-pastorale, che sono gli ambiti di cui si occupa la rivista, con riferimento alle PcD.
Introduce il fascicolo il contributo di Gilles Routhier, Dix ans d’appels à la coresponsabilité du pape François. L’ecclesiologo canadese rintraccia alcuni principi teologici che fondano il pensiero sulla corresponsabilità dell’attuale Pontefice, il quale fin dal giorno dell’elezione, con la richiesta «Pregate il Signore perché mi benedica», ha voluto coinvolgere l’intero popolo di Dio nel suo ministero e ha indicato uno stile di essere Chiesa che ne rispetti l’autentica natura e possa diventare modello per la prassi delle comunità cristiane di oggi.

Nell’articolo successivo, Camminare insieme. Il cammino sinodale con le PcD per promuovere consapevolezza, responsabilità e partecipazione, il pedagogista sociale Andrea Zampetti, avendo come sfondo gli attuali lavori sinodali, riflette sui passi da compiere per rendere le comunità e le PcD progressivamente consapevoli dell’essere ognuno-dono-per-tutti e, di conseguenza, secondo le possibilità di ciascuno, responsabile e protagonista attivo nel quotidiano.

Seguono due contributi di taglio antropologico a partire da due punti di vista differenti: il primo, in prospettiva filosofica, Dall’essere responsabili all’essere chi-amanti. Nell’universale umano, la particolare questione della disabilità intellettiva, della filosofa Annalisa Caputo, avendo come orizzonte il pensiero di P. Ricoeur, riflette sull’ambiguità del concetto di “responsabilità” e propone l’idea di “responsabilità fragile” (e di “fragilità responsabile”); la responsabilità viene vista come “risposta a una chiamata”, una risposta che, a sua volta – in modo circolare – diviene appello, rendendo ogni persona (chi)amante e non solo (chi)amata. Tali riflessioni sono quindi applicate alle PcD intellettiva grave, per le quali si può parlare di “responsabilità dissimetrica”.

La statunitense Anne Masters, nel suo intervento dal punto di vista teolo-gico, Promoting Responsibility of Persons with Disabilities within a Renewed Theologi-cal Anthropology, afferma che la responsabilità umana è parte integrante del rispetto della dignità di ogni persona, ciascuna creata a immagine di Dio. Le PcD, però, spesso non sono considerate soggetti responsabili nella vita della comunità. Su di loro sono ancora diffuse narrazioni riduttive che riflettono stereotipi obso-leti e/o sentimentali che le ritraggono come oggetti di cura, preoccupazione o addirittura disprezzo, piuttosto che protagonisti responsabili. L’articolo attesta la capacità delle PcD di assumere oneri, pur nella consapevolezza della natura evolutiva della responsabilità.

Luca Badetti, con un background interdisciplinare in disability studies, psicologia clinica e teologia, nel suo contributo, Living out participation. Growing in confidence and belonging, offre una riflessione approfondita su cosa significhi realmente il termine “partecipazione”. Egli propone alcune modalità attraverso le quali la partecipazione delle PcD può essere incoraggiata e sostenuta nella vita individuale e sociale e nella vita della Chiesa. I risultati possono essere raggiunti tramite lo sviluppo delle capacità di autodeterminazione, facendo parte di un gruppo di auto-difesa, rivendicando un’identità positiva di disabilità, crescendo in competenza relazionale e vivendo l’appartenenza.

Andrea Farina affronta la tematica della responsabilità dal punto di vista giuridico. Nel suo intervento, Le persone con disabilità e il concetto di responsabilità. Prospettive giuridiche, alla luce degli sviluppi che storicamente hanno portato all’affermarsi del modello bio-psico-sociale che considera la disabilità quale condizione di salute in un ambiente sfavorevole, il tema delle PcD viene inquadrato all’interno del rapporto diritti-dignità umana, elemento che costituisce la premessa indispensabile per la successiva riflessione sul concetto di responsabilità delle PcD inteso come autodeterminazione, come esercizio dei propri diritti e doveri in tutti gli ambiti di vita.

Seguono due articoli su dei luoghi emblematici per l’accoglienza e la partecipazione: la parrocchia e le Residenze Sanitarie per Disabili (RSD). Ubaldo Montisci, La parrocchia, comunità che accoglie: attese, responsabilità e opportunità, dopo aver richiamato il significato della parrocchia per la vita dei credenti, esamina alcune delle principali difficoltà che essa deve affrontare al momento presente e indica le condizioni che rendono possibile e visibile il suo impegno per l’accoglienza, l’inclusione e la partecipazione di chi a lei si rivolge.

Il tema della funzione sociale delle RSD è al centro del dibattito politico in Italia ed è una questione spinosa. Federica Floris, con il contributo Le Residenze sanitarie per Disabili come spazio di corresponsabilità per le persone con disabilità grave, pone in stretta relazione il rapporto tra le persone e l’ambiente in cui vivono e riflette sull’influsso che può avere tale correlazione sulla Qualità di Vita (QdV) delle PcD. La convinzione di fondo è che, per ottenere un livello soddisfacente di QdV, sia necessario affiancare la PcD con un Progetto di Vita adeguato. Nella seconda parte del contributo, poi, viene riportata un’esperienza concreta di Pro-getto di Vita in una RSD italiana.

Chiude la rassegna l’articolo di Veronica Amata Donatello, «La Chiesa è la nostra casa». La voce delle persone con disabilità al Sinodo. La responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle PcD della Conferenza Episcopale Italiana presenta e commenta il documento, elaborato da PcD dei cinque continenti riunite in assemblea straordinaria, presentato al Papa come contributo specifico del mondo della disabilità ai lavori sinodali. Vengono poi passate in rassegna le più significative iniziative che coinvolgono le PcD nei lavori sinodali messe in atto nelle Diocesi italiane.

Il Sinodo si offre come opportunità significativa per coinvolgere in forma corresponsabile le PcD. È un’occasione da non sprecare. Come osserva papa Francesco, nel Messaggio del 3 dicembre 2022, in occasione della Giornata mondiale delle PcD, «laddove il Sinodo è stato davvero inclusivo, esso ha permesso di sfatare pregiudizi radicati. Sono infatti l’incontro e la fraternità ad abbattere i muri di incomprensione e a vincere la discriminazione; per questo auspico che ogni comunità cristiana si apra alla presenza di sorelle e fratelli con disabilità assicurando sempre a essi l’accoglienza e la piena inclusione».

Sezione Commemorativa: 70° dell’Istituto di Catechetica

Il presente fascicolo tiene conto anche della circostanza bella e significativa dei 70 anni di vita dell’Istituto di Catechetica (ICa) che ha cominciato la sua attività nell’anno accademico 1953-1954. Nei tre numeri del corrente anno, Catechetica ed Educazione presenterà, di volta in volta, alcuni aspetti che hanno caratterizzato la vita di un Istituto che ha offerto molto alla Chiesa, non solo italiana, e alla Congregazione salesiana.

In questo primo numero, Giuseppe Biancardi offre una panoramica storica internazionale sulle istituzioni accademiche di catechetica sorte tra il secondo dopoguerra e il Concilio Vaticano II. Tra loro si staglia l’ICa, a partire dagli anni ’50, con la sua identità e con le molteplici attività accademiche e promozionali nel campo della catechesi e della pedagogia religiosa.
Si fa poi memoria dell’iter redazionale di quattro libri di testo di Religione, redatti da docenti e collaboratori dell’ICa, che hanno segnato la storia della didattica scolastica e dell’educazione religiosa in Italia. La memoria storica è stata affidata ad alcuni autorevoli testimoni e riconosciuti studiosi a livello nazionale e internazionale: così, si susseguono le riflessioni di Maria Luisa Mazzarello, W la vita; Giuseppe Morante, Progetto uomo; Flavio Pajer, Religione e Vangelo oggi in Italia; Maurizio Lucillo, Cultura e religione.

 

I MEMBRI DELL’ISTITUTO DI CATECHETICA
catechetica@unisal.it

 

ALLEGATO:

Anno VIII. Numero 1 – Aprile 2023

Francesco alle università pontificie: lavorate insieme con slancio e lungimiranza

Il Papa riceve rettori, docenti, studenti e personale delle istituzioni accademiche vaticane e chiede di aprirsi a sviluppi coraggiosi e inediti per favorire la missione universale della Chiesa: l’università non è la scuola dell’uniformità, ma l’accordo tra voci

Paolo Ondarza – Vatican News

Quella delle istituzioni accademiche pontificie romane è “un eredità ricchissima, che può promuovere vita nuova, ma che può anche inibirla se diventa troppo autoreferenziale” o “un pezzo di museo”. Ricevendo in Aula Paolo VI circa 3.000 persone, tra rettori, docenti, studenti e personale delle Università e Istituzioni pontificie romane, Francesco esorta a “fare coro” per affrontare le sfide inedite del presente (Ascolta il Podcast con la voce del Papa):

Specie dopo la pandemia del Covid 19, urge avviare un processo che porti a una sinergia effettiva, stabile e organica tra le istituzioni accademiche, per meglio onorare gli scopi specifici di ciascuna e per favorire la missione universale della Chiesa. E non andare litigando fra noi per prendere un alunno, un’ora in più. .Vi invito, pertanto, a non accontentarvi di soluzioni dal fiato corto, e a non pensare a questo processo di crescita semplicemente come a un’azione “di difesa”, volta a fronteggiare il calo delle risorse economiche e umane. Va visto, piuttosto, come uno slancio verso il futuro, come un invito ad accogliere le sfide di un’epoca nuova della storia.

No a soluzioni dal fiato corto

“Fare coro” tra le diverse componenti delle comunità e fra le varie istituzioni accademiche sorte a Roma nei secoli grazie alla “generosità e lungimiranza di molti ordini religiosi”, dice il Papa, si impone come necessario. “A fronte del minor numero di allievi e di insegnanti, questa molteplicità di poli di studio rischia di disperdere energie preziose. Così, anziché favorire la trasmissione della gioia evangelica dello studio, dell’insegnamento e della ricerca, minaccia a volte di rallentarla e affaticarla. Dobbiamo prenderne atto”.

La realtà è più importante dell’idea

L’eredità secolare di facoltà e università pontificie va sviluppata, avviando “al più presto un fiducioso processo” in una “direzione corale”, “con intelligenza, prudenza e audacia, tenendo sempre presente che – precisa il Vescovo di Roma – la realtà è più importante dell’idea”.

Se volete che abbia un futuro fecondo, la sua custodia non può limitarsi al mantenimento di quanto ricevuto: deve invece aprirsi a sviluppi coraggiosi e, se necessario, anche inediti.

A questo proposito il Papa indica nel Dicastero per la Cultura e l’Educazione il referente per accompagnare le istituzioni accademiche in questo cammino.

Cristo dirige il coro

“Corale” è la realtà della speranza, constata il Pontefice che, contemplando il Cristo Risorto, opera di Pericle Fazzini, dominante il palco dell’Aula Paolo VI, riflette su come le mani di questa scultura assomiglino a quelle di un maestro di coro: la destra aperta sembra dirigere l’insieme dei coristi; la sinistra con l’indice puntato invece suggerisce l’idea che stia convocando un solista, dicendo: “Tocca a te”.

Le mani del Cristo coinvolgono al tempo stesso il coro e il solista, perché nel concerto il ruolo dell’uno si accordi con quello dell’altro, in una costruttiva complementarità. Per favore: mai solisti senza coro. “Tocca a tutti voi!” e al tempo stesso: “Tocca a te!”. Questo dicono le mani del Risorto. Mentre ne contempliamo i gesti, rinnoviamo allora il nostro impegno a “fare coro”, nella sintonia e nell’accordo delle voci, docili all’azione viva dello Spirito.

Scuola di accordo e consonanza di voci

L’università d’altronde è la scuola dell’accordo e della consonanza tra voci e strumenti differenti: “il luogo”, dice Francesco citando san John Henry Newman, “dove diversi saperi e prospettive si esprimono in sintonia, si completano, si correggono e si bilanciano l’un l’altro”. Un’armonia che va coltivata innanzitutto a partire da sé stessi, accordando le tre intelligenze che vibrano nell’anima: mente, cuore e mani. Queste ultime, paragonate da Aristotele e Kant rispettivamente all’anima e al cervello esterno dell’uomo, esorta il Pontefice, siano “eucaristiche come quelle di Cristo”: capaci di rendere grazie, di misericordia, di generosità e di “stringere altre mani”.

La prima volta che sono uscito in Piazza, da Papa, mi sono avvicinato ad un gruppo di ragazzi ciechi. E uno mi disse: “Posso vederla? Posso guardarla?” Io non capii. “Sì”, gli ho detto. E con le mani cercava…e mi… “Ah grazie”: mi ha visto con le mani. Questo mi ha toccato tanto.

L’intelligenza di mani sensibili

Se “il verbo prendere indica un’azione tipicamente manuale”, prosegue il Vescovo di Roma, esso “è anche radice di parole come comprendere, apprendere e sorprendere: mentre le mani prendono, la mente comprende, apprende e non si lascia sorprendere”:

Perché questo avvenga, ci vogliono mani sensibili. La mente non potrà comprendere nulla se le mani sono chiuse dall’avarizia, o se sono “mani bucate”, che sprecano tempo, salute e talenti, o ancora se si rifiutano di dare la pace, di salutare e di stringere altre mani. Non potrà apprendere nulla se le mani hanno dita puntate senza misericordia contro i fratelli e le sorelle che sbagliano. E non potrà sorprendersi di nulla, se le stesse mani non sanno congiungersi e levarsi al Cielo in preghiera.